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RITA
BORSELLINO Non si tratta solo di elezioni regionali. L’elezione di
Rita Borsellino a presidente sarebbe un segnale fondamentale per la
coscienza civile della Sicilia e dell’Italia intera. A pochi giorni
dall’anniversario della morte di Giovanni Falcone, l’elezione a guida
della regione che ancora oggi nel mondo è simbolo di mafia, di una donna
che porta nel suo nome la lotta alla mafia sarebbe un segnale fondamentale
per un paese che negli ultimi quattordici anni, la mafia, ha tentato di
dimenticarla, per una classe politica che ha ritenuto opportuna una
“pacifica convivenza” dimenticando chi ha perso la vita ed è
diventato un eroe nazionale, perché, quella pacifica convivenza, l’ha
rifiutata con tutte le forze. Ma noi non vogliamo dimenticare. Non dimentichiamo il ministro che
disse che con la mafia bisognava imparare a convivere; non dimentichiamo
che il presidente attuale della Regione, pretese dalla Rai un
“risarcimento editoriale” dopo che una puntata di “Report” sulla
mafia, aveva – a suo avviso – rovinato l’immagine della Sicilia. E non dimentichiamoci nemmeno,
“l’improvvida idiozia” della Rai che è arrivata a negarci la
fiction su Falcone perché – dicono – violerebbe la Par condicio,
visto che la sorella di uno di quegli eroi è candidata. E non dimentichiamoci le parole di Rutelli, durante la
campagna per le primarie. Non dimentichiamoci di Leoluca Orlando, cacciato
dalla Margherita perché si era permesso di appoggiare Rita, mentre il
partito aveva candidato un ex Forza Italia (lo stesso che dichiarò “In
Sicilia la mafia non rappresenta la principale emergenza”) pensando che
una regione di destra si conquista candidando un moderato, e non una
figura limpida e autorevole. Non dimentichiamoci nemmeno che Rita Borsellino, alle
primarie, era considerato un candidato “debole”. Siciliana, sorella di un eroe della lotta alla mafia,
presidente della più importante associazione che si batte contro tutte le
mafie. Era un candidato debole. Perché? Perché era stata scelta dalla
gente, e non dai vertici dei partiti. Allora non ci sono quindi solo destra e sinistra che si
fronteggiano alle elezioni siciliane; ci sono due idee di Sicilia, due
idee di etica, due idee di politica. Io penso che chi sta con la gente, con la società civile,
e contro la mafia, contro la politica dei partiti, dell’arraffo e del
compromesso ad ogni costo, non può che stare con Rita Borsellino.
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