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Intervista a Susan George 

piccolo dizionario della globalizzazione

 


di Maria De Falco Marotta e E.Marotta



Un'elegantissima guerriera: Susan George

 

Nelle varie sezioni di Fondamenta- Venezia Città di Lettori, un laboratorio permanente sulla lettura, promosso dall’Assessorato alla Cultura e Spettacolo e ideato con molto anticipo sui temi “caldi” che poi divengono tormentoni comuni, dallo scrittore Daniele Del Giudice, sostenuto da un pregevole comitato scientifico, dal 1999, ogni anno( a giugno) nell’accogliente Campo s. Angelo, personalità di rilievo internazionale si confrontano sui nuovi modi d’analisi interdisciplinare(scientifica, teologica, letteraria, economica…)dei velocissimi cambiamenti d’oggi, dalle forme dell’immaginare e dell’agire, delle ininterrotte emergenze sociali, politiche e geopolitiche.

Ed oggi quali sono le emergenze che ci affliggono?

La globalizzazione, la guerra, la presenza di religioni che, difficilmente, riescono a capirsi, la moralità degli scienziati, il pensiero unico, gli aggiustamenti strutturali, il debito dei paesi poveri, il volontariato, come forma di nuova idiozia, alla maniera di Dostojeskj…

A Fondamenta, nella serie Nel conflitto, si sono alternati uomini e donne che hanno spiattellato in faccia i pericoli che incombono sull’umanità, in modo che nessuno possa dire che il potere( economico, politico, religioso…) ci sta conducendo come pecore al macello o all’apocalisse finale.

Tra questi, una che le canta senza peli sulla lingua è Susan George, una nostra “vecchia” amica. Magari, proprio per dirla fuori dai denti, per vendere più libri che tradotti in 12 lingue vanno a ruba, specie tra i più giovani, essendo da sempre considerata una portabandiera dell’antiglobalizzazione( e guai a dirle di no- global, lo prende come un’offesa). Ma seriamente.

Studiosa di fama internazionale, è nata negli Stati Uniti e dal 1970 vive in Francia. Ha studiato presso lo Smith College (Mass.), la Sorbona e la Scuola di Alti Studi di Scienze Sociali dell'Università di Parigi.
Attualmente è Direttore associato del Transnational Institute di Amsterdam e Presidente dell'Osservatorio sulla Globalizzazione di Parigi.
E' anche membro di direzione del Cercle Condorcet, di Les Amis du Monde Diplomatique e del Centre International Pierre Mendes France, della North-South Round table della Società per lo Sviluppo Internazionale e attiva nel Forum Internazionale sulla Globalizzazione.
Ha collaborato anche con numerose Agenzie delle Nazioni Unite e Federazioni Sindacali Internazionali, così come, in molti paesi, con diverse Organizzazioni Non Governative ambientaliste e di sviluppo.

E’ un vero ciclone quando parla, ti travolge e l’impressione che ti fa è quella di vederla a mo’ di Giovanna d’Arco con la spada in pugno per difendere il popolo dagli imbrogli dell’economia.

DOMANDA: perché ce l’hai a morte con il Wto?

RISPOSTA: L'organizzazione mondiale del commercio è l'unica istituzione transnazionale a essere dotata di un potere coercitivo, grazie al suo Organo di regolazione delle controversie. Per il Wto il commercio è un valore supremo, più importante di qualsiasi altra considerazione politica, culturale, sanitaria o ecologica. È una delle istituzioni che dettano legge nel mondo, insieme al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale. La sconfitta di Seattle ha solo rallentato le sue ambizioni di trasformare l'intero pianeta in una merce.

DOMANDA: spesso dici che il Wto è un pericolo per la democrazia: in che senso?

RISPOSTA: Il Wto è un'organizzazione rivolta a una sempre maggiore liberalizzazione di molte aree, non solo merci, ma anche servizi, inclusi servizi pubblici cioè educazione, sanità, cultura, ambiente, acqua e altre necessità primarie. Il suo campo d'azione comprende anche la proprietà intellettuale e la possibilità di brevettare le forme di vita. Quindi va molto più in là di qualunque altro organismo internazionale, particolarmente per le nazioni al Nord del mondo. Noi però non siamo mai stati soggetti della Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale come lo sono stati per anni al Sud del mondo. Non ci siamo abituati. Il Wto ha un meccanismo, una sorta di corpo risolutorio delle dispute, una specie di Corte suprema che gli permette di emanare decisioni vincolanti e poi di farle rispettare. Questo organismo non è democratico. Le decisioni vengono prese tramite il consenso, ma sono normalmente Stati Uniti, Canada, Europa e Giappone che si accordano mentre gli altri si devono adeguare. I cittadini e i loro rappresentanti non possono pronunciarsi sugli accordi che vengono assunti dai rappresentanti del mercato. Potrei andare avanti a lungo, ma queste sono le cose per cui molti pensano che il Wto sia molto pericoloso e da tenere d’occhio.

DOMANDA: a Porte Alegre era presente la Banca Mondiale: non è stato un buon segno?

RISPOSTA: Non c'è assolutamente nessuna relazione tra la Banca mondiale e Porto Alegre. A Porto Alegre, c'erano dei delegati della Banca mondiale, ma ciò non significa affatto nulla per i Social Forum. Quella della Bm è gente che non ha nulla a che fare con gli obiettivi dei Social Forum, e la loro presenza non ha significato nulla riguardo all'approvazione degli indirizzi della Bm da parte dei Forum. Il microcredito è stato seriamente minacciato per i fallimenti della Grameen Bank che si è dimostrato non essere un sistema utile per la gente povera. Un apparato utile è che i poveri prendano da soli più potere e non limitatamente che siano in grado di mettere in piedi dei piccoli commerci. E Porto Alegre ha avuto senso proprio nel dare il potere alla gente di appropriarsi della propria vita, raggiungendo il potere politico. Possono questi organismi cambiare le loro politiche ed essere più umanitari? Hanno avuto un sacco di tempo per farlo. Sono almeno 25 anni che vengono rivolte loro critiche rispetto all'aggiustamento strutturale. Se avessero voluto cambiare penso che l'avrebbero già fatto. Non sta accadendo, anche se continuano a dire "Adesso cambiamo". Sono ormai 25 anni che studio la Banca mondiale. Si modifica sempre, ma sfortunatamente non arriva mai a un reale rispetto dei propri indirizzi. Così adesso coinvolgono sempre più Ong quando definiscono gli orientamenti, ma dietro alla Banca vi è in realtà il Tesoro americano. Il potere della Banca non muterà mai. Invece il Fondo monetario internazionale non ha neanche artefatto il cambiamento. Si  crede ancora che l'aggiustamento strutturale sia l'unica politica percorribile. Ma questa ha distrutto l'Argentina e se non si trovano rimedi immediati, altri paesi seguiranno. Credo che non ci sia speranza che l'Fmi cambi la sua politica.
DOMANDA: continui ad affermare che la globalizzazione non unisce ma divide. Non è un eccesso della tua politica?

RISPOSTA: Globalizzazione è una parola che dà l’impressione che tutti ci si tenga per mano, ma ciò è assolutamente errato ed erroneo.
All’insegna della parola d’ordine: Globalizzazione!, si sono generati conflitti insanabili che purtroppo non sono episodi isolati o circoscritti., ma sono patrimonio e risultato di una politica economica ben precisa, di un progetto ben accurato di progressivo arricchimento degli stati più ricchi a scapito degli stati più deboli e poveri del sud del mondo. Poteri e politiche che seguono il denaro, privatizzazioni, investimenti che non generano sviluppo: sono solo alcuni dei nomi all’insegna dei quali si inneggia alla globalizzazione. Ma quale? Questi non sono propriamente significati che tutti condividono. Tanto perché si rifletta su dati concreti, eccone alcuni:
 - 800 milioni di persone al mondo soffrono la fame: questo il dato confermato dalla conferenza organizzata dalla FAO ultimamente a Roma, dove alcuno degli Stati più potenti era presente, né ha esposto un qualche progetto per migliorare la situazione sul pianeta. La Francia, ad esempio, ha scelto di non parlarne.
- 28.000 sono i dollari al minuto che l’Africa sud sahariana paga di interesse sul debito contratto con le potenze economiche mondiali.
- 1,5 miliardi di dollari vengono quotidianamente cambiati nel mondo, ma nulla di tutto questo viene utilizzato per incrementare la produttività, quella vera, quella che crea posti di lavoro, che fa vivere famiglie intere, garantendo loro la speranza di un futuro. Sono, al contrario, soldi che vengono usati soprattutto a fini di speculazione. Tra l’altro, non è un segreto che alcune fondazioni hanno speso centinaia di milioni di dollari affinché si arrivasse a pensare come pensiamo ora.( il famoso pensiero unico). con la precisa volontà di imporre i loro significati che, alla fine, inevitabilmente sono diventati i nostri significati( ma allora, quali sono i significati condivisi???).
Questo è globalizzazione: la creazione di una realtà di esclusione, di una indifferenza generalizzata, di un mondo disuguale, un’autocelebrazione delle potenze più forti che di globale hanno solo i loro interessi particolari.

DOMANDA: tutti sono convinti che l’11 settembre 2002 abbia provocato un ripensamento sulle politiche economiche. Cosa ne pensi?

RISPOSTA: . nemmeno l'11 settembre è stato uno shock sufficiente a convincere l'Occidente a cambiare politica.

L'arricchimento, anche se ufficialmente si afferma che l'obiettivo è l'inclusione di tutti, è un fine condiviso da gran parte degli individui...

DOMANDA: ciò vuol dire che noi occidentali( in maggior parte), siamo complici del sistema che hai delineato, perchè ne godiamo i benefici...

RISPOSTA: Studi delle Nazioni Unite hanno dimostrato che l'85% delle persone vivono in società in cui crescono le disuguaglianze. Un altro studio ha dimostrato che negli anni di Reagan, dall'80 all'89, il 20% più ricco della popolazione americana ha migliorato la sua condizione economica, ma il restante 80% l'ha peggiorata. Inasprendo man mano che ci si volgeva verso il basso in classifica.

DOMANDA: non capisco però  il consenso quasi generale per queste politiche…

RISPOSTA: Il fatto è che è in atto da decenni un'offensiva ideologica massiccia, finanziata da Fondazioni e istituzioni private, che passa attraverso i media, ma anche l'editoria, l'università, i programma pubblici, che è riuscita ad imporre una particolare visione del mondo. Nel '50 studiosi ed esponenti politici erano tutti keinesiani, o socialisti, o marxisti, e oggi sono tutti liberisti. Questo non è frutto del caso, è stato razionalmente costruito, producendo il pensiero unico cui, secondo la statista Margaret Thatcher "non vi sono alternative". Invece di alternative ce ne sono centinaia.

DOMANDA: qualche esempio?

RISPOSTA: si può proporre per il Nord del mondo, l'imposizione di tasse globali sul reddito e sulle transazioni finanziarie, per sostenere progetti di sviluppo nel Sud. Poi ci sono spazi crescenti per alleanze economiche in tutto il mondo - all'insegna della democrazia e dell'autogestione - fra contadini, piccole imprese, organizzazioni non governative, intellettuali. E in Europa possiamo fare pressioni sui singoli stati per avviare politiche diverse: il movimento per la globalizzazione della solidarietà si è rafforzato in questi anni. Il problema è il tempo che ci vuole per tutto questo. Un tempo immenso.
 Ma noi non ci fermiamo e continueremo a lottare, in nome dell’umanità.

 

 

 

Parole per capire

Piccolo dizionario della globalizzazione

 

Pensiero unico: Il pensiero unico, è la trasposizione in termini ideologici, che si pretendono universali, degli interessi di un insieme di forze economiche, e specificamente di quelle del capitale internazionale; formulato e definito fin dal 1944 in occasione degli accordi di Bretton Woods. Le sue principali fonti sono le grandi istituzioni economiche e monetarie: la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l'Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio, la Commissione europea, le banche centrali ecc. che attraverso i loro finanziamenti arruolano al servizio delle loro idee, sull'intero pianeta, numerosi centri di ricerca, università e fondazioni, chiamate ad affinare e a diffondere la buona parola, attraverso i principali organi di informazione economica e in particolare dalle Regole degli investitori e degli agenti di borsa The Wall Street Journal, Financial Times, The Economist, Far Eastern Economic Review, les Echos, l'Agenzia Reuter ecc. in buona parte di proprietà dei grandi gruppi industriali e finanziari. E infine, un po' dovunque, docenti di economia, giornalisti, saggisti, uomini politici si richiamano ai principali comandamenti di queste nuove tavole della legge, e attraverso i grandi mezzi di comunicazione di massa li ripetono a sazietà, ben sapendo che nelle nostre società mediatizzate la ripetizione equivale alla dimostrazione.
Il fondamento del pensiero unico è il concetto del primato dell'economia sulla politica.
Il Pensiero unico,  non ha tuttavia l’egemonia del pensiero: Infatti, negli Stati Uniti molti intellettuali, molti sociologi ed economisti americani si interrogano invece su come reagire al pensiero unico per le catastrofi di carattere ambientale, sociale, culturale che questo minaccia di provocare, che potrebbe danneggiare lo stesso sviluppo economico. Occorre oggi pensare  in qualche modo, di  arrestare o impedire i processi ed  occorre essere più seriamente, radicalmente globali dei globalisti. Ovvero: non deve esserci soltanto un processo di globalizzazione economica o tecnica, tecnologica, finanziaria. Deve esserci anche un processo di globalizzazione di domande, di esigenze, di bisogni, che debbono sapersi mettere in rete, per comunicare gli uni con gli altri. Sono bisogni che riguardano la qualità della vita, il nostro sistema, il nostro ambiente, i nostri cibi. Più radicalmente ancora una domanda di libertà: di libertà di comunicazione, di rapporti che la rete suscita. Questa attesa di libertà, dunque, che la globalizzazione porta con sé va assunta radicalmente sul serio, va fatta valere forzando quella camicia di forza tecnico-economica cui i processi di globalizzazione oggi sembrano ridursi. Internet è il mezzo.

Aggiustamento strutturale: L'aggiustamento strutturale delle economie dei paesi in funzione del pensiero neoliberista e delle sue dinamiche doveva renderli capaci di liberare le risorse di cui avevano bisogno per ripagare il loro debito estero, dando particolare priorità alle esportazioni.
 Le misure che creano un programma d'aggiustamento strutturale sono:
- ristrutturazione dell'intera economia di un paese verso l'esportazione;
- aumento dei tassi d'interesse;
- tagli nei programmi pubblici (educazione, salute, cura, programmi nutrizionali);
- diminuzione dei servizi statali (massicci licenziamenti);
- rimozione degli ostacoli al commercio internazionale;
- deregolamentazione dei prezzi di beni e servizi;
- privatizzazione di attività produttive statali;
- svalutazione della moneta.

Qual è l’impatto di queste politiche sulla gente?

Secondo un rapporto del 1996, prodotto dalla stessa BM, in 8 dei 23 paesi esaminati si è avuto un aumento della povertà, mentre in 11 dei rimanenti 15 paesi la povertà è diminuita meno del 2%. Le spese sociali pro capite, inoltre, sarebbero diminuite nel 60% dei paesi esaminati.
I tagli alle spese sociali hanno portato a un incremento della mortalità infantile e alla diminuzione del livello scolare, con un’inversione di tendenza rispetto ai successi degli anni ‘60 e ’70.
Le privatizzazioni e la stretta monetaria hanno fatto crescere la disoccupazione.
La svalutazione della moneta ha portato a una riduzione del potere di acquisto dei salari nell'ordine del 50-60% nel giro di 15 anni.

 

BM e FMI e il debito ecologico

Secondo un documento interno della BM, datato giugno 1996, la valutazione di impatto ambientale non svolge un ruolo determinante nell’attuazione dei progetti poiché spesso viene svolta troppo tardi. BM e FMI, pur riconoscendo la rilevanza della Convenzione ONU sui mutamenti climatici, continuano a finanziare progetti che contribuiscono al riscaldamento globale del pianeta: gli studi realizzati dal Fondo per la Difesa dell’Ambiente indicano che, sui 48 prestiti accordati dalla BM a programmi energetici per un complessivo ammontare di 7 miliardi di dollari, solo 2 miliardi di dollari, solo 2 di essi considerano l’efficacia nell'uso e nella conservazione dell'energia.

 

BM e FMI e i diritti umani

L'ONU e gli organismi specializzati delle Nazioni Unite hanno fatto dello sviluppo il centro delle loro preoccupazioni, adottando una prospettiva sempre più rispettosa del Diritti dell'Uomo. Al contrario, BM e FMI non hanno mai mostrato di accettare la funzione di coordinamento attribuita all'ONU dalla Carta delle Nazioni Unite, e tanto meno di sottomettersi ai principi generali del Diritto Internazionale. Esse, infatti, forti del loro controllo sulla quasi totalità del finanziamento estero, si sono poste in contraddizione con i principi della sovranità degli Stati, del non-intervento negli affari esteri e della libera determinazione dei popoli, con il risultato di favorire la violazione massiccia e continua dei diritti dell'uomo, in particolare dei suoi diritti economici, sociali, culturali: in definitiva dei suoi diritti allo sviluppo. Secondo le analisi della BM, il monitoraggio degli effetti sociali viene trascurato in circa il 50% dei progetti della Banca e i Piani di Aggiustamento Strutturale, che rappresentano almeno la metà di programmi della Banca, raramente sono sottoposti a tali valutazioni.

A 56 anni dalla loro creazione, BM e FMI hanno dimostrato di non essere in gradsere in grado di creare le basi per un sistema di giustizia e stabilità economica al quale possano partecipare tutti i popoli del pianeta.

Le due istituzioni sono, insieme al WTO, gli attori fondamentali dell’architettura economica attuale, che sostiene che l’obiettivo primario da perseguire per migliorare le condizioni di vita dei popoli è la crescita dell’economia e del commercio.

 

Il G8 è un gruppo informale (non è una Istituzione Internazionale) che riunisce annualmente i capi di stato e di governo delle maggiori democrazie industriali (Canada, Francia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Italia, Russia e Stati Uniti) in accordo con l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) coadiuvati dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), dalla Banca Mondiale (BM) e dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).

Esso è nato da un’idea di Giscard d’Estaing (presidente francese) e di Schmitd (cancelliere tedesco) negli anni ’70 al fine di trovare nuove forme di coordinamento tra le politiche monetarie. I sei paesi del primo summit, tenutosi a Ramboillet in Francia nel 1975 erano la Francia, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Germania, il Giappone e l’Italia; in seguito nel 1° seguito nel 1976 si aggiunse il Canada diventando così G7. Dal vertice di Birmingham del 1998 la Russia partecipa pienamente alle attività del G7 dando origine al G8. Gli ultimi summit si sono tenuti a Colonia (Germania) nel 1999 e a Okinawa (Giappone) nel 2000;il summit del 2001 si è tenuto  a Genova dal 20 al 22 Luglio( con tutti i disastri di cui siamo a conoscenza).

Cosa si propongono i G8?

Obiettivo delle riunioni del G8 è discutere sulla gestione economica del mondo, sul commercio internazionale e sui rapporti con i paesi in via di sviluppo. L’ordine del giorno delle riunioni si è ampliato considerevolmente, includendo le questioni relative all’occupazione, alle comunicazioni informatiche e alle conseguenze planetarie di problemi quali l’ambiente, il crimine e le droghe.

I summit dei G8 sono "spettacoli mediatici" in cui si tenta di far pensare alla gente che il mondo sia governato dai rappresentanti di otto Stati democratici; nella realtà chi comanda il mondo non è il popolo sovrano, seppure con la mediazione di uomini e donne eletti nelle sedi istituzionali, ma una ristretta aristocrazia economica che ha acquisito il controllo della finanza, del commercio e dei mezzi di informazione.

Prima del summit, i ministri del G8 sviluppano una rete di riunioni di sostegno a livello di Ministeri del Commercio, degli Affari Esteri, delle Finanze, dell’Ambiente e del Lavor Lavoro. In base a queste riunioni e ad altre, i summit dei G8 vogliono fornire un orientamento alla Comunità internazionale stabilendo le priorità di intervento e definendo le nuove problematiche di cui dovrebbero occuparsi le Organizzazioni Internazionali.

I Governi del G8 si incontrano, inoltre, per cercare di coordinare le politiche degli otto Stati che rappresentano, sui temi che essi ritengono di volta in volta più importanti, ed è evidente che, rappresentando il G8 gli Stati più ricchi e quindi più potenti del pianeta, i loro comportamenti avranno comunque, di fatto, ripercussioni sul resto del pianeta. Le loro scelte quasi mai verranno ratificate dai parlamenti che presiedono, ma diventeranno accordi politici che condizioneranno ineluttabilmente le decisioni degli organismi sovranazionali di governo, e quindi gli sviluppi complessivi dell'intero pianeta.

I G8 nei loro summit hanno adottato soluzioni ed interventi neoliberisti, in linea con le politiche degli organismi internazionali, ma che stanno creando profondi scompensi. E' in atto un processo di globalizzazione, diretto dai paesi più potenti, che non ha precedenti nella storia umana e che determina l'affermazione di un modello dominante di convivenza tra e nelle nazioni, fondato sulla competitività.

Naturale effetto di una tale politica è il consolidamento di una società diseguale e squilibrata: il 20% della popolazione mondiale - quella dei Paesi a capitalismo avanzato – consuma l'83% delle risorse planetarie; più di 11 milioni di bambini muoiono ogni anno per denutrizione e oltre 1 miliardo e 300 milioni di persone hanno meno di un dollaro al giorno per vivere.

I summit dei G8 terminano sempre con dichiarazioni ufficiali orientate allo sviluppo dei popoli, ma nei fatti essi operano ed agiscono affinché sia il mercato a regolamentare ogni aspetto della. Vediamo di seguito alcuni argomenti da loro trattati senza arrivare a dare nessuna reale risposta.

 

Il G8 e il debito estero dei paesi poveri

 

Nel vertice dei G8 tenutosi a Colonia nel 1999 le Istituzioni Finanziarie Internazionali (FMI e BM) in seguito alle critiche a loro mosse dai G8 e di fronte al fallimento delle loro strategie, erano state costrette a rinforzare le proposte di riduzione del debito estero dei paesi poveri maggiormente indebitati. L’anno successivo, a Okinawa, i G8 si sono limitati a confermare le decisioni precedentemente prese e ad ufficializzare i risultati dell’HIPC che rimangono pesantemente insufficienti: ad oggi, un solo paese ha ottenuto la cancellazione totale del debito, l’Uganda, solo 12 paesi su 4 paesi su 41 del gruppo HIPC stanno ora beneficiando di una riduzione del servizio del debito; per questi paesi in ogni caso, la riduzione del debito è stata in media del 30% e la spesa per il servizio del debito continua ad essere superiore a quella per l’assistenza sanitaria.

 

Il G8 e l’ambiente

La Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici con il relativo protocollo di Kyoto del 1997 rappresenta, a livello internazionale, il tentativo più avanzato di affrontare una tematica ambientale di interesse planetario in un’ottica di sostenibilità, anche se le riduzioni di inquinamento in esso richieste (5-6 %) sono decisamente inferiori a quelle richieste dagli scienziati (60-80%).

Purtroppo la Conferenza dell’Aia del 2000, che avrebbe dovuto definire le procedure di attuazione del Protocollo di Kyoto, ha messo chiaramente in evidenza che non tutti i paesi industrializzati sono pronti a impegnarsi per una riduzione del proprio impatto sul sistema climatico(Bè, il caldo di quest’estate 2002, dovrà prima o poi, indurre la gente a pensare su come agire: o no?).

 

Il G8 ed il commercio mondiale

 

Dopo il fallimento della terza conferenza interministeriale del WTO tenutasi a Seattle alla fine del 1999 e le grandi dichiarazioni fatte nel summit di Okinawa sul coinvolgimento dei paesi in via di sviluppo nel WTO e sulla necessità di una sua grave; di una sua maggiore trasparenza, nulla è stato fatto in tal senso.

Intanto il WTO prosegue nei negoziati per il rinnovo dell’accordo sull’agricoltura e sul commercio dei servizi (il GATS), concependo l’agricoltura come una fabbrica del cibo che può funzionare con le regole di massimo profitto e puntando all’estensione dell’accordo sui servizi anche ai servizi di base (acqua, sanità e scuole) decretandone la liberalizzazione con il risultato di adottare i criteri di redditività per la loro gestione, escludendo così le fasce più povere della popolazione.

 

WTO

Il WTO (in italiano OMC = Organizzazione Mondiale per il Commercio) è una organizzazione internazionale a cui aderiscono 140 nazioni tra cui UE, USA, Canada e Giappone (che insieme detengono anche il 46% dei voti totali).
Il WTO è nato il 1° gennaio 1995 in seguito agli accordi siglati durante le trattative GATT nella conferenza definita Uruguay Round, terminata il 15.12.1993.
Lo scopo dichiarato è quello di incrementare il libero scambio attraverso l’abbattimento delle barriere al commercio (quali dazi, sussidi e tariffe preferenziali), con l’obiettivo di aumentare il benessere delle popolazi il benessere delle popolazioni degli stati membri.
Il WTO amministra gli accordi, sottoscritti dalle nazioni aderenti e ratificati dai rispettivi parlamenti, riguardanti l’abbassamento delle barriere commerciali e l’apertura dei mercati a prodotti e servizi:

·       agisce come foro per le negoziazioni tra gli stati;

·       definisce le procedure per appianare le dispute commerciali che nascono tra nazioni aderenti;

·       arbitra le dispute tra nazioni aderenti;

·       monitorizza le politiche nazionali impegnando i governi a mantenere trasparenti le rispettive politiche commerciali e a rispettare gli accordi sottoscritti. (Accordi GATT, GATS, TRIPs, etc.);

·       collabora in sinergia con G8, FMI e BM;

·       prende le decisioni con il metodo del consenso.

Esempi di attività svolte:

 

WTO e salute

Nel 1988 l’Europa vieta l’importazione e commercializzazione di carni trattate con ormoni. Su pressione dell’industria biotecnologica e dei produttori di carne, nel 1996 gli Stati Uniti ricorrono al WTO. Nel 1998 la commissione arbitrale (anche su parere di un gruppo di esperti, alcuni dei quali risulteranno vicini all’industria biotecnologica Monsanto) dà torto all’Europa e nel 1999 le imponegrave; torto all’Europa e nel 1999 le impone sanzioni commerciali a favore degli Stati Uniti per 116,8 milioni di dollari.

 

WTO e diritti umani

Le gravissime violazioni dei diritti umani e la sistematica violazione delle libertà democratiche perpetrate dalla giunta militare della Birmania e di molti altri paesi, specie islamici, inducono il governo del Massachusetts (USA) a rescindere i contratti di approvvigionamento con aziende che operano in quelle nazioni.
 Come cittadini europei stiamo contribuendo alla regalia di 116,8 milioni di dollari agli USA per poter evitare di mangiare carne agli ormoni.
Gli USA stanno facendo pressioni sull’Europa perché elimini o modifichi il sistema dell’eco-etichettatura (le etichette che indicano che un prodotto è biologico, o che è privo di organismi geneticamente modificati, o che è del commercio equo e solidale, ecc.) perché ritengono che queste informazioni possono indurre i cittadini a discriminare i prodotti che non hanno queste caratteristiche( beati i vegetariani: ma per poco!)..

 

L'aggiustamento strutturale

 

Il Fondo Monetario e la Banca Mondiale hanno di fatto assolto la funzione di "giudice" della credibilità dei governi debitori ed hanno condizionato rinegoziazioni del debito e nuovi finanziamenti all'avvio di programmi di aggiustamento strutturale, che prevedono in sintesi: 

-        completa liberalizzazione dei prezzi;

-        completa liberalizzazione dei salari;

-        uscita dello Stato dall'economia (privatizzazioni, ecc.);

-        riduzione della spesa pubblica;

-        eliminazione dei dazi e liberalizzazione del commercio con l'estero;

-        eliminazione del controllo sui cambi (e conseguente svalutazione).

 

Per quanto oggi la sensibilità di queste istituzioni stia lentamente mutando, coniando concetti come 'debito sostenibile', il risultato è stato quasi sempre il grave impoverimento della popolazione, che ha aumentato anziché diminuito i problemi di sottoalimentazione e di malattia.

Nel settembre 1999, il Fondo monetario e la Banca mondiale hanno deciso di abrogare la procedura di accesso a nuovi crediti, riscadenzamenti e, per i 41 paesi interessati, chiamata “ESAF” (Enhanced Structural Adjustment Facility – Facilità dell’aggiustamento strutturale avanzato), e di sostituirlo con la nuova PRGF (Poverty Reduction Growth Facility – Facilità della crescita e della riduzione della povertà), viene indicato dunque, anche se in modo ancora molto generico, come obiettivo prioritario di ogni collaborazione internazionale la riduzione della povertà.

 

Globalizzazione termine di origine anglosassone (global sta per mondiale) con cui si esprime la tendenza delle imprese a sviluppare congiuntamente processi di internazionalizzazione e di informatizzazione. Con internazionalizzazione si intende l'insieme dei processi di apertura verso l'estero da parte di entità economiche nazionali. Accanto alla forma tradizionale di internazionalizzazione che prevede il controllo diretto e maggioritario delle filiali estere, negli ultimi anni hanno acquisito sempre maggiore importanza le così dette "nuove forme" di investimento basate su accordi di collaborazione anche minoritari con parthner locali. L'adozione di queste "nuove forme" da un lato permette la penetrazione commerciale e produttiva anche in paesi caratterizzati da ostilità nei confronti di presenze straniere e dall'altro permette di ridurre i costi e la rischiosità degli investimenti all'estero. In effetti l'aumento della complessità delle organizzazioni multinazionali che operano in paesi diversi e che adottano ormai moduli operativi flessibili non più standardizzati secondo un modello unico, diventa gestibile solo se corrispondentemente aumenta la potenza e la centralizzazione del sistema informativo. Mentre i mercati divengono planetari, gli standard universali s'impongono nella finanza, nel marketing, nella comunicazione e nei trasporti.  Per i suoi maggiori sostenitori, il risultato sarà un aumento esplosivo del commercio, della produttività e della qualità della vita in tutto il mondo. Per i critici, invece, il prezzo da pagare include un accrescimento delle iniquità della distribuzione della ricchezza, una competizione al ribasso sul mercato del lavoro. Per non parlare di frequenti crisi finanziarie. In ogni caso, una cosa è certa: il processo è appena iniziato.

 Concorrenza economica forma di mercato caratterizzata dalla presenza di una moltitudine di operatori, nessuno dei quali è in grado di influire con le proprie decisioni sull'andamento delle contrattazioni. Altri requisiti essenziali sono: 1) Libertà di ingresso: consumatori e produttori devono essere liberi di accedere alle contrattazioni, se ciò conviene loro. Se manca la libertà di ingresso si parla talvolta di concorrenza imperfetta. 2) Omogeneità del prodotto: il prodotto venduto deve essere rigorosamente omogeneo; se vi sono differenze di qualità si parla di concorrenza monopolistica. 3) Perfetta informazione: tutti gli operatori devono essere informati dei prezzi che si formano nelle contrattazioni in modo da poter acquistare o vendere alle condizioni più convenienti; solo così si può giungere alla formazione di un prezzo unico per tutte le unità vendute. Questo requisito è anche detto trasparenza del mercato. 4) Simultaneità delle contrattazioni: occorre che gli scambi si effettuino simultaneamente dopo una fase di trattative che servono agli operatori per conoscere le condizioni del mercato e regolarsi di conseguenza. Solo scambi simultanei, preceduti da contrattazioni adeguate, assicurano che tutte le unità della stessa merce siano vendute allo stesso prezzo. Nella concorrenza perfetta ogni operatore, ritenendo di non poter influire sulla formazione del prezzo, considera il prezzo comune un dato e su esso regola il proprio comportamento.

 Mercato luogo nel quale avvengono le contrattazioni tra gli operatori economici, gli scambi e la formazione dei prezzi. Nella teoria economica, il termine perde ogni riferimento a un luogo geografico particolare e indica un insieme di operatori, anche distanti l'uno dall'altro purché collegati in modo adeguato. A volte invece il termine viene usato per designare l'area di diffusione di un prodotto. L'interpretazione delle funzioni attribuite al mercato all'interno del sistema economico varia dalla visione apologetica della dottrina neoclassica all'atteggiamento radicale critico dei marxisti ortodossi. Secondo la dottrina neoclassica il mercato rappresenta l'espressione più autentica del sistema capitalistico, in quanto il capitalismo, specie nella sua versione libero concorrenziale, riuscirebbe a realizzare una utilizzazione efficiente e una distribuzione equa delle risorse economiche proprio in virtù del fatto di avere sottratto la gestione delle risorse alle decisioni ai singoli individui e di averla affidata al meccanismo collettivo e impersonale del mercato. Tutti gli sforzi andrebbero quindi rivolti a far si che il mercato funzioni in modo soddisfacente, correggendone le deformazione e i guasti. Al riguardo la dottrina neoclassica distingue le varie forme di modello della concorrenza perfetta. Le principali sono monopolio, monopolio bilaterale, oligopolio, concorrenza monopolistica. Secondo la dottrina marxiana, al contrario l'apparente liberazione delle contrattazioni che pone sullo stesso piano lavoratori e imprenditori, sarebbe soltanto la superficie esteriore dei fenomeni: un'analisi volta a cogliere la sostanza del meccanismo economico rivelerebbe che il mercato altro non è che uno strumento attraverso il quale la classe dei capitalisti riafferma nei confronti del proletariato il potere che deriva dal fatto di essere proprietaria e utilizzatrice esclusiva dei mezzi di produzione.

Commercio pacifico, attività di intermediazione nella circolazione dei beni regolata nelle sue varie forme, da norme di carattere generale e speciale, tale attività è accettata senza discussione, in modo incontestabile e scontato dai soggetti che vi partecipano.

 I paesi in via di sviluppo (paesi a basso reddito, o più comunemente terzo mondo) vengono definiti dall'insieme delle caratteristiche economiche in genere un basso prodotto interno lordo pro capite. Con prodotto interno lordo si intende il valore complessivo dei beni e servizi finali prodotti sul territorio nazionale in un determinato periodo di tempo. E' dato dal valore della produzione totale di beni e servizi dell'economia, diminuito del valore dei beni intermedi consumati e aumentato delle imposte indirette applicate sulle importazioni. Tali paesi non compresi tra quelli industriali e non fanno parte dell'Europa centrale e orientale.

La pace globale è un’illusione, secondo gli autori:. Hans - Peter Martin / Harald Schumann, La trappola della globalizzazione: l'attacco alla democrazia e al benessere, Bolzano Raeltia, 1997, pag. 19 – 44.

Seattle, città degli Stati Uniti, nello stato di Washington, situata su un istmo che separa la Elliot Bay a O, dal lago Washington, a E; è la più popolosa città dello stato con 516.000 ab. (1996).

Josè Bovè, contadino francese, nemico dei Mc Donald's, delle multinazionali del cibo, è uno dei principali esponenti contro la globalizzazione selvaggia.

Mc Donald's è il più grande e meglio conosciuto fast food del mondo, con più di 26 mila ristoranti in 119 paesi. Nonostante sia il leader del settore soddisfa meno dell' 1% della popolazione mondiale.

La Word Trade Organization con 135 Paesi membri e una trentina in lista di attesa, è il foro (la sede è a Ginevra) dei negoziati commerciali mondiali (es. riduzione dei dazi doganali) e della soluzione delle dispute (legate ai casi di concorrenza sleale). Successore del Gatt dal 1995, ed esercitando il suo principale potere, quello di censura, la Wto obbliga i paesi sanzionati a prendere adeguate contromisure. Fino ad oggi, non ha incontrato grandi difficoltà. Il successo della nuova economia, ormai è una certezza, tanto da poter considerare la Wto come un vero e proprio custode del libero mercato. Tuttavia, nulla impedisce che, in futuro, si verifichino ulteriori casi di politica economica egoistica o fonte di ritorsione commerciale non ammesse

Il Millennium Round, indica la tornata negoziale avvenuta a Seattle.

L'ideologia di sinistra pare attenta ad diritti individuali e alle sfide di portata planetaria, con particolare riferimento alla questione ambientale. Richiede una forte apertura universalistica, che valorizzi le differenze etniche, culturali, religiose, sessuali. Si pone dalla parte dei deboli e di coloro che vengono sistematicamente svantaggiati dalle istituzione economiche, politiche e culturali esistenti

L'agenda per la tornata negoziale del vertice di Seattle era composta dai seguenti temi: 1)Agricoltura: nel 2000 si è riaperto il dibattito sull'ulteriore riduzione delle barriere (tariffe, sostegni interni, sussidi all'export). 2) Servizi: nel 2000 si deve proseguire verso la liberalizzazione. In discussione norme su sussidi, appalti pubblici, standard e licenze in relazione ai servizi professionali. 3) Controversie: da rivedere il procedimento per la risoluzione delle controversie. 4) Accesso al mercato: proseguirà la riduzione delle tariffe e picchi tariffari. 5) Proprietà intellettuale: è prevista la revisione delle norme sui diritti di proprietà intellettuale (brevetti, marchi, eccetera). 6) New economy: l'ampliamento dell'intesa per la liberalizzazione del commercio I - Tech. 7) Tessile: i paesi in via di sviluppo lamentano scarsi benefici dallo smantellamento dell'accordo multifibre: e chiedono che sia preso un impegno per l'eliminazione delle quote rimanenti entro il 2002. 8) Ambiente e clausola sociale: i pvs vi vedono forme camuffate di protezionismo, alcuni paesi industrializzati e diverse organizzazioni non governative chiedono che vengano esaminate norme più stringenti su ambiente e diritti dei lavoratori, la cui carenza si trasforma in un vantaggio competitivo per i prodotti dei pvs. 9) Investimenti:  la Wto può discutere un codice su certezza e trasparenza per gli investimenti esteri. 10) Concorrenza: un gruppo di lavoro verifica la fondatezza dei timori che i guadagni generati dalla liberalizzazione a livello globale vengano ridotti dall'adozione di pratiche anti - competitive.

ILO organo associato nel 1919 alla società delle nazioni e sopravvissuto al suo scioglimento. E' attualmente un'unione internazionale con sede a Ginevra della quale possono far parte a semplice richiesta tutti gli stati membri dell'ONU e anche ogni altro stato che vi sia ammesso secondo procedure regolate dallo statuto il quale prevede anche possibilità di recesso. I suoi organi sono la conferenza generale, il consiglio di amministrazione e l'ufficio internazionale del lavoro. La sua attività consiste nell'elaborazione di progetti di convenzioni in materia di tutela del lavoro e di indirizzare sullo stesso oggetto raccomandazioni agli stati aderenti.

Biotecnologia tecnologia mirante allo sfruttamento di processi biologici per la produzione di beni e di servizi. Esistono biotecnologie tradizionali (produzione di vino, birra, formaggi, ecc.) e biotecnologie moderne, con l'applicazione in zootecnia (bioproteine), agraria (controllo biologico dei parassiti), medicina (produzione di anticorpi, enzimi, antibiotici).

Il ruolo multifunzionale  è richiesto dall’Europa in agricoltura, per  tenere conto non solo degli aspetti produttivi, ma anche delle salvaguardie ambientali , di sicurezza della salute e dello sviluppo delle zone rurali.

L'Europa durante il vertice di Seattle ha combattuto duramente contro l'eliminazione dei sussidi all'agricoltura e anche al settore manifatturiero. Si è dimostrata disposta a ridurli ma non ad eliminarli come invece richiedevano gli USA e i paesi appartenenti al gruppo di Cairns.

Il Web come vetrina delle imprese. E' economico, globale, veloce senza costose intermediazioni. Ecco perché gli esperti predicono un'esplosione delle transazioni al dettaglio online. E le vendite al minuto non sono che una parte dell'intero quadro. Se, da un lato, solo una piccola parte degli utenti della Rete ha già fatto acquisti on - line (la sicurezza è ancora un grosso problema), la stragrande maggioranza ha già utilizzato Internet per cercare informazioni su quali prodotti comprare off - line. Le industrie della vendita per corrispondenza sono evidentemente un target. I rivenditori on - line non devono far fronte agli alti costi di stampa e di spedizione del catalogo, né devono ingaggiare personale per le ordinazioni al telefono. I mercati più ricchi per la vendita diretta sono la componentistica per computer, i libri, la musica, i viaggi e la finanza. 

Commercio mondiale. Se tutti gli essere umani fossero onniscienti, la maggior parte degli scambi non avrebbe più alcun senso. Quale motivo spinge gli individui all'acquisto di titoli, se non le incertezze sul vero valore delle aziende? Fortunatamente, nessuno è onnisciente. Il mercato si è rivelato, fino a oggi, il mezzo più affidabile per superare i limiti in cui l'uomo prima o poi, s'imbatte, quando deve stabilire cosa costruire comprare o vendere. I mercati sono una democrazia, o qualcosa di simile. Se non altro, garantiscono agli individui piena libertà di scelta. Certo, i mercati non sono perfetti, ma le alternative lo sono ancora meno. Cfr. Vocabolario…, op. cit., pag. 51

La globalizzazione dal volto umano Il fascino della globalizzazione si mescola con le contraddizioni e le miserie che affliggono il mondo, nonostante i successi di Wall Street e l'inarrestabile ascesa di Internet.

La Pianificazione economica è la determinazione dei valori effettivi di certe variabili economiche in conformità a  quanto stabilito per esse da un'apposita agenzia, che, quando la pianificazione riguarda l'intera economia o una sua gran parte, è un'agenzia dell'amministrazione pubblica centrale. Le variabili pianificate riguardano fondamentalmente quantità fisiche di beni prodotti e di risorse produttive impiegate nella loro produzione. L'elenco di queste quantità che in effetti specificano uno stato dell'economia o di una sua parte è il piano.

DAVOS E' dal 1971 che si svolge a Davos il Word Economic Forum, grande dibattito sull'economia mondiale. All'inizio si caratterizza come un comitato d'affari del capitalismo europeo. Nel 1973, dopo la crisi petrolifera si allargano gli interessi al resto del mondo. Nel 1982 con l'ingresso della stampa il Forum diventa anche grande evento mediatico. Alle discussioni di carattere politico seguono anni più tecnici, dominati dalla rivoluzione elettronica, da Internet e da mito del villaggio globale.

L’ala dura, è l'insieme dei soggetti che manifestano contro la globalizzazione e che appartengono ai gruppi dei centri sociali e delle organizzazioni ambientaliste.

 L’ Hedging è l’ operazione di acquisto o vendita conclusa allo scopo di bilanciare rispettivamente una vendita o un acquisto, già fatti o in via di perfezionamento, così da annullare un'eventuale fluttuazione di prezzo.

Internet è la denominazione della emergente rete informatica mondiale, costituita da migliaia di reti fisiche che si possono scambiare dati per mezzo dei protocolli TCP/IP. L'88% degli utenti Internet vive nei paesi industrializzati, contro lo 0,3% che abita nei paesi poveri. La grande maggioranza della popolazione del mondo è ancora privata del tutto dell'accesso a Internet. Questa frattura si instaura anche all'interno dei paesi ricchi tra uomini e donne, giovani e vecchi, tra persone che sanno leggere e non, tra zone urbane e rurali, ma anche tra chi parla inglese e chi no, tenuto conto che l'80% dei siti Web è in questa lingua.

La tuta bianca è diventata un simbolo , un indumento che indica appartenenza ai  gruppi.che protestano contro la globalizzazione selvaggia. Sono nate nel 1994, da una battuta del  sindaco di Milano, Formentini, il quale definì “fantasmi” che non facevano paura a nessuno, i giovani sgomberati dal centro sociale Leoncavallo. Da allora, questa divisa, assunse significato politico: designava gli invisibili, quelli che la globalizzazione voleva spazzare dalla scena sociale. Sono pacifisti non pacifici(difatti, sono presenti in ogni dove si riuniscono i G8, i Paesi più industrializzati del mondo, tra cui l’Italia) e si trovano anche in Grecia, in Spagna, in Filandia, negli Stati Uniti. Molto probabilmente, il Wto del 16 luglio 2001 a Genova sarà l’ultimo. Il prossimo, infatti, si terrà nel Qatar, paese arabo dove ai ribelli viene tagliata la testa e le mani.

Tebio, la cittadella(Genova) dove si è svolta la Prima Mostra delle biotecnologie il 25.05.1999.

 I Mobilitebio, è l’organizzazione che raccoglie centinaia di gruppi: ecologisti, associazioni laiche e cattoliche, Centri Sociali.

Ormoni Alla fine degli anni '80, l'Unione Europea decise di vietare l'uso degli ormoni nell'allevamento dei manzi da carne e soprattutto proibì le importazioni di carne agli ormoni dagli Stati Uniti d'America con il motivo di tutelare la salute dei suoi cittadini. Tale decisione non fu affatto gradita dagli USA. Nel 1996, il governo di Washington, brandendo uno dei potenti accordi della globalizzazione, trascinò l'Europa davanti ai giudici della WTO. La procedura si concluse con la condanna inappellabile dell'Europa. L'Europa comunque non si è piegata e ha continuato a tenere la carne agli ormoni fuori dai suoi mercati. Il WTO è allora tornato alla carica e nel luglio del '99 i suoi giudici hanno condannato l’Unione europea ancora a pagare un prezzo altissimo: 340 miliardi all'anno sotto forma di sanzioni commerciali americane. Tali sanzioni autorizzate dal WTO hanno colpito le esportazioni europee più pregiate, e fra le vittime italiane si contano i pomodori pelati, i succhi di frutta, il pane e soprattutto il tartufo.

OCSE: Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Organismo internazionale costituito nel 1961 in sostituzione dell'OECE (Organizzazione europea per la cooperazione economica). Nell'ambito dell'OCSE rappresentanti dei governi ed esperti si riuniscono periodicamente, per adottare di comune accordo misure atti a un miglior coordinamento dei rispettivi sistemi economici. Scopi dell'OCSE sono: favorire lo sviluppo economico dei paesi membri, accrescere il livello di occupazione, mantenendo nello stesso tempo sotto controllo il tasso di inflazione, eliminare o comunque contenere gli ostacoli agli scambi internazionali, favorire il funzionamento di un soddisfacente sistema multilaterale dei pagamenti internazionali, fornire aiuto e assistenza economica ai paesi in via di sviluppo L’attività dell'OCSE si articola in comitati di studio (politica economica, scambi commerciali, assistenza allo sviluppo ecc.) incaricati di elaborare studi e proposte da sottoporre ai governi. Il segretario dell'OCSE pubblica statistiche e dati previsionali, concernenti le economie dei paesi membri.

Le tecnologie  sono valutate diversamente: molti pensano che più che aiutare la crescita possono aumentare le differenze. Il compito dei governi è promuovere lo sviluppo equilibrato, e rimuovere i confini dello sviluppo stesso. Solo in tale modo, si può ottenere stabilità e progresso per il mondo.

Secondo gli studi più recenti nel XXI secolo Internet e l’ingegneria genetica saranno sostituite dalle nanotecnologie, cioè la manipolazione della materia atomo per atomo che permetterà un controllo assoluto su tutti i materiali in qualsiasi campo. medicina, industria, ambiente, corpo umano… Però già da ora scatta l’allarme: chi sarà in grado di costruire i miliardi e miliardi di nanorobot e di verificare che essi vengano usati solamente per migliorare le condizioni di vita di tutta l’umanità, senza discriminazioni di sorta

Il Capitale umano è il risultato delle spese sostenute per aumentare la capacità professionale dei lavoratori attuali e futuri. Queste spese devono essere confrontate coi benefici che possono derivare dall’accresciuta qualità e produttività del lavoro, prima di decidere se convenga o meno sostenerle. Il concetto di individuo che investe in se stesso comporta notevoli implicazioni e applicazioni, per cui si può parlare di una vera e propria teoria del capitale umano. Essa si applica non solo all'investimento nell'istruzione scolastica ma anche all'investimento diretto all'apprendimento sul posto di lavoro. Quest'ultimo tipo di apprendimento, riveste un ruolo molto importante soprattutto nei sistemi economici complessi e diversificati, dove la professionalità si acquisisce dopo una lunga esperienza. La teoria è in grado di spiegare l'esistenza di differenze retributive fra le diverse occupazioni, che richiedono professionalità diverse e quindi anche tempi diversi per ottenerle.

Monopolio mercato in cui l'offerta di un determinato bene o servizio è tutta nelle mani di un'unica impresa, mentre la domanda è suddivisa fra numerosi compratori. Caratteristica essenziale de monopolio è che il bene o il servizio non può essere riprodotto se non dal monopolista. Si parla di monopolio legale quando è la stessa legge a prevedere che la produzione e l'offerta di un bene o di un servizio siano attribuite in esclusiva allo Stato o a un privato. Si definisce monopolio naturale quello che trae origine dalla limitazione o dalla ubicazione dei fattori produttivi.

Lo sviluppo, in generale, designa il processo di crescita della produzione dei beni a disposizione di una certa popolazione. Quando entrambe queste grandezze crescono allo stesso ritmo e il prodotto pro capite rimane costante si può parlare di sviluppo estensivo; mentre quando il ritmo di crescita del prodotto eccede quello della popolazione si può parlare di sviluppo intensivo

Tasse prelievi a favore dello Stato o di altro ente pubblico, cui è assoggettato obbligatoriamente il contribuente. Tale prelievo è correlato a una prestazione da parte dello Stato o di altro ente pubblico.

Costo, ciò a cui bisogna rinunciare per ottenere qualcos'altro (in campo economico beni o servizi). La rinunzia può essere espressa in moneta, cioè dalla somma spesa per acquistare i materiali necessari per produrlo o in termini di mancato godimento di altri beni. Il valore dei beni cui si è rinunciato si dice costo opportunità

Costo del lavoro è la principale componente variabile del costo di produzione. E' variabile in quanto all'aumentare della produzione aumenta anche l'impiego di lavoro (e viceversa) diversamente da quanto si presume accada al capitale, che viene definito fattore "fisso" di produzione (almeno nel breve periodo) e che quindi, da luogo a un costo fisso. Un importante specificazione della nozione del costo del lavoro è rappresentata dal costo del lavoro per unità di prodotto. Questa costituisce un indicatore fondamentale dell'andamento delle condizioni di produzione della competitività tra le industrie di paesi diversi. La variabile lavoro come fattore produttivo non è però da intendersi in modo astratto. Anche nell'uso della forza lavoro si sperimenta una certa rigidità che per ragioni storico sociali legate, per esempio, in Italia alla maggior presenza e forza dei sindacati è andata crescendo nel tempo, cosicché si è cominciato a dire che il lavoro è un fattore "quasi fisso" di produzione o addirittura fisso. Ciò significa che ha assunto le stesse caratteristiche del capitale. Entrambi i fattori produttivi danno quindi luogo a un costo, che rimane sostanzialmente fisso (o per lo meno alquanto rigido) di fronte alle vicende congiunturali, cioè di fronte alle variazione della domanda e della produzione. Il concetto del costo del lavoro è anche riferito al costo del lavoro per dipendente cioè alla spesa che l'impresa deve sostenere per ogni dipendente. Tale concetto deve essere legato, per trovare applicazione, all'unità di tempo presa in considerazione (anno, mese, settimane, ecc.) in genere anche se non sempre, il periodo di tempo scelto è quello che si riferisce al periodo di paga dei lavoratori. La retribuzione del dipendente è la componente più importante ma non l'unica di costo. L'altra componente è costituita dagli oneri provvidenziali e assicuratativi, che l'impresa deve pagare per ogni dipendente occupato. Tali oneri, in Italia sono calcolati in percentuale dalla stessa retribuzione e sono destinati a coprire le spese che gli enti previdenziali e assicurativi sostengono per pagare le pensioni, le indennità di disoccupazione, la casse integrazione ecc.

Azienda: complesso dei beni organizzati dall'imprenditore, per l'esercizio dell'impresa (art. 2555 c.c.).

Diritto di brevetto, diritto esclusivo (riservato a chi abbia ottenuto un brevetto per una invenzione industriale) di attuare l'invenzione e di disporne entro i limiti e alle condizioni stabilite dalla legge (art. 2584 c.c.). Possono costituire oggetto del brevetto le nuove invenzioni, atte ad avere un'applicazione industriale (art. 2585 c.c.). Per ottenere la facoltà esclusiva di attuare l'invenzione e di trarne profitto, è necessario che l'invenzione stessa abbia carattere di novità. Il brevetto viene concesso dall'Ufficio centrale dei brevetti, su domanda documentata di chi si dichiara inventore. I diritti nascenti dalle invenzioni industriali, tranne il diritto di esserne riconosciuto autore, sono trasferibili (art. 2589 c.c.). L'alienazione del brevetto è operata o con la vendita del brevetto e di tutti i suoi diritti o con la concessione ad altri dello sfruttamento; quest'ultima avviene con il contratto di licenza. Il periodo di sfruttamento esclusivo dura quindici anni dalla data del deposito della domanda per la concessione senza possibilità di proroga (art. 4 R:D: 29 giugno 1939 n. 1127).

Ambiente avanzato in cui le piccole e medie imprese possono operare creando una rete di vantaggi accessibili a tutti in modo equo.

Fondo monetario internazionale, organizzazione nata nel 1994 a seguito degli accordi di Bretton Woods. Ha lo scopo di promuovere la cooperazione nel settore monetario e la stabilità dei cambi e, a tal fine, utilizza un capitale versato proporzionalmente dagli Stati membri. La sede è a Washington, ma esiste un ufficio a Parigi per l'Europa.

Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo, è un istituto di credito internazionale, con sede a Washington, creato nel 1945 con l'entrata in vigore degli Statuti della Conferenza di Bretton Woods. Il suo scopo principale è la concessione di mutui agli Stati membri per investimenti produttivi. Nata per contribuire alla ricostruzione postbellica, ha successivamente indirizzato la sua attività esclusivamente verso i paesi in via di sviluppo operando sia direttamente sia attraverso istituti affiliati, l'Associazione internazionale per lo sviluppo (IDA) e la Società finanziaria internazionale (IFC).

 “Il nostro mondo non è in vendita” è lo slogan di protesta nato da Josè Bovè e dagli agricoltori - allevatori francesi.

La cancellazione del debito dei paesi poveri, è richiesta da parte di organizzazioni laiche, religiose, del volontariato, della cooperazione, ambientaliste, sindacali e della società civile. Tale  problema colpisce attualmente più di un miliardo di persone.

L’Italia, anche per i continui richiami di Giovanni Paolo II e il movimento “Sdebitarsi”, ha condonato il debito dei paesi più poveri ed ha una funzione di traino per l’attuazione di una globalizzazione etica.

Monreal(Canada). Non sempre agli incontri internazionali partecipano tutti i paesi. A Monreal erano presenti: gli USA, la Germania, l’Inghilterra, il Giappone, l’Italia, il Canada e la  Gran Bretagna e i rappresentanti di Argentina, Australia, Brasile, Cina, India, Indonesia, Corea del Sud, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa e Turchia.

Melbourne(Australia) dall'11 al 13 settembre 2000, si sono riuniti i grandi della finanza e dell'economia mondiale in occasione del Forum annuale dell'economia. Anche a Melbourne la protesta era stata annunciata. In questo caso si è contestato la globalizzazione, con la richiesta della difesa dei diritti degli aborigeni, il rifiuto della clonazione, l’educazione alla sanità. Vi era una galassia di sigle di sindacati, dei partiti di sinistra, degli ambientalisti, ecc. .I manifestanti sono arrivati a Melbourne da tutto il Pacifico e hanno montato pedane e bancarelle sulla passeggiata lungo il fiume Yarra. La manifestazione ha avuto temine con il primo giorno delle olimpiadi. Il bilancio della manifestazione si  è concluso con 11 persone ricoverate e 150 ferite. Inoltre è stata annullata la conferenza di Bill Gates che si schierava a favore della globalizzazione

Mercato finanziario luogo di incontro della domanda e dell'offerta di moneta e di titoli di credito a scadenza breve e lunga, mediante i quali i settori eccedentari dell'economia ( principalmente le famiglie) trasferiscono fondi a quelli deficitari (principalmente lo stato e le imprese produttive) direttamente o con l'ausilio di intermediari finanziari. Il luogo fisico di incontro degli operatori è detto "piazza" o con eccezione giuridicamente più limitata, "borsa valori".

L’evasione fiscale è un comportamento con cui il contribuente riduce illecitamente il suo debito di imposta. Nella legislazione italiana a seconda della sua gravità, l'evasione è considerata reato o illecito civile ed è punita quindi, rispettivamente o con le sanzioni che il diritto penale prevede oppure con le sanzioni attribuite nell'ambito tributario. L’identità è condizione d’idee, di cose, di persone che siano uguali ad altre in tutto e per tutto,  completa corrispondenza. Inoltre sotto un approccio filosofico, l’identità può essere spiegata come carattere di tutto ciò che è uno, che è sempre lo stesso, pur manifestandosi sotto forme diverse.

 L'essere differente, la diversità, la dissomiglianza (fra persone od oggetti). Secondo la logica formale, qualità o determinazione propria di una cosa o di un concetto, che distingue questo da altri forniti di qualità o di determinazioni diverse, perciò non si confondono.

I Gruppi solidaristi  si ispirano a sentimenti di fratellanza, di vicendevole aiuto fra i membri di una collettività.

I marxisti sono seguaci del marxismo, tale teoria sviluppata da K. Marx e F. Engels fa delle forze produttive e dei rapporti di produzione la base della società divisa in classi, con le sue sovrastrutture giuridiche, politiche e ideologiche che esercitano un controllo sulla struttura sociale.

Gli anarchici sono soggetti appartenenti a dottrine e movimenti politici sociali che intendono sostituire un ordine sociale basato sulla forza dello stato in un ordine fondato sull'autonomia e la libertà degli individui.

I radicali sono un gruppo d’opinione che si batte per la modernizzazione della vita politica ed economica e in particolare scende in campo per difendere alcuni  temi (laicismo, divorzio, emancipazione della donna, antimilitarismo, libertà di ricerca scientifica, eutanasia, ecc.).

Rete, in informatica, serie d’elaboratori interconessi che possono scambiarsi informazioni e risorse.

Il pc è un insieme di dispositivi capaci di assumere informazioni di vario tipo, trasformarle in segnali elettrici e, o, magnetici, secondo opportuni codici, effettuare operazioni aritmetiche, di comparazione, di selezione, ecc. secondo una sequenza prestabilita, per ritrasmettere i risultati in forma opportuna.

Il Modem è un’abbreviazione di Modulator Demodulator, dispositivo di conversione dei segnali digitali generati dall'elaboratore in onde modulate trasmissibili a distanza (via telefono, radio) e viceversa. Cfr. Angelo Gallippi, Internet, parola per parola, Tecniche Nuove, Milano, 1995

 Il Public Citizen, è il punto di riferimento sul web per tutto ciò che riguarda consumi, commercio internazionale, sviluppo ecocompatibile, globalizzazione e biotecnologie.

Multinazionale impresa caratterizzata dall'esistenza d’impianti di produzione in diversi paesi: tipicamente il paese d’origine conserva il "quartier generale", mentre la produzione viene in parte (se non interamente) effettuata all'estero. Pertanto, la costruzione di una multinazionale richiede il trasferimento di fattori produttivi, soprattutto di capitali e per questa ragione si tende a identificare tale processo con quello d’investimento diretto all'estero.

Il protocollo di Kyoto
Firmato nel dicembre del 1997, il protocollo di Kyoto indica gli obiettivi internazionali per la riduzione dei sei gas cosiddetti ad effetto serra (anidride carbonica, metano, protossido di azoto, perfluorocarburo, idrofluorocarburo e esafloruro di zolfo), ritenuti responsabili del riscaldamento globale del pianeta che potrebbe portare a gravissime modifiche del clima. L'obiettivo fissato è una riduzione media del 5,2% dei livelli di emissione del 1990, nel periodo 2008-2012.
Per alcuni Paesi è prevista una riduzione maggiore (8% l'Unione europea, 7% gli Stati Uniti, 6% il Giappone). E' proprio questa la ragione della recente marcia indietro decisa dall'amministrazione Usa guidata da George Bush, che ritiene queste limitazioni "differenziate" ingiuste e innammissibili. In particolare, gli Stati Uniti sostengono che la Cina dovrebbe essere obbligata a riduzioni pari a quella imposte a Ue e Usa.
Per altri Paesi, considerati in via di sviluppo, sono stati fissati obiettivi minori. Per la Russia e l'Ucraina, ad esempio, l'obiettivo da raggiungere è la stabilizzazione sui livelli del 1990.

Perché il protocollo di Kyoto entri in vigore è necessario che sia ratificato da almeno dal 55% dei Paesi che l'hanno sottoscritto (sono 84, in tutto). Questi Paesi però devono avere un 'peso' inquinante pari ad almeno il 55% delle emissioni del 1990. L'impegno a ridurre le emissioni deve cioè essere preso da "grandi inquinatori" per divenire vincolante per tutti. Se lo sottoscrivono tanti Paesi piccoli e poco inquinatori, questo non è sufficiente.
 All'inizio di aprile 2001 la convenzione di Kyoto era stata ratificata soltanto da 33 Paesi, tutti in via di sviluppo: Antigua e Barbuda, Azerbaijan, Bahamas, Barbados, Bolivia, Cipro, Ecuador, El Salvador, Guinea equatoriale, Fiji, Georgia, Giamaica, Guatemala, Guinea, Honduras, Kiribati, Lesotho, Maldive, Messico, Micronesia, Mongolia, Nicaragua, Niue, Palau, Panama, Paraguay, Romania, Samoa, Trinidad e Tobago, Turkmenistan, Tuvalu, Uruguay e Uzbekistan. Alcuni di questi hanno ratificato il protocollo anche se nel 1990 non lo avevano firmato.
Tra i Paesi che hanno ratificato l'accordo, vi sono diverse isole che con l'innalzamento del livello degli oceani provocato dal riscaldamento globale rischiano di scomparire, mentre non ha ratificato la convenzione nessuno dei grandi Paesi industrializzati che potrebbero portare al raggiungimento del quorum del 55% necessario per l'entrata in vigore del trattato.
Se, come annunciato dal presidente George W. Bush, gli Stati Uniti - che da soli rappresentano il 36,1% delle emissioni di anidride carbonica - non ratificheranno l'accordo, sarà quindi difficile raggiungere il quorum previsto per l'entrata in vigore del trattato. Tra gli altri "grandi inquinatori" ci sono l'Unione europea il 24,2% delle emissioni e la Russia il 17,4%.

L'effetto serra è un fenomeno: parte del flusso di radiazione infrarossa (termica)  riflessa dalla superficie terrestre, è dispersa, tende a diminuire con l'aumento della concentrazione di Co2 nell'atmosfera, con un conseguente aumento della temperatura media. Tale fenomeno, indotto dall'uso intensivo di combustibili fossili e in misura minore, dai prodotti vulcanici è stato aggravato nella seconda metà del secolo XX dall'intensa deforestazione che riduce le capacità di riassorbimento della CO2.

Catastrofe ambientale derivante da un uso improprio della tecnologia è il caso del Perù e della Repubblica del Kyrgizstan. Attraverso l'agenzia Ifc (agenzia che realizza i progetti per conto della Banca Mondiale), la Banca Mondiale è azionista della miniera Yanacocha in Perù, la più grande miniera d'oro dell'America Latina e una delle più grandi del mondo. La miniera è di proprietà della Newmont Corporation americana che già opera con grande impatto sociale ed ambientale in altri paesi, come Filippine e Indonesia. La miniera usa cianuro per sintetizzare l'oro e ha provocato un grave inquinamento delle sorgenti d’acqua potabile utilizzabile dai campesinos locali. Negli ultima anni, la miniera ha violato per almeno 200 volte gli standard fissati dall'Organizzazione mondiale per il commercio. Caso simile è quello della miniera d'oro di Kumtor, nella Repubblica del Kyrgizstan: due anni fa si è verificato un grave incidente con versamento di cianuro nelle acque dei fiumi circostanti che hanno causato la morte di una decina di persone e l'avvelenamento di molte altre. Altro esempio significativo e più vicino a noi è stato l'inquinamento di cianuro nel Danubio e del fiume Tisza nel febbraio del 2000.

[1] I profitti previsti dalla valanga d’innovazioni biotecnologiche sono enormi. I proventi del mercato dell'ingegneria genetica, il cui valore è oggi stimato tra i 20 e i 30 miliardi di dollari, dovrebbero raggiungere i 110 miliardi nel 2005. Nello stesso anno, il mercato americano delle piante transgeniche ammonterà, secondo la ditta Monsanto, a sei miliardi di dollari. Con queste premesse, non ci si stupisce di vedere giganti industriali quali Monsanto, Novartis, Rhône-Poulenc, Pioneer-DuPont o Lafarge-Coppée studiare attentamente questi nuovi sbocchi di mercato. Le ristrutturazioni delle multinazionali privilegiano la chimica, mentre la concentrazione, tendenza costante della storia del capitalismo, procede in modo molto deciso sotto il controllo degli americani. Nel settore della biotecnologia agricola, la ricerca è controllata da quindici ditte private, tredici delle quali sono americane e solo due europee.

Gli organismi geneticamente modificati(ogm) sono organismi il cui materiale genetico è stato modificato in laboratorio. Numerosi ogm sono già usciti dai laboratori e con essi sono stati coltivati, in tutto il mondo 2,8 milioni di ettari nel 1998 saliti a 70 milioni nel 2000. L'agrobusiness è nelle mani di cinque multinazionali: Monsanto, Du Pont, Novartis, Advanta e Aventis, oltre ai gruppi sementieri Limagrain e Semenis. Le colture transgeniche nel mondo, in termini percentuali vedono al primo posto la soia (54%) seguita dal mais (28%) dal cotone e colza (9%).

Il principio precauzionale richiede garanzie per la tracciabilità degli ogm, l'etichettatura in modo da riconoscere la composizione del prodotto e da dove arriva, una maggiore responsabilità da parte delle multinazionali produttrici, e una maggiore trasparenza rispetto la ricerca. Per poter essere applicato in modo completo è stata chiesta l'abolizione della moratoria cautelativa. Tale moratoria fu proclamata il 25 giugno 1999 da cinque stati (Francia, Italia, Grecia, Danimarca e Lussemburgo) e riguardava la commercializzazione dei cibi transgenici. Il progetto di direttiva che dovrà essere approvato dal nuovo Parlamento europeo e dovrebbe entrare in vigore nel 2001 stabilisce che i nuovi Ogm (Orgamismi geneticamente modificati) non abbiano più autorizzazione illimitata, ma siano riesaminati con data decennale.

 

AIDS sindrome da immunodeficienza acquisita. Una reazione di tipo autoimmune sommata all'effetto del virus HIV,  fa si che le cellule infettate siano distrutte con conseguente scompaginamento di tutto il sistema immunitario.

Biodiversità. L'unico testo internazionale sulla biodiversità in quanto tale è la Convenzione internazionale sulla diversità biologica firmata nel giugno 1992 a conclusione del Summit dellaTerra a Rio ed entrata in vigore il 24 dicembre dell'anno successivo. I suoi obiettivi, enunciati nel primo articolo, sono: "La conservazione della diversità biologica, la costante utilizzazione dei suoi elementi e la corretta ed equa suddivisione dei vantaggi derivanti dallo sfruttamento delle risorse genetiche, soprattutto grazie ad una soddisfacente possibilità d’accesso alle risorse genetiche e ad un adeguato   trasferimento delle tecniche relative, nel rispetto di tutti i diritti sulle risorse stesse e sulle tecniche, e grazie ad un adeguato finanziamento".Chi non sottoscriverebbe un programma in apparenza così ragionevole? Probabilmente tutti coloro la cui curiosità non si spingesse fino a leggere l'articolo tre in cui si dice: "Gli stati hanno il sovrano diritto di sfruttare le risorse secondo la propria politica ambientale" o ancora l'articolo 15, , il quale stabilisce che "il potere di decidere l'accesso alle risorse genetiche appartiene ai governi ed è regolato dalla legislazione nazionale". E' evidente che con queste disposizioni la convenzione del 1992 rifiuta di applicare alle risorse genetiche lo statuto di patrimonio comune dell'umanità.

Le Risorse naturali sono l’insieme di risorse non prodotte, idonee a generare materie prime e servizi utilizzabili nei processi di produzione e di consumo. Le risorse naturali possono essere riproducibili (es. le foreste) o non riproducibili.

 La ridistribuzione , indica l'insieme delle misure di politica economica tese a modificare la distribuzione del reddito, generalmente allo scopo di accrescere le condizioni di benessere dei meno abbienti. E’ attuata mediante un ventaglio d’operazioni sia di prelievo sia di spesa. Il prelievo tributario, ispirato al criterio della capacità contributiva prevede per l'imposizione diretta aliquote marginali crescenti ed esenzioni e detrazioni il cui peso diminuisce al crescere del reddito. Dal lato della spesa, la ridistribuzione può essere effettuata con prestazioni in natura, con prestazioni in moneta o con una combinazione dei due strumenti. Le prestazioni in natura comprendono l'insieme dei beni e servizi pubblici offerti gratuitamente o sottocosto alla collettività e in particolare ai percettori di bassi livelli di reddito: le refezioni gratuite negli asili e nelle scuole, gli abbonamenti per i trasporti pubblici, l'assistenza sanitaria per la quale i ticket, sono alcuni fra i possibili esempi. L'obiettivo specifico è quello di facilitare il consumo di beni ritenuti meritori da parte delle classi sociali più povere.

"Attaccare la povertà" è  il titolo del rapporto sullo sviluppo mondiale 2000 - 2001 presentato ufficialmente dalla Banca Mondiale. Rispetto al documento sullo stesso tema di dieci anni prima, che puntava da una parte sulla crescita ad alta occupazione attraverso l'apertura economica e gli investimenti in infrastrutture, e dall'altra sulla fornitura ai poveri di servizi essenziali come l'istruzione e la sanità, le nuove ricette della Banca Mondiale si basano su un concetto più esteso di povertà e chiedono anche politiche "sociali" che aiutino a rimettere in circolo gli esclusi. I poveri non si definiscono più solo per il loro reddito e livelli bassi di istruzione e assistenza sanitaria, ma anche perché sono vulnerabili ed esposti al rischio, non hanno potere. Le esperienze degli anni '90 dal crack finanziario asiatico, alle guerre nella regione sub- sahariana, alla caduta delle repubbliche ex- sovietiche (dove l'economia di mercato è esplosa senza che vi fossero istituzioni adeguate e con effetti disastrosi) hanno fatto le loro vittime e hanno spinto la Banca a una certa autocritica. Non a caso proprio nell'area che comprende Europa ed Asia centrale, i poveri sono saliti da 1.1 milioni del 1987, ai 24 milioni del 1998. Così la strategia della Banca  punta su tre linee principali, avvertendo comunque che non esiste una formula unica ma che ogni situazione avrà bisogno di interventi calibrati in modo diverso. In primo luogo, bisogna dare opportunità ai poveri "espandendo tra le opportunità economiche attraverso gli stimoli alla crescita economica, rendendo i meccanismi più efficienti per loro" e consentendogli di progredire attraverso il possesso della terra e l'istruzione. La seconda linea riguarda la lotta all'esclusione sociale "rafforzando la capacità dai poveri di prendere decisioni che influenzano le loro vite e rimuovendo le discriminazioni basate sul sesso, la razza, l'appartenenza etnica e lo status sociale". Infine, la Banca punta sulla sicurezza, chiedendo ai governi di "ridurre la vulnerabilità dei poveri alle malattie, agli choc economici, alle carestie ai disastri naturali e alla violenza". Proprio il secondo punto, la lotta all'esclusione sociale è l'aspetto più rivoluzionario del rapporto. La Banca non suggerisce certo esplicitamente formule di governo ai Paesi più poveri, ma le sue parole sono chiare: "le istituzioni statali devono essere aperte e responsabili verso tutti. Questo significa avere istituzioni trasparenti, con meccanismi democratici e partecipativi per prendere decisioni e controllare la loro applicazione, sostenute da sistemi legali che aiutino la crescita economica e promuovano l'eguaglianza di fronte alla legge". Ma anche al ricco Occidente, avverte il rapporto, toccherà fare molto di più. Gli aiuti internazionali non sono più l'unica forma di assistenza: i Paesi sviluppati dovranno collaborare a livello internazionale per "ridurre il rischio di crisi economiche", promuovere l'accesso dei prodotti dei Paesi poveri sui loro mercati, salvaguardare i diritti dei poveri rispetto ai brevetti, "assicurare la voce ai poveri nei forum globali" e "rafforzare la capacità dei paesi poveri di rappresentare i loro interessi" in sedi come il Wto.

Secolarizzazione. In Europa, negli ultimi trenta anni, la secolarizzazione aveva rappresentato una delle principali rivoluzioni culturali, vale a dire il progressivo diffondersi della logica della secolarizzazione cui conseguiva l'abbandono di tradizionali modelli ed abitudini, ha finito per affermarsi come prospettiva e principio guida del mondo moderno. L'eclissi della religione prima che nei fatti, era nei programmi sia della razionalità capitalistica ,sia di quella socialista, tanto a destra quanto a sinistra, nel materialismo come nell'idealismo laico o pragmatista, sia nell'ideologia del consumismo, come in quella dell'eguaglianza. In tutti i casi modernità significava, in primo luogo, riportare su questa terra, secolarizzare, appunto, il presente ed il futuro dell'uomo, la sua condizione e possibilità. Si poteva, quindi, parlare di "religione civile" se non di "religione della modernità". Il principio di secolarizzazione, noto come processo inarrestabile di laicizzazione, che richiama e si contrappone, appunto, alla dimensione religiosa, produsse, la certezza di una progressiva e inconvertibile deriva di scristianizzazione, capita, più in generale, come ateismo delle società industriali. Questa verità, che ha orientato il mondo moderno, ha toccato il suo apice nei programmi e nelle ideologie sia di tipo capitalistico- razionali che socialiste, ideologie, appunto, assunte come religioni civili. La stessa religione occidentale ha subito una forte spinta alla secolarizzazione, con l'affievolirsi della sua vocazione alla ricerca esistenziale e con l'affermarsi di una tendenza verso l'istituzionalizzazione. Il mondo cattolico occidentale, in particolare, ha finito col compromettersi con la razionalità capitalistica e ha via via attenuato la propria tensione sacrale. Se la Chiesa occidentale attuale manifesta la propria difficoltà a ritrovare la propria tensione verso il sacro, che è ciò che alimenta qualsiasi religione, la società post moderna, da parte sua, pare aver smarrito quegli ideali, necessari a qualsiasi ideologia politica.

 Libera scelta E' solo con l'avvento della società moderna che la libera scelta e il diritto all’auto- realizzazione dell'individuo divengono valori fondamentali, benchè l'individualismo abbia radici più antiche  nella cultura occidentale. Si afferma l'idea che un individuo sia libero di scegliere il proprio destino, responsabile delle proprie scelte di fronte alla propria coscienza, senza sottostare alla volontà di un pater familias, di una Chiesa o di un monarca assoluto.

Il razionalismo ha radici antiche nella cultura occidentale, in particolare nel connubio tra le religioni monoteiste della tradizione ebraico- cristiana e la cultura filosofica e giuridica greco-romana. Ma è soltanto con l'avvento della società moderna che la razionalità diventa un valore dominante. Si afferma che la ragione è il solo sovrano cui ogni essere umano può accettare di sottomettersi. Per il giusnaturalismo tutti gli esseri umani sono uguali in quanto dotati di ragione. Per l'illuminismo la ragione poi consente di liberare gli uomini dall'errore, dalla superstizione e dalla sottomissione ai poteri tradizionali della Chiesa e dell'aristocrazia, d’essere padrona del proprio destino, di ricercare la felicità individuale e collettiva secondo un sistematico progetto di vita.

Utilità. Il concetto d’utilità informa l'agire economico, la produzione, la distribuzione, lo scambio e il consumo di beni e servizi. Con Smith e Bentham vi è anche l'idea che il perseguimento dell'utile individuale possa nel frattempo realizzare il bene comune.

Interculturalità. Le società interagiscono nel corso della modernizzazione scambiandosi quantità sempre più ampie e qualità sempre più varie non solo di beni e servizi, ma anche d’informazioni, modelli culturali, uomini. Tuttavia, mentre in alcune società, specie in Occidente e nelle più grandi nazioni asiatiche, sono prevalsi fattori endogeni di mutamento, riassumibili nel concetto di civilizzazione, in altre società del Terzo Mondo hanno avuto la meglio fattori esogeni, nella forma di violenti processi di acculturazione. In questi casi la modernizzazione socioculturale si è imposta alle culture autoctone distruggendole, o quanto meno creando una situazione di disuguaglianza culturale accentuata. Tale acculturazione forzata non sempre si è tradotta in indipendenza politica o economica dai paesi occidentali. Le disuguaglianza culturali prodottesi in alcuni casi fanno sì che esistano varianti locali notevoli. E’ quindi difficile il convergere in una società mondiale dato che si nota la persistenza d’etnie, o di più limitate solidarietà tribali, come fattore d’integrazione sociale territorialmente ancorato.

Villaggio globale, con questa dicitura, s'intende l'annullamento delle distanze spaziali e temporali tra gli eventi, consentito dai moderni mezzi di comunicazione (d’informazioni e immagini), la possibilità che essi hanno di comunicare contemporaneamente a miliardi d’individui ogni genere d’eventi, il conseguente affollamento d’informazioni disponibili in qualsiasi punto della rete di comunicazione planetaria ma in particolare nei suoi nodi centrali. Localismo. Si definisce a partire da un gioco di differenziazione e d’appartenenza. E' solo dal paragone e dall'interazione con l'altro che emerge il senso della propria specificità culturale. Il rafforzamento delle identità collettive, nazionali, etniche, religiose e soprattutto locali, può dunque essere visto come uno degli effetti della globalizzazione. I fondamentalismi religiosi di area cristiana, ebraica e islamica, l’impermeabilità delle etnie da poco immigrate, i movimenti regionalistici vicini alla destra xenofoba, nascono proprio anche dal fatto che intere popolazioni sono obbligate dalla globalizzazione, a stabilire un rapporto diretto con altre religioni, etnie, popolazione, cioè ad avere un rapporto con l'estraneo, con lo straniero, che rende più agevole effettuare, ma anche più necessario ribadire, il riconoscimento della propria identità di appartenenza. In una situazione di globalizzazione e modernità avanzata, queste appartenenze culturali risultano però dalla reinvenzione consapevole di una tradizione, piuttosto che dalla sua automatica prosecuzione. Le identità collettive, come quelle individuali, diventano progetti auto- riflessivi.

Esperienza frammentata. Ogni tipo di decisione, dal banale consumo quotidiano alla scelta strategica di un capo di Stato, può diventare più difficile perché il soggetto è sovraccaricato di informazione. Se l'universo simbolico delle scelte si dilata oltre le capacità di selezione individuale possono anche aver luogo reazioni regressive, oppure capita che si incrementi la volatilità delle preferenze: è possibile che i soggetti si indeboliscano. La tradizione e la quotidianità, invase e stravolte, non soccorrono più le scelte, e i soggetti individuali diventano sempre più il risultato di una progettazione riflessiva: la loro è una identità costituita consapevolmente piuttosto che data. Esiste anche una conseguenza a livello sistemico, per certi versi ancor più rilevante, della crescente comunicazione, assimilazione e interdipendenza tra culture: l'eventualità di un passaggio da una pluralità di culture differenti, seppur con elementi di somiglianza, a una singola cultura globale, che non è detto sia necessariamente più adatta in senso evolutivo, al suo ambiente sociale e naturale attuale e può essere ancor meno adatta a quello futuro.

 Rapporti sociali. Questi processi, che sono stati considerati tipici del post- modernismo non  sono considerati allo stesso modo da molti  critici , come la "fine della modernità": Si ritiene che essi  continuano a inserirsi nel processo di modernizzazione, accentuandone alcuni tratti distintivi e connotando al più, una nuova fase che si può definire "iper- moderna" o "tardo- moderna", della modernità radicale o della modernità incompiuta. Per molti studiosi non ha senso parlare di postmoderno, dal momento che i tratti fondamentali della società e della cultura in cui viviamo sono ancora quelli della modernità.

 Rischi globali. Nella modernità avanzata la produzione sociale di ricchezza va sistematicamente di pari passo con la produzione sociale di rischi. Analogamente, ai problemi ed ai conflitti distributivi della società basata sulla penuria si sovrappongono problemi e conflitti che scaturiscono dalla produzione, definizione e distribuzione di rischi prodotti dalla scienza e dalla tecnica. I rischi e i pericolo di oggi si distinguono per la loro natura globale (che investe uomini, animali e piante) e per la modernità delle loro cause. Sono rischi della modernizzazione. Sono un prodotto "tutto compreso" dell'industrializzazione, che nel corso del suo sviluppo comporta necessariamente un loro aggravamento. I rischi si distinguono in quelli che inducono in danni spesso irreversibili, generalmente invisibili, si basano su interpretazioni causali e si producono solo in termini di sapere scientifico ecc. Sono aperti a processi sociali di definizione. Questi possono sintetizzarsi nel pericolo del nucleare, delle sostanze tossiche ecc. Con la distribuzione e la crescita dei rischi si creano situazioni sociali di esposizione al rischio. Prima o poi, i rischi della modernizzazione colpiscono anche chi li produce o trae profitto da essi. La diffusione e la commercializzazione dei rischi non costituiscono affatto un elemento di rottura con la logica dello sviluppo capitalistico: i rischi della modernizzazione sono big business. Mentre le ricchezze si possono possedere, dai rischi si può essere solamente colpiti. Essi  vengono ascritti alla civiltà. Il potenziale politico della società del rischio deve essere elaborato ed analizzato in una teoria del sapere dei rischi. Tutto ciò che prima non era considerato politico con tale distribuzione diventa politico. Fattori condizionanti l’unità nazionale e locale .Alcuni esempi di questo fenomeno, tra i molti possibili, possono essere elencati nei condizionamenti esercitati dalle imprese transnazionali e dalle istituzioni monetarie internazionali sulle politiche economiche e industriali dei governi nazionali; la difficoltà dei regimi autoritari di filtrare e schermare le informazioni e le immagini trasmesse nel villaggio globale, i problemi di convivenza tra culture diverse nelle società multietniche.

Sistema mondo, al singolare, s'intende al presente la totalità dei rapporti economici, politici, culturali esistenti fra le società identificabili con gli stati nazionali, in quanto ciascuna di esse, in varia misura e modalità, diventa interdipendente con le altre. Tuttavia, ove si proceda a isolare tali rapporti gli uni dagli altri, è corretto anche parlare di sistemi mondo al plurale. In questo senso l'economia è un sistema mondo, così come lo sono la politica o i mezzi di comunicazione di massa ecc. inoltre l'uso del plurale si giustifica per il fatto che in passato sono effettivamente esistiti dei sistemi di società che si possono designare, retrospettivamente come dei sistemi mondo, quali le civiltà degli imperi del Mediterraneo. L'autentica novità della nostra epoca è da vedere nella formazione di un sistema globale che abbraccia l’insieme delle società della terra(Cfr. Manuale di sociologia, op. cit., pag. 494-496).

Stato territoriale. La teoria che considera la società come un container definisce che le società presuppongono il dominio statale dello spazio. Le società sono subordinate agli Stati; le società sono "società di Stato", ordine della società significa ordine dello Stato. Di conseguenza, il concetto del politico, non viene collegato con la società ma con lo Stato. Solo in questa architettura concettuale e istituzionale le società "moderne" divengono società singole, e reciprocamente delimitate. Esse sono superate- conservate all'interno dello spazio di potenza dello Stato nazionale, come in un container.

 Cultural theory. La teoria della cultural Theory, respinge l'immagine di singole società separate e dei loro corrispondenti spazi culturali. Descrive un processo imminente e dialettico di globalizzazione culturale, nel quale divengono possibili e reali cose contemporaneamente contrapposte. La globalizzazione non significa automaticamente e unilateralmente globalizzazione unidimensionale, piuttosto al contrario, si assiste ad una nuova accentuazione del locale. Il fatto che la globalizzazione non significhi solo de-localizzazione, ma presupponga una ri-localizzazione, deriva già da un calcolo economico. Nessuno può produrre in modo globale, nel senso letterale del termine. Anche e proprio le industrie che producono e commercializzano globalmente i loro prodotti, devono sviluppare legami locali. Il globale e il locale non si escludono. Al contrario il locale deve essere compreso come un aspetto del globale. Globalizzazione significa anche l'unirsi, l'incontrarsi reciproco di culture locali, da e ridefinire nei loro contenuti. E’ quindi proposto di sostituire il concetto fondamentale di globalizzazione culturale con glocalizzazione.

 Il welfare state ha avuto inizio con le prime misure di sicurezza sociale introdotte in Germania da Bismark, e si è sviluppato grazie al New Deal di Roosevelt, negli Stati Uniti (dopo la crisi del 1929) e alle leggi sociali di Lord Beveridge, nel Regno Unito (dopo la seconda guerra mondiale).

 

Crescita economica del terzo mondo

In Occidente molti continuano a considerare la crescita economica del terzo mondo come una minaccia. In realtà, con l'aumento della produttività mondiale, deve anche aumentare il tenore di vita medio nel mondo. Questo significa che la maggiore produttività del terzo mondo porterà all'aumento dei salari nei paesi del terzo mondo e non già alla riduzione dei redditi nei paesi industrializzati. Si perviene alla medesima conclusione anche osservando che nei singoli sistemi economici nazionali, gli individui sono, al tempo stesso, produttori e consumatori: i concorrenti esteri che vendono a basso prezzo potranno far diminuire il salario dei paesi occidentali, ma faranno anche aumentare il potere di acquisto del salario residuo. L'economia mondiale è un sistema, una complessa rete d’interdipendenze, non una semplice concatenazione di cause ed effetti. In questo complesso sistema economico, i salari, i prezzi, i flussi commerciali e i flussi finanziari non sono variabili indipendenti, bensì derivano in larga misura proprio dall'equilibrio generale del sistema. Per questo motivo, gli scenari intuitivamente plausibili, mutuati dall'esperienza microeconomica quotidiana, possono essere gravemente fuorvianti quando si applicano per valutare come si modifica il sistema, nel suo assieme, al variare d’alcuni suoi parametri costitutivi.

Globalismo giuridico

Per cercare di dare una risposta al problema della criminalità facilitato dallo sviluppo della globalizzazione si è sentita la necessità di adottare un globalismo giuridico, il quale dovrebbe contrastare la frammentazione della sovranità dei singoli Stati, incapaci di disciplinare le attività che si svolgono fuori dei propri confini e fra l'altro, colpire le attività illecite che una globalizzazione senza norme favorisce e alimenta. Così il 15 novembre 2000 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è stata adottata la convenzione che prevede l'eliminazione degli ostacoli presenti verso un'azione internazionale contro chi è coinvolto in attività illegali ad alto profitto. E' entrata in vigore subito dopo la sottoscrizione (a Palermo 12 dicembre 2000) e la ratifica di almeno 40 paesi.  I due protocolli sono contro il traffico di schiavi, oltre alla protezione e assistenza per le vittime. Sarà varata una serie di strumenti e di politiche contro lo sfruttamento sessuale, fisico ed economico in modo particolare di donne e bambini, contro lo sfruttamento dell'immigrazione clandestina dove verrà perseguito come reato l'attività dei trafficanti, non le vittime i cui diritti verranno garantiti mediante interventi di prevenzione e protezione per chi collabora con la giustizia. Saranno intensificati gli scambi di informazione tra paesi e il controllo delle navi. Verranno rese più rapide e sicure le procedure di rimpatrio. Verrà richiesta poi, più collaborazione tra gli stati sui seguenti temi: l'abolizione del segreto bancario, il sequestro di beni, frutto di illeciti arricchimenti, norme sull'estradizione di criminali e protezione di testimoni e pentiti. Inoltre i nuovi reati introdotti perseguibili a livello internazionale saranno: l'associazione mafiosa, l'intralcio alla giustizia, il riciclaggio, la corruzione

Il nuovo mondo.

Secondo alcuni, il nuovo mondo sarà il risultato di un lungo periodo di lotte e divisioni tra popolazione e nazioni che si scontreranno sul terreno dei conflitti culturali e delle guerre tra civiltà. L'argomentazione è molto attraente. E' fondata sull'osservazione che le diverse identità culturali e forme di civiltà non sono il risultato di secoli di storia, ma che esse sono state lungo i secoli all'origine di continui, lunghi e violenti conflitti tra i popoli. Ancora oggi molti dei conflitti economici, politici e militari nel mondo sono per lo più dovuti a scontri etnico- religiosi e culturali. La tesi suggerisce che, in un mondo in cui le crescenti interazioni tra popolazioni di differenti civiltà non aumentano solo le forme di cooperazione, ma stimolano anche la crescita di ostilità, il fatto che la civiltà occidentale capitalista ad economia di mercato sia diventata la sola civiltà di riferimento dominante, provoca fenomeni di rigetto e di opposizione nei paesi di civiltà non occidentale, introducendoli a ripiegarsi su se stessi. Una tale razione prende il nome di re-islamizzazione del Medio oriente, d’induizzazione dell'India, d’asiatizzazione del Giappone, di recristianizzazione dell'Europa, e così via. In queste condizioni, i principali conflitti del futuro si svolgeranno lungo le faglie culturali che separano le diverse civiltà. Ciò che emerge, in ogni modo, con chiarezza, è la presenza di un nuovo mondo globale caratterizzato dal predominio di un nuovo tipo di guerra, quella competitiva tecno- economica. Cfr.  I limiti della competitività, op. cit., pag. 101-102

Sistema- mondo. Immanuel Wallerstein, sostituisce radicalmente l'immagine di singole società separate l'una dall'altra con l'immagine di un unico sistema- mondo nel quale tutti, le società, i governi, le imprese, le culture,  le classi, i bilanci, gli individui, devono collocarsi e affermarsi un una divisione del lavoro. Questo unico sistema costituisce il quadro di riferimento per le disuguaglianze sociali su scala mondiale e si impone, secondo l'autore, con il capitalismo. Il capitalismo è necessariamente globale, per la sua logica interna.

TOBIN TAX

La Tobin Tax è un'imposta proposta dal Premio Nobel per l'economia James Tobin, che si applicherebbe ai movimenti di capitale di brevissimo periodo, vale a dire di natura esclusivamente speculativa. Con un prelievo ridottissimo su questo tipo di transazioni si potrebbe garantire l'esistenza a milioni di persone oggi condannate alla fame.

 

 

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