Adesso Online

 

Romero e il Terzo Segreto di Fatima

 

di Davide Toffoli, Dario Scorza e Arnaldo Casali

 

Il 13 maggio 2000, durante la beatificazione dei due pastorelli di Fatima, il cardinale Sodano annunciò l’imminente pubblicazione integrale il  famoso Terzo segreto di Fatima, anticipandone alcuni passi: “Un vescovo vestito di bianco cammina faticosamente verso la Croce sopra i cadaveri dei martirizzati e cade a terra, come morto, sotto i colpi di un’arma da fuoco”.

Il cardinale Sodano non ha esitato a identificare il vescovo della profezia con il papa Giovanni Paolo II che, nel 1981, proprio il 13 maggio (giorno della ricorrenza della prima apparizione di Fatima) aveva subito l’attentato in Piazza San Pietro.

Nessuno avanzò seri dei dubbi su quest’identificazione, anche se qualcuno parlò di Giovanni Paolo I (morto misteriosamente, ma che sicuramente non ebbe niente a che fare con proiettili e con martiri) mentre altri fecero addirittura il nome di Gandhi.

Eppure, neanche un anno prima, il 23 marzo 1980, un altro vescovo vestito di bianco, monsignor Oscar Romero, vescovo di El Salvador, cadeva ucciso sotto il fuoco di un fucile mentre pronunciava l’omelia, aggiungendosi così all’interminabile sequela delle vittime degli squadroni della morte di San Salvador e cadendo metaforicamente sopra i cadaveri dei martirizzati, come recita la parte resa nota del segreto.

A prescindere da ciò, la pubblicazione del segreto ha innescato una serie di reazioni, sia nel campo cattolico che in quello laico. Il teologo Enzo Bianchi, priore di Bose, ha sostenuto la pericolosità delle cosiddette “rivelazioni private”, che nulla hanno a che fare con la rivelazione di Dio, operata da Abramo fino a Cristo, quella sì, indispensabile e vincolante per tutti i cristiani. Il teologo ha inoltre affermato che «un Dio che pensa di rivelare, nel ‘17 che i cristiani sarebbero stati perseguitati e non parla della Shoà di 6 milioni di ebrei, è un Dio che non è credibile».

Mario Pirani su Repubblica ha puntato l’attenzione sull’uso politico che del segreto è stato fatto fino ad oggi, ricordando che «Il mito di Fatima fu imposto in chiave anticomunista nel 1932 da Salazar in Portogallo, dopo il colpo di stato fascista» e utilizzato in seguito come arma del colonialismo portoghese in Africa.

La pubblicazione, finalmente autorizzata, è certamente ispirata dalla necessità, ormai urgente, di dissipare il clima di segreti apocalittici e di conciliaboli integralisti intorno alla Vergine. Del resto, Cristo ha sempre parlato apertamente; ha formulato delle profezie ma non ha mai detto agli apostoli di tenerle nascoste. L’unica volta che ha imposto agli apostoli il silenzio è stato in occasione della trasfigurazione sul Monte Tabor. Non si capisce davvero perché la profezia di Fatima sia stata tenuta segreta fino ad oggi.

Si è parlato di motivazioni politiche: in clima di guerra fredda non si voleva radicalizzare il conflitto tra la Chiesa e i “regimi atei” pubblicando un testo che parlava delle persecuzioni della chiesa. Ma sarebbe bastato affermare che non si trattava di verità rivelata e che ognuno era libero di credervi o meno. Invece, il mistero sul Terzo segreto ha alimentato varie dicerie sul suo contenuto: dalla terza guerra mondiale alla crisi della Chiesa, successiva al Concilio Vaticano II (ipotesi, quest’ultima, molto cara alle correnti oltranziste della Curia).

La pubblicazione integrale del Terzo Segreto avvalorò ancora di più supposizione da noi avanzata sul n.18 di Adesso (giugno 2000) correggendo le parole di sodano.

Il cardinale aveva infatti parlato infatti di un vescovo “caduto come morto”, il testo, invece, parla di un vescovo senza dubbio ucciso.

Ebbene, Giovanni Paolo II, fortunatamente, non rimase ucciso nell’attentato del 1981. Ucciso invece, fu Oscar Romero, nel 1980, per volontà dei militari (il segreto dice “un gruppo di soldati gli spararono vari colpi di arma da fuoco”; e prima e dopo la sua morte altri religiosi (frati, suore, religiosi) e laici (catechisti, politici, campesinos) vennero uccisi perché si opponevano alla sanguinaria dittatura militare e difendevano i deboli (e il segreto dice “allo stesso modo morirono altri vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni”).

In definitiva, l’identificazione con il Papa si basa solo su un presentimento dei tre pastorelli, non su un’affermazione della Madonna (“Abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre” dice Suor Lucia).

L’iniziale e unanime identificazione identificazione del “vescovo vestito di bianco” è stata comprensibile alla luce della grande emozione che l’attentato aveva suscitato in tutto il mondo e del grande affetto che il popolo cattolico ha per Giovanni Paolo II.

Inoltre sarebbe stato difficile per la Curia riconoscere nella profezia della Madonna il vescovo Romero, un uomo che ancora oggi (sebbene morto) ha molti nemici in curia, tanto che in un primo momento il suo nome mancava nell’elenco dei martiri della Chiesa del Novecento e solo all’ultimo momento, sull’onda delle proteste della base cattolica è stato aggiunto.

Per onestà bisogna dire che Romero non è stato l’unico vescovo ucciso in questo secolo: ricordiamo solo i più recenti: nel 1992 Giuseppe Fan Xue-Yan vescovo cinese, viene ucciso in seguito alle torture della polizia dopo essere stato 22 anni in carcere per essere rimasto fedele al Papa, mentre nel 1996 fu ucciso Pierre Clavarie, vescovo di Orano, in Algeria, fino al caso più recente, quello del Vescovo Duarte, colombiano, ucciso lo scorso 17 marzo a causa della sua lotta al narcotraffico.

A margine di questo discorso, necessitano altre  considerazioni di carattere più generale:

Da una parte c’è l’incongruenza tra la dichiarazione di Ratzinger (“Nessun cristiano è tenuto a credere alla rivelazione privata di Fatima”) e la straordinaria spettacolarizzazione mediatica con cui la Chiesa ha divulgato il Terzo Segreto.

Lo scetticismo sul contenuto della profezia: ciò che la Madonna avrebbe detto o è errato (la II guerra mondiale non è scoppiata sotto Pio XI) o è scontato (la prima guerra mondiale durava già da tre anni, prima o poi sarebbe finita) o non si accorda con alcuni principi evangelici: nella prospettiva  evangelica il samaritano si ferma a curare l’uomo aggredito e ferito dai padroni senza sapere chi sia, non gli interessa conoscere la sua religione, lo salva e basta. Invece nel 1917 la Madonna si sarebbe preoccupata soltanto delle persecuzioni subite dalla Chiesa ad opera dei regimi atei e non avrebbe ritenuto importante avvertire il mondo del futuro sterminio degli ebrei, dei kulaski in Russia, del genocidio di 800.000 tutsi in Ruanda, così come delle migliaia di vittime dei regimi dittatoriali in Sud America, contesto nel quale ha operato appunto Oscar Romero.