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USA: un Gesuita scrive al Presidente La violenza globale è destinata al fallimento Risolvere la crisi internazionale con la nonviolenza
Caro Presidente G. Bush jr.,
mi chiamo John Dear e sono un sacerdote
gesuita, padre spirituale e
scrittore. Ho passato gli ultimi
vent'anni lavorando in mezzo ai poveri qui
e all'estero, tenendo discorsi contro la
guerra e le armi nucleari. Di
recente ho prestato servizio qui a New
York, presso il Centro di Assistenza
alle Famiglie, come cappellano per oltre
1.500 familiari che hanno perso un
familiare nel disastro del World Trade
Center, e ad oltre 500 ufficiali di
polizia, vigili del fuoco e inviati
nell'operazione "Ground Zero". Sono
stato anche supervisore per il programma
"Cura Spirituale" della Croce
Rossa, aiutando a coordinare più di 500
esponenti di tutte le religioni.
Le scrivo per chiederle di fermare
immediatamente i bombardamenti in
Afghanistan e la preparazione di altre
guerre, di tagliare drasticamente il
budget del Pentagono, invece di
elevarlo; per interrompere le sanzioni
all'Iraq, l'aiuto militare a Israele e
il supporto all'occupazione della
Palestina; per estinguere l'intero
debito estero dei paesi del Terzo Mondo,
smantellare tutte le armi nucleari
americane e quelle di distruzione di
massa, abbandonare il piano missilistico
Shield, riconoscere la costituzione
di un tribunale internazionale e il
diritto internazionale, e chiudere i
nostri campi di addestramento di
terroristi, cominciando con Fort Benning's
"School of the Americas."
Nella tradizione di Martin Luther King,
e di Dorothy Day, credo che la
violenza in risposta alla violenza
conduca solo ad una violenza maggiore;
che la guerra non risolverà mai i
nostri problemi; che non può esistere una
guerra giusta; che Dio non benedice la
guerra; e che noi saremo condannati a
subire altri attacchi terroristici per
via del nostro militarismo e per la
responsabilità che abbiamo, sul
propagarsi della guerra nel mondo.
L'unica soluzione a queste crisi
internazionali è battere il male con la
bontà, non con altro male. Questo
significa che abbiamo bisogno di vincere
la guerra con l'amore e la nonviolenza.
Abbiamo bisogno di portare il paese
su un'altra direzione, nutrire tutti i
bambini affamati e tutti i rifugiati
del pianeta, fermare la povertà qui e
all'estero, impedire tutte le
ingiustizie e gli aiuti militari, creare
una nuova politica estera
nonviolenta al servizio dell'umanità e
supportare le azioni nonviolente di
peacemaking internazionale promosse
dalle Nazioni Unite.
La violenza non è solamente immorale e
illegale, è anche inefficace. La
vostra violenza globale è destinata a
fallire e a portare altra sofferenza,
perché non farà che produrre ulteriore
ostilità in tutto il mondo.
Nel nome del Dio della pace e della
compassione, la prego di fermare questo
corso distruttivo e di iniziare in una
nuova direzione, verso una pace
duratura che significhi giustizia per
tutti i popoli del pianeta.
Ho letto che lei è cristiano. Posso
aggiungere che credo che Gesù fosse
nonviolento, e che diceva sul serio
quando ci ha comandato di non uccidere i
nostri amici, ma di amarli. Ancora,
credo che questo significhi che Dio è un
Dio di pace e di nonviolenza. Se lei
desidera seguire questo Gesù
nonviolento e adorare il Dio della pace,
deve rinunciare a questa guerra e
avviare il sentiero del disarmo, della
giustizia per i poveri, e della
guarigione dell'umanità. Non si può
servire il Dio della pace e il falso Dio
della guerra.
Voglio che lei sappia che milioni di noi
in questo paese continueremo ad
opporci alla sua politica e alle guerre;
e che dedicheremo le nostre vite
alla pratica dell'amore e della
resistenza nonviolenta al militarismo USA.
Io passo la mia vita viaggiando in tutto
il paese, parlando a decine di
migliaia di studenti e di fedeli ogni
anno, e trovo ben poco supporto alle
sue guerre.
Noi continueremo a pregare per la pace,
a marciare per la pace, a
manifestare per la pace, a parlare per
la pace, a proporre la pace, e a
resistere alla sua opposizione continua
alla pace. Lei può risparmiare molto
dolore a tutti noi e impedire la perdita
di altre vite umane in tutto il
mondo adottando la visione della
nonviolenza, esercitando una vera
leadership morale e conducendoci in una
nuova direzione verso un mondo senza
guerra, fame, povertà, oppressione e
ingiustizia. Questo è l'unico modo per
garantire che non ci saranno più
attacchi terroristici. In questo modo, ci
aiuterà ad offrire alle nuove
generazioni un futuro di pace.
Il Signore ci benedica e ci dia la sua
pace.
Sinceramente,
(Rev.) John Dear, S.J. 8 febbraio 2002
John Dear è un sacerdote gestuita, pacifista,
e autore di una dozzina di
libri sulla nonviolenza. I titoli più recenti
sono Living Peace (Doubleday)
e Jesus the rebel (Sheed and Ward). Vive a New
York. Per maggiori
informazioni, consultare il sito www.fatherjohndear.org
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