Il referendum invisibile
di Francesco Patrizi
Il 15 giugno saremo chiamati alle urne per dire sì o no all’elettrosmog. Beppe Grillo è stato chiamato dai Verdi per fare da testimonial alla campagna per un referendum di cui si sente poco parlare, la cui campagna si svolge, secondo Alfonso Pecoraro Scanio, “in un clima di omertà”.
Per gli elettrodotti è ancora in vigore un regio decreto del 1933, una legge coercitiva che impone una servitù coattiva per far passare l’elettrodotto.
In tutta Italia passano sottosuolo 2.5 milioni di Km di cavi non schermati, ma nessuno sa dove.
“Se abiti al piano terra - spiega Grillo - magari assorbi onde elettromagnetiche dieci volte il valore consentito dalla legge e neanche lo sai. Per le antenne il problema è ancora più complesso. Il decreto Gasparri permette praticamente di installarle ovunque, fino a 50 metri dalle scuole, e i cittadini che, in qualche modo, volessero impedire l’installazione e danneggiassero i manufatti, sono penalmente perseguibili”.
Grillo racconta di quando la Ericsson gli chiese di piazzare un’antenna sul suo tetto, per 35 milioni di lire annui indicizzabili. Se avesse rifiutato, la minaccia era di proporlo al vicino, con un danno maggiore per lui: le onde sono infatti più dannose se provenienti lateralmente.
Avvalendosi della legge Gasparri, la Ericsson sta proponendo, agli enti proprietari di palazzi in tutta Italia, di installare le antenne sui lastrici solari. Gli enti intascano i soldi, non avvisano neanche gli inquilini, perché la legge consente loro di non farlo e, quando questi scoprono il fatto, non possono fare assolutamente niente.
“Non abbiamo bisogno di più energia - incalza Grillo - ma di nuove tecnologie”. Abbiamo sprechi quotidiani di energia sotto gli occhi che neanche vediamo. Ad esempio i televisori che rimangono in stand-by, cioè spenti con un puntino di luce accesa, consumano 4 watt; moltiplicando per tutti i televisori d’Europa, l’energia consumata è pari a quella prodotta da una centrale nucleare in un anno. Come l’energia di un'altra centrale servirebbe solo per alimentare i campanelli delle nostre case, che sono sempre in tensione, anche quando non vengono suonati. “Ed è il governo a permettere tali consumi, proponendo l’energia elettrica e la benzina a prezzi ridicoli”. Basti pensare che un litro di petrolio costa 300 lire mentre una bottiglia d’acqua ne costa 1000.
“Ma l’idea dell’energia gratis o a basso costo, per far sviluppare l’industria, di chi è, dei capitalisti? Ecco allora che siamo governati da leninisti maoisti comunisti! Se invece si facesse pagare la benzina 10.000 lire al litro, ecco che si costruirebbero automobili che fanno 100 km con un litro, o che andrebbero a idrogeno”.
D’altra parte, i prototipi sia la macchina ad idrogeno, sia quella che fa 100 km con un litro esistono già e Grillo le sta presentando in giro per l’Italia e da anni. “La prima automobile pacifista della storia” l’ha chiamata il comico genovese, proponendola recentemente anche alla Fiat come novità per risanare la disastrosa situazione dell’azienda, offrendosi anche di fare da testimonial gratuitamente. Ma l’azienda ha detto di no.