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IN DIALOGO CON L’ISLAM

Abbiamo incontrato padre Christian Delorme, sacerdote della diocesi di Lione, in occasione del suo incontro con l’Associazione “La gente del Libro” a Cusinati di Rosà (VI) il 20 maggio scorso. Padre Christian è impegnato da anni per il riconoscimento dei diritti umani degli immigrati, ed è coautore di un recente libro delle edizioni Paoline sul dialogo interreligioso: “Abbiamo tante cose da dirci. Cristiani e musulmani in dialogo.” L’occidentale guarda all’Islam e si pone alcune domande fondamentali: l’islam è compatibile con la modernità, la laicità, la democrazia, la libertà di espressione e la tolleranza religiosa, in altre parole con l’umanesimo laico? Ma il suo sguardo è offuscato da una risposta a priori: no, non sono compatibili e non possono esserlo. Forse la risposta a tali domande è molto più semplice di quanto si pensi: noi occidentali ci siamo costruiti un pregiudizio culturale contro il mondo musulmano che ha radici lontane nella storia. In un clima sereno e di reciproca crescita culturale quasi un centinaio di persone, molte delle quali di origine maghrebina e araba, hanno ascoltato la relazione di padre Christian che ha evidenziato l’evoluzione dell’Islam in Francia e il suo impegno pubblico al fianco dei giovani maghrebini delle periferie, che lo ha reso un testimone privilegiato del bisogno di spiritualità dei musulmani, coniugato alla necessità di scoprirsi un’identità che dia loro valore come persone e cittadini europei. Nella vita quotidiana ogni settore della vita sociale francese interagisce con i musulmani che oggi in Francia sono circa 5 milioni, anche se la fede è vissuta principalmente come una pratica privata e non pubblica. L’organizzazione culturale dell’Islam in Francia è abbastanza povera e poco più del 4% dei musulmani praticano abitualmente le moschee. Abbiamo chiesto a padre Delorme quali sono i punti di contatto e le diversità tra l’Islam europeo e quello del Maghreb. “Vi è una grande diversità – ci dice - nell’Islam vissuto in Europa e nei paesi del Nord Africa. Non esiste un blocco musulmano contro il mondo occidentale. Vi è una parte della  gente musulmana che vedono nell’occidente dei punti di contatto e dei vantaggi (come la democrazia) e altri che si oppongono in quanto il sistema economico occidentale non favorisce il loro sviluppo. Non possiamo dire che c’è un conflitto poiché l’Islam fa parte dell’Unione europea con gli oltre 15 milioni di immigrati musulmani che ci vivono e senza contare i tanti musulmani che sono già cittadini europei.”

Come giudica allora il dilagare dei fondamentalismi in tale contesto?

All’interno dei paesi musulmani ci sono tanti movimenti che domandano la democrazia, più di quelli cosiddetti integralisti. Possiamo dire che la maggior parte dei musulmani non rappresentano movimenti come quello dei talebani. In Francia, ad esempio, non c’è un partito islamico, anche perché sono i musulmani ad aver paura dell’integralismo sul tipo di quello vissuto in Algeria. Tempo fa le famiglie algerine erano interessate al fenomeno islamico, ma dopo che c’è stato il dilagare della violenza nella loro terra d’origine non ne hanno voluto più sapere. Le famiglie hanno dimostrato maggiori capacità di integrazione in Francia rispetto alle associazioni che non rappresentano spesso il modo di pensare della gente musulmana.

Non ci deve quindi stupire se in paesi come Egitto, Iraq, Siria o Algeria non vi è quasi niente nella società, nell’economia, nella politica, nella cultura o nella giurisprudenza che sia gestito in nome dei principi islamici, in conformità con la shari'a, o che funzioni secondo la dottrina e gli insegnamenti teologici. Al di fuori dello status personale, della fede individuale e della devozione o dell’empietà private, il ruolo dell’Islam è incontestabilmente regredito alla periferia della vita pubblica. 

Dott. Enrico Vendrame

specialista in Istituzioni e tecniche di tutela dei diritti umani presso l’Università di Padova

Rachide Benzine - Christian Delorme, Abbiamo tante cose da dirci. Cristiani e musulmani in dialogo, Ed. Paoline, Milano, 2000, pp 258, Lit 20.000.

 Testimonianza concreta di come da culture e fedi religiose diverse, si possa, nel reciproco rispetto, convergere su scelte di servizio alla persona che diventano anche possibilità di conoscenza  reciproca, di riflessione e di dialogo.

Molto è stato detto e scritto sul dialogo tra Cristianesimo e Islam. Gli autori, Rachid Benzine, musulmano e Christian Delorme, prete cattolico, affermano che le due religioni possono chiarirsi reciprocamente, senza negare comunque le «fratture dogmatiche» per ora insanabili, cancellano molti malintesi, dichiarano il loro rifiuto degli estremismi e dimostrano come il rispetto della fede dell'altro rappresenti la sola via verso una «migliore convivenza». Un testo concreto che documenta il molto da condividere di cui il Cristianesimo e l'Islam sono depositari.

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