|
<<<- |
. . . . . . . . . . . . . |
VOGLIAMO UN SEGNALE di
Arnaldo Casali Vogliamo un segnale dai politici che abbiamo votato, e che
potremmo anche non votare più.
Un segnale che la politica
appartiene ai cittadini, e non ai partiti. Che i dipendenti che abbiamo
assunto in Camera e in Senato lavorano per noi, e che non siamo noi a
lavorare per loro. Un segnale che ci faccia capire
che le cariche istituzionali si assegnano in base all’autorevolezza
della personalità, e non a misere spartizioni di palazzo. Purtroppo, fino ad oggi, questo
segnale è mancato completamente. In occasione dell’elezione dei
presidenti di Camera e Senato abbiamo assistito al triste spettacolo di
una coalizione che, pur senza essere riuscita a conquistare una
maggioranza nel paese, non si è sentita in dovere né di fare un esame di
coscienza per capire le ragioni di quella che è – politicamente e
moralmente – una sconfitta, né di dimostrare agli italiani di voler
lavorare davvero per un futuro migliore di questo malandato paese, ma che
ha come unica preoccupazione quella di rispettare le spartizioni tra i
partiti di tutti i luoghi di
potere secondo gli accordi presi già mesi prima delle elezioni. La Camera era stata promessa a
Bertinotti, per garantirsi la sua ‘fedeltà’ a centrosinistra. E gli
è stata concessa. A Marini era stato promesso il
Senato. Per meriti non istituzionali o politici, ma squisitamente
partitici. Per aver regalato la leadership della Margherita ad un ex
candidato premier che dopo aver clamorosamente perso le elezioni era
rimasto senza poltrona. L’elezione di
Marini a Palazzo Madama è stato il momento più basso della storia
politica d’Italia a cui quelli della mia generazione hanno dovuto
assistere. Quello di una coalizione che, agguantato per un pugno di voti
il potere, non ha saputo dimostrare nessun senso delle istituzioni,
rifiutando categoricamente il dialogo
con la controparte (che pure, è vero, rappresenta metà degli italiani)
anche quando la controparte ha fatto delle proposte assolutamente
accettabili sul piano politico. Perché Andreotti –
ricordiamocelo – non è
stato rifiutato dall’Unione per
i suoi trascorsi con la mafia o per la sua ambiguità politica. La
candidatura di quello che resta – nel
bene e nel male – un
padre della Repubblica, è stata rifiutata solo ed esclusivamente perché
il posto al Senato era stato promesso a Marini e se fosse venuto a mancare
avrebbe compromesso il futuro stesso dell’Unione, che si regge –
questo è sin troppo evidente – solo su accordi e accordini tra partiti
e non su un’idea vera per il futuro dell’Italia. Ancora più triste e squallide
sono oggi le manovre per l’elezione del presidente della Repubblica.
Figure abbastanza autorevoli da rappresentare entrambi gli schieramenti,
in fondo, non mancano, a cominciare da Giuliano Amato. Tutti poi
sembrerebbero d’accordo – a parole – nel reclamare una presidente
donna. Nei fatti, però, il gioco rimane lo stesso. Il presidente sarà un
uomo, e un uomo dei Ds. E questo semplicemente perché i Ds non hanno
ancora una poltrona. Si dice Napolitano e si pensa
D’Alema. Questo proprio perché, paradossale, Napolitano è troppo
autorevole. E con ottime probabilità alla fine sarà eletto lui, l’uomo
meno autorevole del centrosinistra. Perché? Semplicemente perché fa
comodo a tutti. Fa comodo a Bertinotti, perché gli ha lasciato la Camera,
fa comodo a Prodi, perché non insidia il suo governo, fa comodo a Fassino
perché gli lascia il posto da ministro, fa comodo a Berlusconi perché lo
ha sempre protetto, fa comodo al centrodestra, perché non c’è a
sinistra uno meno di sinistra di lui. Insomma fa comodo a tutti. Tranne
che all’Italia. Che rischia di trovarsi come presidente un uomo ambiguo
e di parte, ma che l’unica parte che ha fatto fino ad oggi è stata
quella del “leader”. E basta. In questo triste scenario noi non
ci stanchiamo di chiedere a gran voce l’elezione di Lidia Menapace. E lo
facciamo perché vogliamo ribadire che Noi ci siamo. Noi cittadini, noi
società civile, noi non iscritti ai partiti ma fedeli ad un ideale, noi
popolo delle primarie. Non tanto quelle che hanno assecondato i
“leader” incoronando il già designato Prodi, ma quelle che hanno
rovesciato i giochi dei partiti scegliendo Nichi Vendola e Rita
Borsellino. Noi ci siamo. E vogliamo un
presidente autorevole, un presidente di pace. Una presidente. Lidia Menapace. PER LIDIA MENAPACE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Il punto della situazione
Oggi, lunedì 8 maggio,
cominciano le votazioni per l'elezione del Presidente della Repubblica da
parte di tutti i senatori e le senatrici, le deputate e i deputati, i
consiglieri regionali allo scopo delegati. Come e' noto nelle prime tre
votazioni l'elezione si avra' se un candidato raggiungera' i due terzi dei
voti, dalla quarta sara' sufficiente la semplice maggioranza assoluta. Mentre scriviamo queste righe
e' ragionevole supporre che i giochi non siano gia' fatti. Che non vi sia
gia' un accordo di ferro tra gruppi dirigenti efficiente ad imporre una
granitica disciplina ai parlamentari ed ai consiglieri regionali delegati.
Che almeno per le prime tre votazioni vi sia la possibilita' reale per
tutte e tutti coloro che lo vorranno di votare secondo ragione e coscienza
e non per obbedienza alle gerarchie. Per quanto possa sembrare
ardua impresa, vi e' la concreta possibilita' che varie persone potranno
votare per Lidia Menapace Presidente della Repubblica. E sarebbe un voto che avrebbe
un significato forte e potrebbe spostare equilibri, e finanche suscitare
nelle votazioni successive un piu' ampio consentimento, un forte gesto di
liberta' e democrazia. Non occorre riassumere qui le
ragioni e l'importanza di cio'. Bastera' ripetere ancora una
volta che "ci piacerebbe un Presidente della Repubblica che avesse
fatto la Resistenza. Un Presidente della Repubblica che avesse fatto la
scelta della nonviolenza. Un Presidente della Repubblica femminista. Una
Presidente della Repubblica. Lidia Menapace". E sara' sufficiente aggiungere
che almeno per le ed i parlamentari che si sentono impegnate e impegnati
per la pace e in difesa della Costituzione che all'articolo 11 ne fa uno
dei principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico, dovrebbe esere
dirimente il seguente semplicissimo ragionamento in forma di alternativa
secca: se come Capo dello Stato deve esserci una persona che ha le mani
sporche di sangue avendo contribuito a promuovere guerra e stragi, o una
persona che non solo ha contribuito a liberare il nostro paese dal
nazifascismo, non solo e' amica della nonviolenza, non solo e' autorevole
figura di quel pensiero e quel movimento delle donne che ha posto lo
storico obiettivo di porre la guerra fuori dalla storia, ma che si e'
sempre battuta e sempre si battera' contro tutte le guerre, contro tutte
le stragi, contro tutte le uccisioni, in difesa dell'articolo 11 della
Costituzione, dell'intera Costituzione della Repubblica Italiana, del
riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani. Questa persona e' Lidia
Menapace, solo nella sua persona si trovano incarnate qui ed ora tutte
queste caratteristiche, tutti questi valori. E' Lidia Menapace l'unica
candidata possibile per chi vuole una donna, una resistente, un'amica
della nonviolenza, una femminista; per chi vuole una Presidente della
Repubblica che difenda la pace, la legalita' costituzionale, la dignita'
umana. A tutte e tutti coloro che da
lunedi' voteranno per la prima carica dello Stato chiediamo di votare
Lidia Menapace, di fare questo dono al popolo italiano. * Tre richieste E a tutte le persone che ci
leggono chiediamo adesso un ultimo sforzo, di fare tre cose ancora: 1. Scrivere e-mail (e se si
hanno relazioni personali con alcuni di essi: telefonare) ai parlamentari
ed ai consiglieri regionali (gli indirizzi di posta elettronica di tutti
sono pubblici e disponibili nella rete telematica digitando www.senato.it
e www.camera.it per i parlamentari, e cercando con un motore di ricerca i
siti delle Regioni) per chiedere che votino Lidia Menapace per la pace e
la Costituzione; che votino Lidia Menapace perche' donna, resistente,
amica della nonviolenza e femminista. 2. Scrivere e-mail a tutti i
mezzi di comunicazione di massa affinche' diano notizia di questo appello,
di questa proposta, di questa speranza: Lidia Menapace al Quirinale per la
pace e la Costituzione; Lidia Menapace al Quirinale perche' donna,
resistente, amica della nonviolenza e femminista. 3. Diffondere ancora tra tutte
le persone amiche questo appello e questa richiesta, chiedendo anche a
loro di scrivere a loro volta ai grandi elettori presidenziali, ai
mass-media e ad altre persone ancora. * Alcuni materiali utili a) Un possibile testo
sintetico: "Chiediamo che sia eletta Presidente della Repubblica la
senatrice Lidia Menapace, prestigiosa intellettuale di forte impegno
civile, resistente contro il nazifascismo, amica della nonviolenza,
femminista. Chediamo che sia eletta Presidente della Repubblica la
senatrice Lidia Menapace perche' e' una donna da sempre impegnata per la
pace e la Costituzione". b) Alcune adesioni
significative segnalabili: Farid Adly, Imma Barbarossa, Enrica Bartesaghi,
Franca Bimbi, Giovanna Capelli, Giancarla Codrignani, Antonino Drago,
Rachele Farina, Giovanni Franzoni, Domenico Gallo, Nella Ginatempo,
Daniele Lugli, Gerard Lutte, Anna Maffei, Lidia Maggi, Gigi Malabarba,
Dacia Maraini, Ettore Masina, Eugenio Melandri, Lea Melandri, Luisa
Morgantini, Isidoro D. Mortellaro, Giorgio Nebbia, Gianni Novelli,
Riccardo Orioles, Giuliano Pontara, Alessandro Portelli, Lidia Ravera,
Annamaria Rivera, Brunetto Salvarani, Umberto Santino, Maria Schiavo,
Bruno Segre, Sergio Tanzarella, Letizia Tomassone, Mao Valpiana. Hanno
aderito decine di docenti universitari, centinaia di rappresentanti di
associazioni impegnate nella solidarieta', per la pace e i diritti umani,
numerosi pubblici amministratori. Hanno aderito tra gli altri numerosi
religiosi e religiose; prestigiose intellettuali femministe; illustri
rappresentanti dell'ambientalismo scientifico; grandi figure della vita
civile italiana; autorevoli personalita' delle istituzioni; ed inoltre
decine e decine di associazioni, riviste, istituzioni culturali e
d'impegno sociale; e migliaia di cittadine e cittadini. Hanno gia' aderito
pubblicamente anche alcuni senatori e deputati. Centro di ricerca per la pace strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo tel. 0761353532, e-mail:
nbawac@tin.it
________________________________________________________________ |