«Ascolterò
il mio popolo»
Con quali sentimenti
ha accolto la nomina a vescovo di Terni Narni Amelia?
"Con sentimenti
molti misti, di per un verso di sorpresa, per
l'altro di gioia, di passione per annunciare il vangelo ovunque; direi che l'ho
sentita come una chiamata alla quale senza alcun dubbio ho risposto, proprio
perché era una chiamata che veniva dal mio vescovo, il papa Giovanni Paolo".
Quali sono i suoi
modelli come vescovo, come cristiano, come uomo?
"I nomi sono
certamente tanti, ma un vescovo che mi sta particolarmente a cuore e davanti
agli occhi è Gregorio Magno, vescovo di Roma in un tempo difficile,
appassionato della Scrittura, appassionato per la sua gente, per la sua città.
Come cristiano direi
Francesco d'Assisi. Da sempre l'ho visto come un discepolo del Vangelo per tutti
i tempi. Da quando sono arrivato a Trastevere - dove lui veniva a stare quando
veniva a Roma - è stato sempre un punto di riferimento, non solo per la mia
vita spirituale ma anche pastorale, e venendo in Umbria in qualche modo torno a
casa di Francesco e quindi resta non solo un esempio, ma ancor più un fratello
al quale voglio stare vicino".
Da Roma a Terni, da
parroco a vescovo. Quanto è importante per Lei che si accinge a guidare una
diocesi, l’esperienza di Santa Maria in Trastevere? Quali sono stati i momenti
più belli e quelli più difficili che ha vissuto in questa parrocchia?
"La vita di un
parroco è sempre una vita bella, affascinate, con momenti belli e momenti
difficili, ma è una vita che vale sempre la pena di essere vissuta e io l’ho
vissuta con grande entusiasmo. Trastevere era un quartiere antico, con una
tradizione molto lunga; era il quartiere del porto, con tutte le contraddizioni
di un porto: la grande ricchezza, la varietà delle esperienze, ma anche le
difficoltà.
I momenti più
difficili li ricordo proprio all'inizio quando proprio davanti alla Basilica fu
ucciso un ragazzo che aveva fatto uno scippo. Quello fu un momento piuttosto
delicato e importante che però ricordo con grande emozione, quando tutti ci
radunammo nella Basilica per pregare e per cercare di rendere la Chiesa più
vicina alla vita della gente. In un certo modo, quindi, il passaggio da parroco
a vescovo, certo è una cosa tutta diversa ma poi in fondo tutta uguale perché
quel conta è la passione dell’annuncio del Vangelo e stare vicino alla
propria gente".
Ci parli della sua
amicizia col Papa. E' vero che è stato lui stesso a comunicarle la nomina a
vescovo?
"Il Papa è stato
ed è il vescovo della mia Diocesi. Io sono un prete romano. Ho vissuto la vita
di Roma in tutte le sue componenti: religiose, culturali, sociali e quindi anche
diocesane. L'amicizia con il papa, che per me è un grande privilegio, io la
sento come l'amicizia con un grande vescovo, con un uomo, con un sacerdote, con
un papa che ha cambiato la vita della Chiesa e per certi versi anche la vita del
mondo".
Cosa rappresenta per
lei l'impegno nella Comunità di Sant'Egidio e come intende continuare a
viverla?
"L'impegno nella
Comunità di Sant’Egidio è un legame spirituale, umano che fa parte della mia
vita. Sono legami che ovviamente non terminano. Lo spirito della Comunità lo
porto dentro, ed è uno spirito, direi, semplicemente evangelico, che vuol dire
la preghiera, l'ascoltare la scrittura, l'amicizia, il servizio ai più poveri,
ai più deboli, e penso che queste dimensioni della mia vita continuerò a
viverle anche a Terni, Narni e Amelia e ovunque andrò".
L'incontro del Papa
con i capi delle religioni ad Assisi nel 1986, la scuola popolare, la mediazione
durante la guerra nel Kosovo, la lotta per l’abolizione della pena di morte in
tutto il mondo. Quale di queste esperienze l'ha segnata maggiormente?
"Mi hanno segnato
tutte queste esperienze. Quella di Assisi certamente ha avuto un impatto nella
mia vita piuttosto consistente perché era come partire da Assisi per aprirsi al
mondo intero, e quindi questo fa capire quanto scendendo nel profondo del
Vangelo si giunge sino ai confini del mondo. Quest'esperienza di Assisi, di un
amore senza confini che parte dal cuore del Vangelo e tocca tutti i cristiani,
tutte le religioni ma anche tutti gli uomini di buona volontà mi pare un tesoro
da conservare e anzi da propagare, potremmo dire, quello del papa che amava lo
spirito di Assisi. Ed è proprio questo spirito che spinge, ovviamente, ad
aiutare tutti i popoli che hanno bisogno di pace oppure tutte le persone che
hanno bisogno di vita. In questo senso, quindi, anche le altre esperienze sono
come una conseguenza di questa passione evangelica".
Quali sono le prime
cose che farà da vescovo?