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La logica di fondo


Don Vinicio Albanesi
presidente del Coordinamento nazionale comunità d'accoglienza


In contemporanea, due notizie significative illuminano la linea "sociale" governativa.

Con l'approvazione della legge Bossi-Fini si stabilisce definitivamente che gli immigrati possono essere accolti solo se produttori di valore aggiunto alla nostra economia. Con un contratto di lavoro in mano, con un buon italiano almeno parlato, possono andare e venire nel nostro paese, a condizione di essere ritenuti utili alla sviluppo economico: senza diritti e senza pretese. Per il resto non disturbino e non appellino a "misericordie" che sono possibili solo come occasioni di lavoro: dichiarazione di un ministro "cattolico".

Dell'approvazione della legge i partiti di maggioranza si dicono soddisfatti, sicuri di aver dato un forte contributo alla sicurezza del Paese. Probabilmente interpretano la cultura mercantilistica della nostra gente, niente affatto schifata da un latente sfruttamento, contrabbandato addirittura come solidarietà. La logica stringente della legge dice: in fondo questi neri sono utili. Li accogliamo e li teniamo d'occhio: le impronte digitali a loro richieste, i contratti di lavoro indispensabili per rimanere in Italia sono due lucchetti che non lasciano loro spazio. Il solidarismo, i pari diritti e tutte le altre sciocchezze di buonismo li lasciamo a preti, vescovi e associazioni varie che parlano, parlano perché non hanno il senso dell'economia.

Quello stesso senso economico che non hanno quando ci si occupa di sanità. Le risorse nella sanità non bastano. E che pensa il Ministro Sirchia? Per tutte quelle categorie improduttive (vecchi, disabili, cronici) che sono inutili e fanno spendere troppo inventiamo delle assicurazioni. Quando uno sarà vecchio si ritroverà in un cronicario o in una clinica, a seconda di come avrà versato a risparmio. A ognuno il suo e arrivederci e grazie.

Che di questa politica sociale siano contenti, dicono, i rappresentanti dei ricchi, non meraviglia; meraviglia invece che il consenso sia largo e popolare. Vorrà dire che le associazioni non profit cattoliche e laiche torneranno all'elemosina, raccogliendo anche per i nostri vecchietti, disabili e cronici, pacchi dono a Natale, ma anche roba vecchia per tombole e pesche, come ai bei tempi.

Fino ad ora, sembra dire qualcuno, questi poveri hanno goduto troppo. È ora di tornare alla normalità: con un po’ di cannonate in mare se serve contro gli intrusi e un bel po’ di elemosina che non guasta per lenire i peccati. Bisognerà firmare una petizione perché nella nuova carta costituzionale europea non compaia né il cristianesimo, né Dio, abbondantemente dimenticati e offesi nella pratica: così non si cita il nome di Dio invano.

Roma, 12 luglio 2002

Per informazioni: Ufficio stampa C.N.C.A. - Laura Badaracchi

tel. 06/44230395 - fax 06/44117455 - cell. 339/5397805; e-mail laura.bad@libero.it - www.cnca.it

 


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