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Auguri scomodi di don Tonino Bello
E' Natale, momenti di serenità....
Io, invece, vi voglio infastidire:
non posso, infatti, sopportare l'idea di
dover rivolgere auguri innocui,
formali, imposti dalla «routine» di
calendario.
Mi lusinga, addirittura, l'ipotesi che
qualcuno li respinga al mittente come
indesiderati.
Tanti auguri scomodi, allora!
Gesù che nasce per amore vi dia la
nausea di una vita egoista, assurda,
senza spinte verticali.
E vi conceda la forza di inventarvi
un'esistenza carica di donazione, di
preghiera, di silenzio, di coraggio.
Il Bambino che dorme sulla paglia vi
tolga il sonno e faccia sentire il
guanciale del vostro letto duro come un
macigno, finché non avrete dato
ospitalità a uno sfrattato, a un
marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo vi faccia sentire
dei vermi ogni volta che la carriera
diventa idolo della vostra vita; il
sorpasso, progetto dei vostri giorni; la
schiena del prossimo, strumento delle
vostre scalate.
Maria, che trova solo nello sterco degli
animali la culla ove deporre con
tenerezza il frutto del suo grembo, vi
costringa con i suoi occhi feriti a
sospendere lo struggimento di tutte le
nenie natalizie, finché la vostra
coscienza ipocrita accetterà che lo
sterco degli uomini o il bidone della
spazzatura o l'inceneritore di una
clinica diventino tomba senza croce di
una vita soppressa.
Giuseppe, che nell'affronto di mille
porte chiuse è il simbolo di tutte le
delusioni paterne, disturbi le sbornie
dei vostri cenoni, rimproveri i
tepori delle vostre tombolate, provochi
corti circuiti allo spreco delle
vostre luminarie, fino a quando non vi
lascerete mettere in crisi dalla
sofferenza di tanti genitori che versano
lacrime segrete per i loro figli
senza fortuna, senza salute, senza
lavoro.
Gli angeli che annunziano la pace
portino guerra nella vostra sonnolenta
tranquillità incapace di vedere che,
poco più lontano di una spanna con l'
aggravante del vostro complice silenzio,
si consumano ingiustizie, si
sfrutta la gente, si fabbricano armi, si
militarizza la terra degli umili,
si condannano i popoli allo sterminio
per fame.
I poveri che accorrono alla grotta,
mentre i potenti tramano nell'oscurità e
la città dorme nell'indifferenza, vi
facciano capire che, se anche voi
volete vedere «una grande luce»,
dovete partire dagli ultimi. Che le
elemosine di chi gioca sulla pelle della
gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le
tredicesime di stipendi multipli fanno bella
figura, fanno bella figura ma non
scaldano. Che i ritardi dell'edilizia
popolare sono atti di sacrilegio, se
provocati da speculazioni corporative.
I pastori che vegliano nella notte, «facendo
la guardia al gregge» e
scrutando l'aurora, vi diano il senso
della storia, l'ebbrezza delle attese,
il gaudio dell'abbandono in Dio.
E vi ispirino un desiderio profondo di
vivere poveri: che poi è l'unico modo
per morire ricchi.
Sul nostro vecchio mondo che muore nasca
la speranza.
don Tonino Bello _________________________________________________________________ |