Per una GMG africana
Quando era nata, vent’anni fa, la Giornata Mondiale della Gioventù era un evento essenzialmente religioso, non a caso le tappe scelte erano quelle dei grandi santuari europei (Roma, Santiago, Czestochowa) oppure paesi con un grande numero di cattolici (Argentina, Filippine).
Crescendo, la Gmg è diventata un vero e proprio evento mediatico, una sorta di versione sacra dei Mondiali di calcio, e oggi la scelta della città dove effettuare la Giornata dei giovani segue gli stessi criteri delle Olimpiadi: servono infrastruture, risorse, sponsor, insomma, soldi. Significativa una curiosa coincidenza: per ben tre volte, negli ultimi quindici anni, le Gmg hanno anticipato di un anno i mondiali di calcio: è successo negli Stati Uniti nel 1993, in Francia nel 1997 e in Germania nel 2005.
Cinque anni fa, in occasione della Giornata di Roma, su queste pagine (vedi
Adesso n.21) lanciammo una provocazione: anziché continuare a organizzare questi raduni nei paesi ricchi, umiliando con il nostro sfarzo e i nostri sprechi la povertà dei ragazzi del sud del mondo, perché non organizzare la Gmg in Africa, dove i principini europei e nordamericani potrebbero guardare da vicino le sofferenze di quel continente, dove i 6 milioni di litri di acqua minerale e gli idranti che sparavano sulla folla a Roma sono un miraggio e una follia?
Tre anni fa riprendemmo la provocazione su AdessOnLine in occasione della Gmg di Toronto. Oggi, che persino la Fifa si è accorta dell’Africa (i mondiali del 2010 si svolgeranno in Sudafrica) mentre il Vaticano ha accettato la candidatura di Sydney per il prossimo raduno, abbiamo chiesto di esprimersi su questo argomento, a due autorevoli esponenti dell’espiscopato: Henryk Hoser, presidente delle Pontificie Opere Missionarie, e Vincenzo Paglia, vescovo di Terni ed consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio.
HENRYK HOSER
“E’ una buona idea e penso che si farà. E’ importante far conoscere ai giovani l’Africa, la sua vita, i suoi problemi. Anche per resuscitare un po’ il volontariato internazionale, che spesso risulta molto importante e formativo per i ragazzi. Partecipare è la cosa più importante, è ciò che fa cambiare le cose. Il problema sono le infrastrutture che servono per poter accogliere eventi di questa portata. Ma, per esempio, nel Sudafrica si potrebbe organizzare”.
VINCENZO PAGLIA
“Sicuramente l’Africa ha bisogno di una nuova attenzione. E’ un continente dove la Chiesa e i giovani attendono con speranza dei segnali forti. Che i giovani del mondo possano convergere verso l’Africa significherebbe spingere i potenti in questo mondo a guardare con maggior passione e interesse a questo continente, che oggi è dimenticato da tutti, salvo da alcune multinazionali e da spregiudicati che cercano bassa manovalanza terroristica. Per questo credo che la prospettiva di una Gmg africana sarebbe da auspicare e non penso che le difficoltà di carattere logistico, che ci sono, siano insuperabili. Sarebbe un gesto di grande profezia”.
INTERVISTA
A VINCENZO PAGLIA,
VESCOVO DI TERNI E PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CEI PER L'ECUMENISMO E IL
DIALOGO
ARRIVEDERCI
A SIDNEY (O IN KENYA?)
LA STORIA DELLE GIORNATE MONDIALI DELLA GIOVENTU'
IL SITO DELLE GIORNATE MONDIALI DELLA GIOVENTU'