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Preghiera di mons. Tonino Bello, vescovo di Molfetta
Voglio ringraziarti, Signore, per il
dono della vita.
Ho letto da qualche parte che gli uomini
sono angeli con un'ala soltanto:
possono volare solo rimanendo
abbracciati.
A volte nei momenti di confidenza oso
pensare, Signore, che anche Tu abbia
un'ala soltanto, l'altra la tieni
nascosta... forse per farmi capire che Tu
non vuoi volare senza me.
Per questo mi hai dato la vita, perché
io fossi tuo compagno di volo.
Insegnami allora a librarmi con Te perché
vivere non è trascinare la vita,
non è strapparla, non è rosicchiarla:
vivere è abbandonarsi come un gabbiano
all'ebbrezza del vento; vivere è
assaporare l'avventura della libertà,
vivere è stendere l'ala, l'unica ala
con la fiducia di chi sa di avere nel
volo un partner grande come Te.
Ma non basta saper volare con Te,
Signore: Tu mi hai dato il compito di
abbracciare anche il fratello, e
aiutarlo a volare. Ti chiedo perdono,
perciò, per tutte le ali che non ho
aiutato a distendersi: non farmi più
passare indifferente davanti al fratello
che è rimasto con l'ala, l'unica
ala, inesorabilmente impigliata nella
rete della miseria e della solitudine
e si è ormai persuaso di non essere più
degno di volare con Te: soprattutto
per questo fratello sfortunato dammi, o
Signore, un'ala di riserva.
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