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Tutto quello che la televisione non ha detto su Genova di Jacopo Fo Siamo ammutoliti dallo sgomento. Come abbiamo più volte ripetuto eravamo contrari all'assedio al G8 e avevamo tristemente previsto quello che è successo. Era evidente che i potenti del mondo avevano tutta l'intenzione di trascinare il Movimento in uno scontro durissimo allo scopo di screditarlo. Il Genoa Social Forum ha dimostrato una miopia incredibile e ci è cascato. Ma effettivamente quello che si è consumato a Genova è un crimine che va al di là delle nostre più nere previsioni. Le forze dell'ordine hanno agito troppo spesso in modo assolutamente illegale, a un livello che offende la coscienza democratica di tutti i cittadini italiani. Il fatto che ora noi si proponga una campagna di pacificazione e che si riconosca che molti, anche nelle forze dell'ordine, hanno agito cercando di limitare la violenza, non vuol dire che intendiamo non denunciare le azioni criminali di alcuni elementi deviati delle forze dell'ordine come quelle dei Black Block e degli "sfasciatutto", i "casseurs", che a loro si sono aggregati. E ci sembra che alcuni punti essenziali di questa illegalità non siano ancora stati spiegati in modo chiaro al grande pubblico. 1) Non si picchiano i prigionieri. Le reti televisive hanno mostrato parecchie volte scene nelle quali si vedono alcuni agenti infierire su ragazzi, che giacciono per terra, già feriti, o totalmente in stato di resa e inermi, già completamente circondati da decine di agenti. A questi ragazzi si avvicinano uno o più poliziotti che li colpiscono senza alcun motivo con calci e manganellate, continuando a infierire anche in gruppi di 4/5 sui loro corpi. In particolare in un filmato si vedono 2 ragazzi stesi per terra sulla pancia. Intorno a loro ci sono poliziotti ovunque e si capisce chiaramente che i due ragazzi si sono arresi e sono a disposizione delle forze dell'ordine. Un poliziotto si avvicina e invece di ammanettarli o di trasferirli in questura in stato di fermo, colpisce alla testa il ragazzo sulla sinistra dello schermo mandandolo a sbattere violentemente con la faccia contro l'asfalto. In un'altra sequenza agghiacciante un gruppo di operatori di ordine pubblico ha circondato un giovane che giace per terra e invece di ammanettarlo o altro iniziano a colpirlo tutti contemporaneamente con i manganelli. Il ragazzo urla di disperazione e di dolore e i pubblici ufficiali continuano a colpirlo senza pietà e con il chiaro intento di provocargli gravi ferite mettendo a repentaglio la sua stessa sopravvivenza. In un'altra sequenza si vede una ragazza circondata da poliziotti che avrebbero facilmente potuto bloccarla allargando le braccia, invece la massacrano di botte lasciandola al suolo in un lago di sangue. E' incredibile che queste immagini siano passate decine di volte senza che i commentatori televisivi facessero notare che si trattava di comportamenti criminali, di una totale violazione della legalità e dei diritti umani. Non esiste legge al mondo che consenta di picchiare persone già in stato di arresto. Neppure in guerra è consentito agire con tale brutalità gratuita sui prigionieri, lo vietano esplicitamente le leggi civili e la Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra. Se chi deve difendere la legge la viola così pesantemente senza subire conseguenze legali, si è di fronte a una situazione di enorme gravità che mette in stato di illegalità i vertici delle forze dell'ordine e il governo che, non intervenendo in nessun modo contro questi criminali che disonorano le forze dell'ordine, violano la Costituzione italiana e mettono l'Italia al di fuori del consesso delle nazioni civili. La quantità di documentazione in questo senso è talmente vasta che riteniamo sia possibile organizzare un'azione legale su larga scala denunciando tali fatti alla magistratura nazionale, e a quella dell'Unione Europea. Il fatto che alcuni manifestanti che avevano perso la testa davanti alle violenze si siano abbandonati a pari scene di brutalità contro agenti isolati, fatto accaduto in almeno due casi, non diminuisce la gravità del comportamento di alcuni elementi delle forze dell'ordine. 2) Non si picchiano manifestanti inermi. Documentate in maniera certa da un grande numero di video, foto e testimonianze oculari è anche il fatto che le forze dell'ordine hanno più volte attaccato manifestanti pacifici che stavano con le mani alzate o seduti per terra . Sono stati caricati persino gruppi di suore e frati in preghiera. Contro questi gruppi pacifici si sono sparati lacrimogeni ad altezza d'uomo e ci sono stati addirittura caroselli con gipponi lanciati ad alta velocità. Che alcuni elementi delle forze dell'ordine si siano comportati in modo inaccettabile e illegale aggredendo persone non responsabili di nessuna violenza è stato velatamente ammesso anche da un alto funzionario durante un'intervista sul terzo canale. Anche un giornalista del Resto del Carlino ha avuto entrambe le braccia spezzate dagli agenti. 3) Sospettiamo che sia successo anche altro. Lo svilupparsi di un progetto di destabilizzazione a opera sia dei "Black Block" che di elementi deviati delle forze speciali e forse non solo di quelle italiane (e non sarebbe la prima volta che succede). Questi episodi di criminalità sono indiscutibilmente accaduti. E sono documentati abbondantemente da fotografie e film e dalle dichiarazioni di migliaia di testimoni oculari. Questo fatto ci fa sospettare che vi possano essere stati anche altri gravissimi comportamenti illegali sui quali chiediamo venga aperta un'inchiesta dalla magistratura italiana e dagli organi giudiziari dell'Unione Europea. Infatti, centinaia di testimonianze oculari, fotografiche e film ci inducono a sospettare che in più di un caso gruppi di Black Block abbiano ottenuto l'appoggio da parte di alcuni elementi deviati delle forze dell'ordine. Nella giornata di sabato, per esempio, un gruppo di Black Block, tentava di infiltrarsi nel corteo pacifico. Veniva più volte respinto dal servizio d'ordine ma successivamente veniva fatto passare dallo schieramento delle forze dell'ordine e questo permetteva loro di portarsi alla testa del corteo pacifico, scatenare incendi e vandalismi di ogni sorta giustificando così le cariche contro i manifestanti pacifici. In altri casi testimoni oculari, confermati da foto e film, sostengono che gruppi di Black Block sono stati visti conversare amabilmente con elementi delle forze dell'ordine, all'interno del cortile di una caserma, uscire da un edificio delle forze dell'ordine, scendere da mezzi delle forze dell'ordine. Infine le forze dell'ordine avrebbero assistito ai preparativi di gruppi di Balack Bloc che stavano per entrare in azione senza intervenire in alcun modo contro di loro. Per quanto i Black Block possano essere pazzi criminali, prima di Genova, hanno sempre dimostrato una certa coerenza, il loro codice criminale li porta a distruggere e attaccare le forze dell'ordine. Non era mai successo che attaccassero un corteo come è successo a Genova in varie occasioni. L'altro fatto assolutamente inedito è che a Genova alcuni gruppi di "Black Block" girassero con cineoperatori al seguito, fatto inconcepibile per un gruppo che ha fatto della segretezza e della distruzione delle cineprese e delle macchine fotografiche uno dei propri punti di forza. Infine è stato alcuni testimoni hanno notato un gruppo di tute nere che parlavano in tedesco e si scambiavano saluti militari mettendosi sull'attenti. Uno di questi è stato punito, in mezzo alla strada, da un suo superiore che gli ha inflitto una ventina di flessioni accompagnate da altrettante bastonate. Simili comportamenti gerarchici ci sembrano impensabili all'interno di un gruppo di casseur anarchici e più probabili in un gruppo di militari di professione. Altrettanto sospetto, o quantomeno strano, è il fatto che ci sono state svariate perquisizioni agli accampamenti del Genoa Social Forum. Nessun agente ha però pensato di intervenire nel campo dove erano circa 400 tute nere, tutti stranieri, che avevano appeso apertamente cartelli in inglese che annunciavano orari di riniuni di strutture militari e preparativi per i piani d'attacco. Ma qui dobbiamo ammettere che la capacità del Movimento di prevenire le infiltrazioni dei provocatori è stata tragicamente bassa. Come si è potuto arrivare a lasciare fin dal giorno 16 luglio un'intero accampamento nelle mani dei Black Block senza accorgersene? 4) Resta poi da denunciare il dilettantismo incredibile di alcune scelte dei vertici delle forze dell'ordine. In particolare come è stato possibile lasciare il controllo della piazza a contingenti spesso composti da soldati di leva mandati a fronteggiare casseurs a bordo di mezzi sprovvisti di reti di metallo a protezione dei vetri. Una misura considerata indispensabile fin dai tempi dell'uccisione dell'agente Annarumma, negli anni '70, colpito da un tubo innocenti che aveva sfondato il vetro del gippone. Mentre le forze dell'ordine hanno dimostrato un'efficienza del 100% nel difendere la zona rossa non si è vista la benchè minima capacità di difendere il resto della città. Nè i cittadini, nè i dimostranti inermi hanno ricevuto alcuna protezione. Va invece fatto onore ai molti funzionari di livello intermedio e ai molti agenti che in alcuni punti hanno mantenuto aperto il dialogo con chi protestava pacificamente. Addirittura, in un caso, è stato concesso a un'anziano contestatore e a una ragazza di violare simbolicamente la zona rossa per il tempo di una sigaretta. In altri casi questi agenti sono intervenuti a difesa dei manifestanti pacifici o degli arrestati, scontrandosi, addirittura fisicamente, con colleghi che avevano perso la testa e si abbandonavano a violenze gratuite. Ugualmente vorremmo ricordare che più volte è accaduto anche che i manifestanti pacifici intervenissero in difesa di agenti restati isolati o feriti e del fatto che siano più volte riusciti a fermare, pur senza usare armi di alcun tipo i violenti del blocco nero permettendo agli agenti circondati di portarsi in salvo ed evitando così il loro linciaggio. Denunciando le brutalità ci sembra importante affermare che comunque la qualità morale di simili comportamenti supera il peso della banalità dell'orrore. Denunciando le violenze di alcuni elementi delle forze dell'ordine e di alcuni elementi del blocco nero e di altri casseurs, vorremmo anche richiedere che un tributo pubblico vada fatto a questi cercatori di pace che hanno agito nella tempesta di violenza che ha umiliato tutti nella città di Genova. _________________________________________________________________ |