La
contraddizione tra guerra e Cristianesimo
Primo Mazzolari
Il
cristiano che non si scopre in contraddizione col
Vangelo
di pace, o non si è mai guardato in Colui che
— essendo « segno di contraddizione » — svela i pensieri degli
uomini, oppure ama ingannare se stesso.
La
misura della nostra elevazione spirituale viene
fornita
dalla maggiore o minore consapevolezza delle
nostre
contraddizioni, la quale ci distoglie dal sentirci
soddisfatti
e dal legare lo Spirito al nostro corto passo
e ai
nostri brevi traguardi.
Non
è forse una contraddizione
che
dopo venti secoli di Vangelo gli anni di guerra
siano
più frequenti degli anni di pace?
che
sia tuttora valida la regola pagana: « si vis pacem,
para
bellum»?
che
l'omicida comune sia al bando come assassino,
mentre
chi, guerreggiando, stermina genti e città sia
in
onore come un eroe?
che
nel figlio dell'uomo, riscattato a
caro prezzo dal
Figlio
di Dio, si scorga unicamente e si colpisca senza
pietà
il concetto di nemico per motivi di nazione, di razza, di religione,
di classe?
che
l'orrore cristiano del sangue fraterno si fermi davanti a una
legittima dichiarazione di guerra da parte
di una
legittima autorità?
che
una guerra possa portare il nome di « giusta » o
di «
santa », e che tale nome convenga alla stessa guerra
combattuta dall'un campo o dall'altro
per opposte ragioni?
che si invochi il nome di Dio per conseguire una vittoria
pagata con la vita di milioni di figli di Dio?
che venga bollato come disertore e punito come traditore
chi, ripugnandogli in coscienza il mestiere delle armi,
che è mestiere dell'uccidere, si rifiuta al « dovere » ?
che sia fatto tacere colui, che per sé soltanto, senza la pretesa di
coniare una regola per gli altri, dichiara
di sentire come peccato anche l'uccidere in guerra?
che si dica di volere la pace, e poi non ci si accordi
sul modo, appena sopraggiunge il dubbio che ne
scapiti la potenza, l'orgoglio, l'onore, gli interessi
della nazione?
che si predichi di porre la vita eterna al disopra di
ogni cosa, e poi ci si dimentichi che il cristiano è
l'uomo che non ha bisogno di riuscire quaggiù?
Crediamo che questi pochi accenni bastino per dar
rilievo alla nostra sostanziale contraddizione, per
metterci in vergogna davanti a noi stessi, e per sentirci
meno sicuri in un argomento ove la nostra troppa
sicurezza potrebbe degenerare in temerarietà o in un
delittuoso conformismo alle opinioni dominanti.
Tratto
da: Primo Mazzolari, Tu non uccidere, 1955
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