Giunio Tinarelli: 18 anni di immobilità assoluta offerti a Dio in comunione ai
patimenti di Cristo per le mani di Maria Immacolata
“Amo la mia croce, e malgrado
la mia indegnità, Gesù mi vuole vicino a lui
Crocifisso” (8 dicembre 1953)
“Il pensiero che mi sostiene nella mia malattia è il
grande amore che ho per Gesù e per Maria Santissima”
(10 maggio 1951)
“Ringrazio il Signore che mi ha distaccato da tutto
ciò che è terreno, felice di possedere solo Lui. La mia esistenza
è tutto un programma di preghiera e di ringraziamento”
(8 dicembre 1953)
“Chi si abbandona completamente al Signore, non sente
più il grave peso della croce che gli è stata assegnata, ma bensì ha la gioia
di gustare la sofferenza, è felice di essere crocifisso
vicino a Gesù”
(29 aprile 1949)
“Gli ammalato non siano mai
disoccupati, ma strappino sempre anime al nemico delle anime nostre, fino alla
salvezza totale di tutte le anime che popolano il mondo”
(6 settembre 1951)