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Da Jovanotti ad Alexia tutti i cantanti per cui Sanremo ha significato l'abbandono della lingua inglese

  Debutto in italiano

  di Arnaldo Casali

Il Festival di Sanremo, è noto, è un concorso musicale riservato esclusivamente a canzoni italiane: sono sempre stati ammessi (e anzi, negli anni '60 era una prassi comune) cantanti stranieri, e qualche concessione all'esotismo (basti pensare a "No East no West" di Scialpi) è sempre stata tollerata, ma i testi devono essere rigorosamente nella nostra lingua, così come gli autori devono essere nostri connazionali, tanto che qualche anno fa girava una sorta di leggenda metropolitana che voleva i Cugini di Campagna esclusi dalla gara canora perché avevano presentato un testo scritto da un autore straniero: nello specifico si trattava di una poesia di Karol Wojtyla, polacco residente in Vaticano.

E' anche nota la passione esterofila di molti giovani cantautori nostrani, che spesso hanno iniziato la propria carriera discografica cantando in inglese (basti pensare a personaggi come Mike Francis, Sabrina Salerno o Raf); il palco dell'Ariston, soprattutto negli ultimi vent'anni, ha quindi rappresentato spesso una sorta di "battesimo della lingua" di molti nomi della musica italiana, su tutti Jovanotti, che dopo il primo album rap-demenziale in inglese del 1988 arrivò a Sanremo nel 1989 con una canzone che rappresentò la prima grande svolta della sua carriera. Anche Spagna, che nonostante il nome iberico e la nazionalità italiana cantava in inglese, dopo una discreta (ma finita negli anni '80) carriera nella musica dance iniziò nel 1995 con Sanremo e "Il Re Leone" una nuova carriera.

Quest'anno i debutti in italiano sono stati ben due: quello delle Lollipop (gruppo di ragazzine messo insieme da una trasmissione di Italia 1) e quello di Alexia, eroina della musica dance italiana, che con la canzone seconda classificata ha dato una svolta linguistica ma anche musicale alle sue canzoni. Tanto Alexia quanto le Lollipop stanno preparando un album tutto in italiano. Bastian contraria, invece, la vincitrice dello scorso anno, Elisa, che si è limitata a tradurre in italiano una canzone composta originariamente in inglese, che è rimasta ancora l'unica incisa anche nella sua lingua.