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Preghiera indiana sul
rispetto della natura
PREGHIERA INDIANA.
Oh Grande Spirito,
la cui voce io odo nel vento
e il cui respiro dà la vita a tutto
il mondo,
Ascoltami!
Io sono piccolo e debole e ho bisogno
della tua forza e della tua saggezza.
Lasciami avanzare verso tutto ciò che
è bello,
e fa che i miei occhi possano sempre
vedere
il rosso purpureo del tramonto.
Fa che le mie mani rispettino tutte le
cose che tu hai creato,
e che le mie orecchie siano pronte a
udire la tua voce.
Rendimi saggio perché io possa capire
le cose
che tu hai insegnato al mio popolo.
Permettimi di imparare le lezioni che
hai celato
in ogni foglia e in ogni pietra.
Io voglio essere forte non per essere
superiore a mio fratello,
bensì per combattere il mio più grande
nemico: me stesso.
Fa che io sia sempre pronto a
presentarmi a te
con mani nette e sguardo sincero,
così ché quando la vita svanirà nel
dissolversi del tramonto,
il mio spirito possa venire a te senza
vergogna.
LAME DEER-CERVO ZOPPO.
SIAMO UNA PARTE DELLA
TERRA.
Noi dobbiamo
considerare noi stessi
come una parte della
Terra,
non come un nemico
che viene
dall'esterno
e che cerca di
imporre
alla Terra la sua
volontà.
Noi che conosciamo
il significato della
Pipa,
sappiamo che siamo
una componente
vivente della Terra
e che non possiamo
far del male a
nessuna sua parte
senza far del male a
noi stessi.
LETTERA DEL CAPO INDIANO, SEATTLE, AL
PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI,
FRANKLIN PIERCE.
Come potete acquistare o vendere il
cielo, il calore della terra?
L'idea ci sembra strana. Se noi non
possediamo la freschezza
dell'aria, lo scintillio dell'acqua,
come potete voi acquistarli?
Ogni parte di questa terra è sacra per
il mio popolo.
Ogni ago lucente di pino, ogni riva
sabbiosa, ogni lembo di bruma dei
boschi ombrosi, ogni radura e ogni
ronzio di insetti è sacro nel
ricordo e nell'esperienza del mio
popolo. La linfa che cola negli
alberi, porta con sé il ricordo
dell'uomo rosso.
I morti dell'uomo bianco dimenticano il
loro paese natale, quando
vanno a passeggiare nelle stelle. I
nostri morti non dimenticano mai
questa terra meravigliosa, perché essa
è la Madre dell'uomo rosso. Noi
siamo una parte della terra e la terra
fa parte di noi. I fiori
profumati sono nostri fratelli: il
cervo, il cavallo, la grande aquila
sono nostri fratelli; le coste rocciose,
il verde dei prati, il calore
dei pony e l'uomo appartengono tutti
alla stessa famiglia.
Per questo quando il grande Capo Bianco
di Washington ci manda a dire
che vuole acquistare la nostra terra, ci
chiede una grossa parte di
noi. Il grande Capo ci manda a dire che
ci riserverà uno spazio per
muoverci, affinché possiamo vivere
confortevolmente tra di noi. Egli
sarà il nostro padre, noi saremo i suoi
figli.
Prenderemo in considerazione, dunque, la
vostra offerta, ma non sarà
facile accettarla.
Questa terra per noi è sacra.
Questa acqua scintillante che scorre nei
torrenti e nei fiumi, non è
solamente acqua; per noi è qualcosa di
immensamente più significativo;
è il sangue dei nostri padri.
Se vi vendiamo le nostre terre, dovete
ricordarvi e insegnarlo ai
vostri figli che i fiumi sono i nostri e
i vostri fratelli e dovrete
dimostrare per i fiumi lo stesso affetto
che dimostrereste ad un
fratello.
Sappiamo che l'uomo bianco non comprende
i nostri costumi.
Per lui una parte della terra è uguale
all'altra, perché è come uno
straniero che arriva di notte ed
alloggia nel posto che più gli
conviene.
La terra non è sua amica, la considera
nemica e, quando l'ha
conquistata, va oltre.
Abbandona la terra dei suoi avi, e ciò
non lo turba.
Toglie la terra ai suoi figli, e ciò
non lo turba.
La tomba dei suoi avi, il patrimonio dei
suoi figli cadono nell'oblio
Tratta sua madre, la Terra, e suo
fratello, il Cielo, come se fossero
semplicemente delle cose da acquistare,
prendere e vendere, come si fa
con le pecore e con le pietre preziose.
La sua bramosia divorerà tutta
la terra e a lui non resterà che il
deserto.
Io lo so.
I nostri costumi sono diversi dai
vostri.
La vista delle vostre città fa male
agli occhi dell'uomo rosso. Non
esiste un luogo per udire le gemme
schiudersi in primavera o ascoltare
il fruscio delle ali di un insetto. Ma
forse ciò avviene perché io
sono un selvaggio, e non posso
comprendere.
Sembra che il rumore offenda solo le
orecchie. E che gusto c'è a
vivere se l'uomo non può ascoltare il
grido solitario del caprimulgo o
il chiacchierio delle rane di notte
attorno ad uno stagno?
Io sono un uomo rosso e non comprendo.
L'indiano preferisce il suono dolce del
vento che si slancia come una
freccia al di sopra dello specchio di
uno stagno, e l'odore del vento
stesso, reso terso dalla pioggia
meridiana o profumato di pino. L'aria
è preziosa per l'uomo rosso, giacché
tutte le cose respirano la stessa
aria.
L'uomo bianco non sembra far caso
all'aria che respira. Come un uomo
per più giorni in agonia, egli è
insensibile al fetore.
Ma se vi vendiamo le nostre terre,
dovete ricordare che l'aria per noi
è preziosa, che l'aria partecipa il suo
soffio con tutto ciò che essa
fa vivere. Il vento che ha dato il primo
alito al nostro avo, è lo
stesso che ha raccolto il suo ultimo
respiro.
E se vi vendiamo le nostre terre, voi
dovete custodirle in modo tutto
particolare, e tenerle per sacre, e
considerarle come un luogo dove
anche l'uomo bianco può andare a
godersi il vento che reca le
fragranze del prato, reso dolce dai
fiori.
Considereremo la vostra offerta di
acquistare le nostre terre.
Ma se decidiamo di accettare la
proposta, io porrò una condizione:
l'uomo bianco dovrà rispettare gli
animali che vivono in questa terra,
come se fossero suoi fratelli.
Io sono selvaggio, e non conosco altro
modo di vivere.
Ho visto un migliaio di bisonti
imputridire sulla prateria abbandonati
dall'uomo bianco dopo che erano stati
abbattuti da un treno in corsa.
Io sono selvaggio, e non comprendo come
il "cavallo di ferro fumante"
possa essere più importante dei bisonti
quando noi li uccidiamo solo
per sopravvivere.
Cosa è l'uomo senza gli animali?
Se tutti gli animali sparissero, l'uomo
morirebbe in una grande
solitudine. Perché ciò che accade agli
animali, prima o poi accade
agli uomini.
Tutte le cose sono connesse tra loro.
Dovete insegnare ai vostri figli che il
suolo che essi calpestano, è
fatto delle ceneri dei nostri padri.
Affinché i vostri figli
rispettino questa terra, dite loro che
essa è arricchita dalle vite
della nostra gente. Insegnate ai vostri
figli ciò che noi abbiamo
insegnato ai nostri: che la Terra è la
Madre di tutti noi.
Tutto ciò che di buono arriva alla
terra, arriva anche ai figli della
terra.
Se gli uomini sputano sul suolo sputano
su se stessi.
Noi sappiamo almeno questo:
Non è la Terra che appartiene all'uomo,
ma è l'uomo che appartiene alla terra.
Questo noi lo sappiamo.
Tutte le cose sono connesse, come i
membri di una famiglia sono
connessi da un medesimo sangue. Tutte le
cose sono connesse.
Tutto ciò che accade alla terra, accade
anche ai figli.
Non è l'uomo che ha tessuto la trama
della vita: egli ne ha soltanto
il filo. Tutto ciò che egli fa alla
trama, lo fa a se stesso. Lo
stesso uomo bianco con il quale il suo
Dio si accompagna e parla con
lui, come due amici insieme, non può
sottrarsi al destino comune.
Dopo tutto forse noi siamo fratelli.
Vedremo.
C'è una cosa che noi sappiamo. e che
forse l'uomo bianco scoprirà
presto: il nostro Dio è il suo stesso
Dio.
Voi forse pensate che adesso lo
possedete, come volete possedere le
nostre terre: ma non lo potete. Egli è
il Dio degli uomini e la pietà
è uguale per tutti: tanto per l'uomo
bianco, tanto per quello rosso.
Questa terra per lui è preziosa,
nuocere alla terra è come disprezzare
il suo Creatore.
Anche i bianchi spariranno; forse prima
di tutte le altre tribù.
Contaminate il vostro letto e una notte
vi troverete soffocati dai
vostri rifiuti.
Dove è finito il bosco?
E' scomparso.
Dove è finita l'aquila?
E' scomparsa.
E' la fine della vita e l'inizio della
sopravvivenza.
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