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Le donne si emanciparono in chiesa La francese Pelletier ripercorre il ruolo femminile nel cristianesimo di Lucetta Scaraffia
Molto è stato scritto, senza dubbio, in
questi ultimi decenni sul ruolo
delle donne nel cristianesimo, sia dal
punto di vista della ricerca
storica - che ha portato importanti
acquisizioni sul tema della vita
religiosa femminile, della santità
delle donne e più in generale del loro
apporto alla tradizione cristiana - sia
da quello dei pamphlet polemici. In
questi di solito la Chiesa viene
indicata - proiettando semplicemente e
superficialmente la mentalità di oggi
sul passato - come la principale
responsabile dell'oppressione delle
donne nei Paesi occidentali.
Ma mancava ancora una pubblicazione
agile e divulgativa, che in poche pagine
mettesse in luce le caratteristiche
fondamentali del rapporto fra donne e
cristianesimo dalle origini ad oggi.
Proprio per questo è particolarmente
utile e interessante il volumetto della
Pelletier, che guarda a questa
storia con un occhio attento a
denunciarne gli abusi, ma certo non ostile
alla Chiesa. Essa sottolinea infatti
quel legame fra cristianesimo ed
emancipazione femminile negato da tante
critiche e critici: «Probabilmente,
non è un caso se sono queste società,
la cui eredità è cristiana, che hanno
visto nascere, nello scorso secolo, le
prime richieste femministe».
Nella prima parte, senza dubbio la
migliore, l'autrice analizza dal punto di
vista femminile la tradizione scritta,
sottolineando «l'audacia e
l'iniziativa» delle figure femminili
nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, e
analizzando il loro ruolo nella cultura
occidentale. Per quanto riguarda,
invece, le innovazioni portate dal
cristianesimo rispetto alla società, la
Pelletier sottolinea la nuova importanza
data al matrimonio, inteso per la
prima volta nella storia come rapporto
di stima, solidarietà e amore fra due
persone libere. La vita religiosa
femminile, anch'essa aperta per la prima
volta alla libera scelta delle donne,
costituisce un'altra importante
innovazione, che permette la formazione
di una élite femminile colta e di
elevata spiritualità, e talvolta dà
luogo a vere «carriere di santità».
Del periodo medievale l'autrice prende
in considerazione soprattutto le
regine a cui si deve la conversione al
cristianesimo di un re e di
conseguenza di un popolo, donne di cui
non sappiamo molto, se non che,
sicuramente, erano migliori degli uomini
loro contemporanei. Alle polemiche
misogine medievali, presenti in non
pochi testi cristiani, la Pelletier
contrappone la presenza di donne
autorevoli come Ildegarda di Bingen,
Christine de Pisan, Caterina da Siena,
autrici di opere importanti e capaci
di esercitare un influsso sulla cultura
del loro tempo. L'età moderna è
segnato da un peggioramento della
condizione femminile e da un riflusso in
cui le donne vengono «eliminate da
tutte le posizioni di potere, di sapere e
di responsabilità». La Riforma si
rivela presto una delusione perché «la
soppressione del monachesimo d'un canto,
quella del culto dei santi
dall'altro» hanno «rovinato una parte
dell'autonomia e dell'onore che il
cattolicesimo regolava, malgrado tutto,
per le donne». La Pelletier non
sottovaluta poi l'importanza delle
congregazioni femminili di vita attiva -
che nascono a partire dal Seicento in
Francia - ai fini dell'emancipazione
femminile.
L'ultima parte, quella relativa al
Novecento, è più sbrigativa, attenta
soprattutto all'atteggiamento della
Chiesa nei confronti dei problemi che
l'emancipazione delle donne comporta in
una struttura che le ammette ancora
con difficoltà.
La linea interpretativa seguita è nuova
e interessante, e così lo stile, di
piacevole lettura. Il libro però
risente un po' troppo dell'ottica
"nazionale" dell'autrice, che
privilegia nettamente sia l'area francese sia
gli indirizzi di ricerca tipici di
questa cultura. A causa poi della sua
formazione letteraria l'autrice ha
utilizzato solo in minima parte la massa
di ricerche storiche pubblicate su
questi temi.
Si tratta comunque di un'opera che ha
saputo cogliere i nodi salienti del
rapporto fra le donne e il cristianesimo
e che si conclude individuando
nella femminilità - definita «un modo
di essere per l'altro» - un «atto di
libertà e di potenza» che divinizza
l'uomo.
Anne-Marie Pelletier
Il cristianesimo
e le donne
Jaca Book
Pagine 156. Euro 13,43
da "Avvenire" 23 febbraio 2002
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