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La storia degli ultimi cinque pastori della diocesi ternana da Cesare Boccoleri a Franco Gualdrini

 

I vescovi del Novecento

 

  di Nicola Molé

I vescovi sono i successori degli Apostoli. Sono nominati dal S. Padre, successore di Pietro, ed in comunione con Lui reggono la Chiesa di Cristo, trasmettono la fede rivelata, presiedono alla Carità, sono i pastori buoni.

Vincenzo Paglia è il nuovo vescovo della diocesi di Terni-Narni-Amelia. Si apre così un nuovo capitolo della storia di questa Chiesa particolare: all'inizio erano tre diocesi distinte; poi sono diventate due ed infine una.

Il nuovo Vescovo viene preceduto da grande fama. Lo accogliamo tutti con gioia e con fiducia. Quale impronta egli lascerà? Quali saranno le linee di fondo della sua azione pastorale? Attendiamo di conoscerle nella prima omelia che egli terrà in Cattedrale il 16 aprile, giorno del suo ingresso.

Su questi giorni che precedono la sua venuta e da quando si è appresa la sua nomina ho molto riflettuto sulle caratteristiche pastorali dei suoi predecessori immediati, da me direttamente conosciuti o dei quali ho sentito parlare da testimoni diretti. Ed ho visto in tutti una stupenda continuità pastorale, man mano aggiornantesi con le necessità del momento e nello stesso tempo una stupenda complementarietà di azione da parte dei vari soggetti che hanno dato alla Chiesa diocesana una grande vivacità ed una grande ricchezza di doni e quindi di responsabilità.

Comincio da monsignor Cesare Boccoleri, vescovo di Terni e Narni durante gli anni del fascismo, prima della seconda guerra mondiale. Fu poi nominato arcivescovo di Modena. Di lui ho sentito dire che era un grande predicatore; la gente accorreva appositamente in Duomo la domenica per ascoltare le sue omelie. Era un oratore affascinante. L'omelia è stata nella chiesa cattolica la principale forma di catechesi per adulti e monsignor Boccoleri in questo eccelleva.

Si pensi a come era importante ed incidente eccellere in queste forme in quegli anni in cui in tutti i campi della vita associata questa forma era diffusa. Le generazioni precedenti alla mia erano state, così, catechizzate dalla viva voce di mons. Boccoleri.

Poi venne monsignor Felice Bonomini, ma sopraggiunse quasi immediatamente la guerra. Terni è stata sottoposta a 108 bombardamenti. Egli non abbandonò mai la sua sede. Tutte le autorità lasciarono Terni e fissarono le loro sedi nei paesi vicini. Bonomini no, rimase a Terni, insieme ai suoi preti ad aiutare e a sostenere le poca popolazione rimasta e a tenere i collegamenti con le popolazioni sfollate. Egli è stato il vescovo della Carità, non solo per l'opera svolta sotto i bombardamenti, ma per tutta l'opera svolta dopo la guerra attraverso le pontificie opere di assistenza.

Quante persone, tornate a Terni dopo la guerra, senza più case e lavoro furono da lui accolte e sfamate. Partecipò all'inizio della ricostruzione materiale e morale del dopoguerra. Poi fu nominato Vescovo di Como. E venne Vescovo mons. Giovanni Battista Dal Prà; già arciprete di una popolosa parrocchia della diocesi di Padova. Tutto il suo episcopato si è svolto a Terni, dette le dimissioni poco prima del 75° anno per malattia; rimase a Terni ove morì. Ora è sepolto in Duomo e sta per uscire un libro sulla sua città. Egli è stato il Vescovo del catechismo e nella catechesi. Era il suo “pallino” potremmo dire; era la sua scelta pastorale prioritaria. E ne aveva ben donde. La religiosità tradizionale e sacramentaria cominciava a subire colpi di quella che poi avremmo chiamato la secolarizzazione. L’anticlericalismo, sotto varie forme, nel territorio delle diocesi era forte. Non dimentichiamo che a Terni e dintorni il PCI di allora, alleato con il PSI, aveva una solida maggioranza. Era necessario irrobustire i fedeli nelle motivazioni  del credere. Lo vidi sistematizzare il catechismo dei fanciulli (scuole dell'obbligo) in tutte le parrocchie e comunicare sistematicamente la catechesi agli adulti in tutte le parrocchie. Era lui a scrivere i temi da trattare. E vidi l’Azione cattolica, allora, in tutte le parrocchie. E come ci teneva mons. Dal Prà al catechismo, alla catechesi e all'azione cattolica! Tante altre cose mons. Dal Prà e gli altri vescovi hanno fatto, ma io qui mi limito alle linee fondamentali, caratterizzati, a mio parere, in Episcopato. Poi venne mons. Santo Bartolomeo Quadri, già amministratore apostolico a Pinerolo e, dopo Terni, arcivescovo a Modena come Boccoleri. Prima ancora egli era stato Assistente Nazionale delle ACLI, un vescovo “sociale” dunque. A mons. Quadri toccò l'arduo compito di cominciare ad applicare il Concilio Vaticano II a Terni, in mezzo a tutte le tensioni del dopo concilio nella chiesa italiana e mondiale. Ma fu capace di guidare la chiesa diocesana in quei frangenti con molta sagacia ed autorevolezza. A lui toccò avviare le comunità religiose ad un dialogo vero e concreto con la società civile. E lo seppe fare, fermo nei suoi principi, sapendo ascoltare e facendosi ascoltare con franchezza e grande desiderio di servire l'uomo e la società. Infatti egli come vescovo al Concilio partecipò alla stesura delle Gaudium et spes , la costituzione conciliare su “la chiesa nel mondo contemporaneo”. Fu il primo vescovo dei tempi nuovi, del dopo Concilio appunto. Dopo di lui fu nominato vescovo di Terni-Narni-Amelia mons. Franco Gualdrini, già rettore dell'almo Collegio Capranica. Egli ha proseguito ed approfondito l'opera di catechesi di mons. Dal Prà ed il dialogo con la società civile di mons. Quadri. Molte cose il vescovo Gualdrini ha fatto ma, come ho già detto, in questo scritto voglio indicare la prioritaria linea pastorale di ciascuno. Un opera intensa di annuncio della Fede, di acculturazione di essa, di dialogo con la società, di presenza nelle vicende dei ternani, narnesi ed amerini, dai problemi del lavoro a quelli dell'università dalla promozione della donna all'apertura missionaria. Con una sensibilità particolare, propria di mons. Gualdrini, per la cultura e l'arte. Questi sono stati i predecessori di mons. Paglia nelle diocesi di Terni e Narni. Solo negli ultimi anni ottanta la diocesi di Amelia e stata unita a quelle di Terni e Narni. In Amelia l'ultimo vescovo è stato mons. Vincenzo Lojali, pastore buono e molto amato. Lui ha dato grande impulso alla catechesi ed all'azione cattolica. E' sepolto nella cattedrale di Amelia ed è in corso la causa della sua beatificazione. Spero di essere riuscito a dar conto di come sia stato buono il Signore con noi per averci dato dei bravissimi Pastori, Vescovi all'altezza del loro compito, dediti al servizio del popolo nel nome di Dio e della chiesa. A mons. Vincenzo Paglia il compito di guidare la chiesa di Terni-Narni-Amelia all'inizio del terzo millennio cristiano, a partire da domenica delle Palme nell'anno del grande giubileo. Mai auspicio fu migliore.