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Dimenticato il genocidio nel Sudan cristiano
Una guerra nel Paese più grande dell’Africa (il
Sudan)che dura da oltre 45 anni, morti due milioni di persone negli
ultimi 17 anni e tutto questo non fa audience.
Sembra che quando le vittime
sono cristiani, i media laici
non sappiano far altro che riscoprire il proprio inveterato
pregiudizio…afferma il dottor Peter Hammond, direttore di
Frontline Fellowship[associazione di sostegno alle comunità evangelical
in difficoltà] che cerca
d’informare il mondo sull’oppressione dei cristiani in Sudan. In Sudan
si sta facendo una guerra fra il settentrione arabo-musulmano e il
Meridione nero e cristiano. Si tratta di due Paesi, due popoli diversi
dal punto di vista culturale, religioso ed etnico. Il governo sudanese
di Khartum mira a imporre la legge islamica anche ai cristiani del
Meridione. E quando i cristiani vi si sono opposti, il governo ha cominciato a
bombardarne gli ospedali e le scuole, e a ridurne i bambini in
schiavitù. La situazione è gravissima. Ma di
questa tragedia l’opinione pubblica non sa nulla
e questo è uno scandalo: come possono i mass-media di tutto il mondo
ignorare il Paese più grande dell’Africa? Come possono i
corrispondenti di guerra ignorare la più lunga guerra che si stia
combattendo ancora? Il
governo musulmano ha lanciato da tempo un jihad,
una guerra santa dei mujahedin(guerrieri santi) contro il
meridione del Paese. Si tratta decisamente di una guerra di religione
e di imposizione di una politica di “arabizzazione” e di “islamizzazione”,
tutti devono diventare arabi e islamici, oppure vengono ridotti in
schiavitù, uccisi o esiliati. Il
governo islamico per combattere i cristiani del Sud ha provocato
addirittura la carestia,
la fame. Sono stati date alle fiamme i raccolti del Paese, avvelenati
i pozzi e sterminati gli armenti. E’ la politica della “terra
bruciata”. Tra l’altro nel Sudan, l’influente leader dei Fratelli
Musulmani Hassan al-Turabi, l’architetto della rivoluzione
islamica sudanese, nel 1992 ha accolto bin Laden. Ma non tutto è
perduto esiste un Sudan libero, controllato dai combattenti cristiani
per la libertà, che stanno combattendo per la libertà e l’indipendenza del Sudan meridionale e cristiano. Il
dottor Hammond denuncia la politica dell’ONU che dà i soccorsi
alimentari al governo guidato dagli islamici, che poi dovrebbe
distribuirli equamente a tutta la
popolazione. Invece il popolo cristiano del Sud per ricevere
qualche aiuto deve convertirsi all’islam e quindi mendicare in nome
di Allah: chi non lo fa
muore di fame. “Tutte le
popolazioni che ho visitato
sui Monti Nuba affermano che mai, dico mai, è arrivato loro qualcosa
dalle Nazioni Unite[…]Se vi è gente che vuole aiutare le
popolazioni africane, è necessario che faccia le proprie donazioni
direttamente a iniziative private, a gruppi precisi, a singole persone
oppure alle Chiese […]invece, dando il denaro ai governi, tutto
quello che si ottiene è il foraggiamento della corruzione e
dell’oppressione”. Nel Sudan prospera il commercio degli schiavi,
incoraggiato dallo stesso governo islamico. Molte personalità
politiche internazionali si sono recati in Sudan, ospitati dagli
schiavisti arabi, ma nessuno ha detto nulla sulla tratta degli
schiavi. Che cosa possiamo fare noi lettori per aiutare i cristiani
del Sudan? Vi è bisogno d’informazione. Ai grandi Media
non importa alcunchè se i cristiani vengono perseguitati,
crocifissi o resi schiavi dall’altra parte del mondo in Sudan.
Esiste di fatto una congiura del silenzio.
Il Sud
non sta ricevendo nessun aiuto né alimentare, né di armi; la gente
dice: “se il mondo musulmano
aiuta militarmente il governo del Sudan, perché quello cristiano non
aiuta noi?”. Per loro
è molto difficile comprendere perché le nazioni islamiche sono
felici di allinearsi al jihad decretato contro i cristiani e perché invece le nazioni
cristiane non si schierano a fianco dei cristiani che lottano per la
propria sopravvivenza. Ma l’ostacolo maggiore per le nazioni
cristiane è che non sanno che esiste il genocidio delle popolazioni
cristiane nel Sudan. S.
Teresa di Riva, 25 dicembre 2001 Festa
della Natività di Nostro
Signore
DOMENICO BONVEGNA _________________________________________________________________ |