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Bologna, venerdì 18 gennaio 2002.

Leggo da un vecchio ritaglio di giornale questo breve scritto di Michele Serra (Unità - Domenica 14 giugno 1998). Si tratta di considerazioni risalenti a tre anni e mezzo fa, ma che, mutatis mutandis, mi sembra siano di grande attualità: il tono di queste parole è un po’ irridente, il contenuto è alquanto amaro e allora non si sa se ridere o piangere.

Gli uomini politici, la DC e la Chiesa cattolica. Inevitabile la domanda (nel ’98, ma più che mai oggi nel 2002): possibile che l’Italia - Stato laico "de iure" - sia sempre così, e sempre più, clericale "de facto"?

Penso che da questa situazione di clericalismo imperante non ne tragga vantaggio neppure la stessa chiesa-cristiano-cattolica. Intendo quella chiesa-istituzione, fatta di uomini (come tali fallibili) sui vertici della quale purtroppo sembra che spesso lo Spirito Santo distolga lo sguardo… chiesa-istituzione che frequentemente, a mio avviso, viene da tutti noi confusa con il Regno di Dio…

Penso che nemmeno ne tragga vantaggio quella chiesa-vera che (come la definisce il Concilio Vaticano II) è il Popolo di Dio, il quale purtroppo [nonostante l'antico principio canonistico contenuto nel Decretum Gratiani affermi "quod omnes tangit ab omnibus tractari et approbari debet" "ciò che interessa tutti da tutti deve essere discusso ed approvato"], mai viene neppure consultato. Domenico Manaresi

Mitt. Domenico Manaresi - Via P. Gubellini, 6 - 40141 Bologna - Tel&Fax: 051-233923 - e-mail: bon4084@1perbole.bologna.it

 

Da : Unità di Domenica 14 giugno 1998 -

Grande è il Regno dei Cieli

di MICHELE SERRA

L’ARRABBIATURA di Prodi per l'ingresso di Forza Italia tra i Popolari europei è comprensibile. Ma la storia del rapporto tra cattolici e politica non è tale da dargli pienamente ragione.

Per restare alla sola Italia, sotto la generica dicitura di "politici cattolici" è stato (ed è) possibile reperire tutto e il contrario di tutto. Dalla dura militanza reazionaria di un Gedda o di uno Scelba all'umanitarismo sociale di un La Pira, dal catto-liberale De Gasperi al catto-socialista Dossetti, si va dalla destra più tenace alla sinistra più radicale.

Solo quello slabbrato e geniale patchwork che fu la Dc riuscì a tenere insieme pezzi così incompatibili di pensiero politico e di culture. Ma è bastato, poi, un pur pallido bipolarismo a spaccarla esattamente in due.

Perfino il divorziato Berlusconi, sdoganatore ideologico della piccola borghesia consumista e antisociale, ha tutto il diritto, dal momento che ogni tanto si fa il segno della croce nella sua cappella privata, di dirsi cattolico.

Cattolico come don Ciotti o il vescovo Bettazzi, che gli sono opposti politicamente e direi antropologicamente.

Giusto la CEI (Conferenza Episcopale Italiana – ndr) può ancora pretendere (pateticamente) di disciplinare il rapporto tra fede e politica: da tempo regolato soltanto dall'inesauribile fantasia individuale con la quale la stessa fede può ispirare a questo l'assistenza ai drogati, e a quello la scalata in Borsa.

MICHELE SERRA

 

SHALOM A TUTTI!

DOMENICO MANARESI

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Mittente:
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