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 Intervista a Franco Bracardi 

di Arnaldo Casali

Nel 2000 Franco Bracardi faceva parte della giuria del festival "Inedito per Maria". E' stata l'occasione per una breve intervista che ha dato voce ad un'artista straordinario che per più di vent'anni è stato la colonna sonora del più popolare talk show italiano. Dal palcoscenico del Parioli, Bracardi, se ne era andato già da qualche anno, per problemi di salute, ed era stato prima affiancato, poi sostituito dall'orchestra di Demo Morselli, ma è significativo che sia scomparso proprio poche settimane dopo quello stesso talk show di cui era stato fondatore e animatore per tanti anni. Nel corso dell'ultima puntata una dedica è andata anche a lui, già gravemente malato, che non è potuto essere presente al Parioli.
Per quelli della mia generazione, che quando il Costanzo Show è cominciato avevano sette anni, Bracardi è stato una figura familiare, una sorta di "gemello" di Costanzo, anche lui cicciottello, anche lui con i baffi. Era una sorta di versione "comica" del conduttore, con i suoi frac colorati e le smorfie prima di cominciare la trasmissione, con il mitico 'inchino' sulla passerella. Era una di quelle persone che desideravo intervistare da quando ero piccolo, per questo non ho perso l'occasione di parlarci, quel giorno di quasi cinque anni fa. 

Come è andata questa sesta edizione di “Inedito per Maria”?

«Io credo che questa sia una manifestazione di grande qualità, e i ternani è importante che ci credano. Le canzoni sono molto migliorate rispetto al passato, in particolare il ragazzo che ha vinto è molto bravo. Anche se adesso bisogna fare un po’ di ricerca, soprattutto per quello che riguarda i testi».

Quindi secondo lei quest’anno sono stati la parte più debole?

«Sì, quest’anno direi che è stata più bella la musica. Sui testi ci vuole un po’ più di attenzione, d’altra parte - e lo dico da musicista - credo siano anche la parte più difficile, soprattutto su un tema come questo».

Sono vent’anni che suona al Maurizio Costanzo Show…

«Costanzo l’ho conosciuto nel 1968, abbiamo lavorato in un teatro cabaret insieme a Paolo Villaggio ed eravamo tutti sconosciuti, poi ci siamo rincontrati in una tournée e Costanzo mi ha detto “meno male che ci sei, dobbiamo fare una trasmissione in una rete privata. Si trattava di Retequattro, che apparteneva alla Mondadori».

Era il 1982 se non sbaglio: io avevo sette anni e ricordo ancora le prime puntate in un piccolo studio bianco.

«Bravo! Era uno studiolo grande 25x25. Poi la Mondadori ha venduto la rete alla Rizzoli, e poi la Rizzoli l’ha comprata Berlusconi. Dovevamo fare tre mesi, e sono quasi vent’anni».

E in questi vent’anni che ci suona, non le è mai venuta voglia di andarci come ospite, al Maurizio Costanzo Show?

«E' probabile che un giorno o l’altro faremo uno scherzo del genere. Invece una cosa che farò sicuramente sarà far cantare la mia sigla con il testo».

La ormai mitica Se penso a te con testo di Boncompagni?

«Sì, e credo che quest’anno prima della fine della stagione la faremo».

E’ stata scritta appositamente per la trasmissione?

«Esattamente. Quando iniziammo la trasmissione feci sentire a Costanzo due motivi e lui scelse questo».

Oltre che essere musicista lei ha delle notevoli doti comiche...

(A questo punto Bracardi comincia ad esibirsi nei suoi famosi urletti).
«ù-ù u-ù... Beh… ho fatto Alto gradimento e poi tutto il resto, in televisione con Gegia… io ho una vita lunga, anche come compositore: ho venduto più di quindici milioni di dischi e ho scritto per Raffaella Carrà, Mina, e poi sigle televisive… anche adesso sto facendo una cosa molto importante che non dico per scaramanzia - a-àh».
(Infine, per concludere fa un urlettino-portafortuna anche per noi):
«ù-ù, o-ò».

 

Il sito del MAURIZIO COSTANZO SHOW