Il
ritorno di E.T.
"Ero
in mezzo al Sahara, durante le riprese dei "Predatori dell'arca perduta,
tra nazisti assassini e proiettili che volavano da tutte le parti. Che ci faccio
qui? Mi domandai. Devo tornare indietro, alla spiritualità di 'Incontri
Ravvicinati', al calore delle emozioni più genuine. E così cominciai a pensare
ad una storia di amicizia tra un'extraterrestre e un bambino di undici
anni…".
Il
film, che ebbe una genesi tormentata (fu rifiutato dalla Columbia mentre la
Universal, che lo realizzò, pretese che fosse lo stesso Spielberg a trovare i
soldi, producendolo in prima persona) divenne in seguito il film campione di
incassi assoluto nella storia del cinema.
Quella
con il "Piccolo Principe" di Saint-Exupery è solo una dei tanti
paralleli che si possono fare con "E.T.", anche se sicuramente quello
più diretto: Elliot ed E.T. sono infatti due facce della stessa medaglia (il
piccolo principe, appunto) e infatti vivono in simbiosi e hanno persino lo
stesso elettroencefalogramma; non è certo un caso se E e T sono la prima e
l'ultima lettera del nome Elliot.
E
se Elliot rappresenta il bambino, E.T. è l'essere che viaggia attraverso i
mondi,
che dopo aver regalato gioia, crescita e felicità, deve "tornare a
casa", mentre il ruolo del "Pilota", ovvero l'adulto che ha
dimenticato la propria infanzia nel film è assegnato allo scienziato Keys,
interpretato da Peter Coyote.
Anche
nel rapporto di E.T. con i fiori è citato in continuazione quello del Piccolo
Principe con la sua rosa, così come nell'agonia finale, che precede la
partenza.
Ma
se quello con il libro di Saint-Exupery è un parallelo continuo - e forse
inconscio - che attraversa tutto il film e l'essanza stessa della storia, "E.T."
è disseminato di citazioni letterarie e cinematografiche che vanno da
"Guerre stellari"
a "La notte dei morti viventi" fino allo stesso Vangelo:
E.T.,
come Gesù, arriva sulla terra e si mostra ai più piccoli, compie miracoli,
vive la Passione, muore, risorge e infine ascende al cielo.
Un'altra
citazione esplicita ed inevitabile è quella di Peter Pan, nella scena
dei bambini che volano in bicicletta ma anche e soprattutto nella fiaba che la
mamma legge alla piccola Gertie. D'altra parte se Spielberg è stato
soprannominato "il Peter Pan del cinema americano" una ragione c'è, e
alla fiaba di Barrie l'artista-imprenditore americano, qualche anno dopo, ha
dedicato un intero film: Hook - Capitan Uncino che aveva come
protagonista un Peter cresciuto e diventato adulto (che, ancora una volta, aveva
dimenticato la propria infanzia) interpretato da Robin Williams.
Vent'anni
dopo...
Intervista
a Carlo Rambaldi
Il mondo visto con gli occhi di un bambino
Henry
Thomas,
che interpreta Elliot, oggi ha trent'anni: dopo il film che l'ha fatto
entrare di diritto nella storia del cinema è praticamente sparito dalla
circolazione: poche le interpretazioni successive da ricordare: Vento di
passioni, a fianco a Anthony Hopkins e Brad Pitt e l'imminente Gangs of
New York di Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio.
Robert
McNaughton,
invece, figlio del regista John, ha preso una strada completamente diversa: dopo
aver interpretato il fratello di Elliot non ha più girato film come attore e
oggi fa il postino: in compenso ha composto la colonna sonora di tre film, tra
cui Henry pioggia di sangue.
Drew
Barrymore,
la sorellina Gertie, è stata la più fortunata su un piano cinematografico ma
ma la meno su quello umano: ultima discendente di una stirpe di grandi attori di
Hollywood, a nove anni era già alcolizzata
e a undici tossicodipendente:
a tredici anni si è disintossicata e ha scritto un libro di memorie. A
venti è rinata come attrice cominciando a girare una lunga serie di film di
successo: da A proposito di donne a Bad girls, da Batman
forever a Charlie's Angels.
E.T.,
invece, il dolcissimo robot-extraterrestre, era stato creato da
Carlo Rambaldi, il più celebre creatore di effetti
speciali tre volte premio Oscar, "papà" anche
- tra i tanti - di Alien e King Kong, che proprio a Terni fondò la prima
Accademia di Effetti Speciali d'Europa, chiusa - purtroppo - alla fine del primo
corso.
Il
curriculum di E.T. post-film, putroppo, non è dei più prestigiosi: testimonial,
qualche anno fa, per la Telecom, uno dei suoi pupazzi originali
è finito in una villa di Michael Jackson, mentre un altro è stato
creato dallo stesso Carlo Rambaldi dopo l'11 settembre con una caratteristica
quantomeno inquietante: quando gli tocchi il dito tira fuori la bandiera
americana.
Steven
Spielberg,
era già allora tra i registi più apprezzati di Hollywood grazie a Lo Squalo
, Incontri ravvicinati del Terzo Tipo e I predatori dell'arca perduta,
grazie ad E.T.
Tra
i suoi successi più grandi impossibile non ricordare i tre Indiana Jones
(da anni è annunciato il quarto ma sembra che i maginifici tre - Lucas, Ford e
Spielberg - non si siano ancora decisi), Jurassic Park e i due film che
gli sono valsi l'Oscar: Schindler's List e Salvate il soldato Ryan.
L'anniversario
di E.T. cade curiosamente proprio a pochi mesi dall'uscita dell'ultimo
capolavoro di Spielberg: A.I. - Intelligenza Artificiale, che - titolo a
parte - ha più di un punto in comune col suo "fratello maggiore" e
che ha segnato la storica unione tra il talento di Spielberg e quello di un
altro mito del cinema contemporaneo: Stanley Kubrick, che acquisì i diritti del
racconto da cui il film è tratto affidandolo poi allo stesso Spielberg prima di
morire.
Nel
1983 E.T. fu insieme a Gandhi di Richard Attembourough il grande
favorito agli Oscar, ma fu da quest'ultimo battuto su tutti i fronti; ciò
nonostante Attembourough e Spielberg rimasero molto amici, tanto che fu proprio
Steven a riportare davanti lo schermo l'ex attore Richard, che subito dopo aver
diretto Chaplin tornò alla recitazione con Jurassic Park.
E.T.
è stato scritto da Melissa Mathison,
ex moglie di Harrison Ford, (che compare anche nel film nel ruolo di un
poliziotto, anche se non viene inquadrato in volto), e rimane il suo lavoro più
importante, anche se qualche anno fa è stata autrice anche di Kundun di
Martin Scorsese.