Adesso Online

 

Le ultime tappe del movimento anti-globalizzazione da Praga a Genova

 Il cammino del “Popolo di Seattle” 

di Chiara Tiracorrendo

 

Ci eravamo ripromessi di seguire passo dopo passo le varie tappe del cammino del cosiddetto “Movimento di Seattle” (anche se, ormai, questo nome genera più confusione che altro), e tuttavia lo abbiamo lasciato nientemeno che a Praga, quando si riunirono il Fondo monetario Internazionale e la Banca Mondiale (vedi Adesso, numero di ottobre 2000).

Già da allora si era delineato un doppio profilo del movimento di protesta; infatti, se da una parte c’è una forte componente pacifista, che manifesta il dissenso organizzando forum controinformativi e chiedendo continuamente di aprire un serio dialogo con i vertici governativi dei vari Paesi Occidentali (il nostro “baluardo” in tal senso è l’organizzazione italiana Rete di Lilliput); dall’altra parte c’è, e sarebbe “berlusconiano” negarlo, una gran massa di persone, che pur aderendo al movimento, inevitabilmente crea disordini. E purtroppo siamo arrivati al punto che il movimento è accusato addirittura di terrorismo: le città in vista di vertici vengono “fortificate” e “blindate” da giorni prima della manifestazione (favorendo, così, un clima di tensione) e addirittura a molti non viene permesso di raggiungere il luogo del summit.

Ma ripercorriamo, ora, le tappe più importanti dopo quella di Praga.

La prima, in ordine cronologico, è stata la Conferenza Intergovernativa di Nizza, lo scorso dicembre 2000, in cui è stata ufficialmente resa pubblica la Carta dei Diritti europea.

In questa occasione, la protesta verteva proprio sull’ambiguità di alcuni punti della carta, che, favorevoli a politiche neoliberiste, non tengono conto delle pesanti ripercussioni sulla società (soprattutto sugli strati più deboli) e sull’ambiente (per i dettagli vedi articolo dedicato).

Gennaio 2001 è stato un mese particolarmente “caldo”, in quanto ha visto due manifestazioni mondiali contemporanee: il World Trade Forum, a Davos, in Svizzera e il World Social Forum, a Porto Alegre, in Brasile. Il tenore dei due summit è stato decisamente uno l'opposto dell'altro: mentre il primo è stato un vertice in cui politici, banchieri ed economisti occidentali hanno discusso linee economiche in nome della globalizzazione (che significa, lo sappiamo, debiti e sacrifici soprattutto per il Sud del mondo, impatti ambientali negativi, guerra…); il secondo, a cui hanno partecipato le principali associazioni dei movimenti di economia alternativa (per l’Italia erano presenti CTM, il Centro Nuovo Modello di sviluppo e la Rete di Lilliput) ha gettato i semi per una società realmente solidale, discutendo, in quattro giorni di forum, tutti i temi più caldi e attuali portati in auge dal “vento di Seattle”: biotecnologie, politiche sociali, commercio estero di armi, ecc.

Adesso il movimento di protesta sta focalizzando la sua attenzione sul prossimo grande evento, ovvero il G8 che si svolgerà a Genova a luglio 2001. E’ un appuntamento importante per provare a dialogare (a meno che non neghino l’accesso a Genova ai protestanti) con le maggiori potenze economiche mondiali.

 

(maggio 2001)