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Libertà sospese. E non siamo a Kabul di Riccardo Bonacina (r.bonacina@vita.it)
29/11/2001
Decine di leggi speciali nei Paesi
occidentali stanno
sospendendo libertà e garanzie.
Dalla Corte marziale negli
States al disegno antiterrorismo in
Italia. Ma nessuno protesta
"Il tricolore non sarà il nostro
chador", hanno gridato nelle
piazze italiane gruppi di donne
impegnate nelle organizzazioni
di cooperazione e sviluppo. Uno slogan
fulminante e felice
perché esprime tutta la voglia di
continuare a veder chiaro e
senza veli in ciò che succede, e la
volontà di non concedere
nessuno sconto sul terreno delle libertà.
L'ondata di retorico
patriottismo, la propaganda sul
tricolore (una bandiera per ogni
neonato è stato proposto in
Parlamento), la forzata
militarizzazione della società e della
pubblica opinione
rischiano, infatti, di coprire e di far
passare in secondo piano
il diluvio normativo, in Italia e
all'estero, che dall'11
settembre in poi rischia di mettere a
repentaglio l'unico vero
grande valore per cui siamo grati alla
società in cui siamo
cresciuti e in cui viviamo:
l'affermazione della libertà
individuale e sociale. Quando di è in
guerra tutto diventa
secondario, anche ciò che sino al
giorno prima si riteneva
essenziale e irrinunciabile, in primo
piano sale la seduzione
del combattimento. Kafka che di animo
umano era un vero
esploratore scriveva: "La seduzione
assoluta del male è la
provocazione al combattimento". Ma
senza spingerci troppo in là
con i ragionamenti, un dato oggi è
certo: libertà di pensiero,
di movimento, di aggregazione di
espressione, di circolazione di
beni e di denaro, sono realtà oggi meno
scontate di tre mesi fa.
Per rendersene conto, qualora non
bastasse la percezione
quotidiana, basta mettere in fila
qualcuno degli snodi normativi
che hanno interessato le società
occidentali dall'11 settembre
ad oggi, tutti all'insegna di un
restringimento delle libertà
individuali, sociali ed economiche in
nome della battaglia
contro il "male assoluto": il
terrorismo. Eccoli. Due giorni
dopo la tragedia di New York, il 14
settembre, ancora sull'onda
emotiva degli avvenimenti, il Consiglio
dei ministri italiano dà
il suo via libera ad una legge
sull'immigrazione che le
polemiche estive sembravano aver fermato
prima ancora di
nascere. Il 29 settembre il Consiglio di
sicurezza dell'Onu
approva una risoluzione presentata
dall'ambasciatore americano
John Negroponte, che richiede a tutti
gli Stati membri di negare
rifugio a chiunque sia sospettato di
finanziare o di compiere
atti terroristici e mette al bando
qualsiasi forma di sostegno -
politico, militare e finanziario - a
persone ed "entità
sospettate" di attività
terroristica.cancellando i beni dei
presunti terroristi e ampliando i poteri
delle Nazioni Unite
nella lotta al terrorismo. La
risoluzione suscita perplessità
per il fatto non definisce cosa
s'intenda esattamente con il
termine "terrorista".. Londra,
il 3 ottobre il governo dichiara
che inasprirà le norme
sull'immigrazione e modificherà anche la
legge sull'incitamento all'odio
razziale, estendendola all'odio
religioso (Huntington docet). ''E'
necessario mettere in atto un
approccio radicale e perfezionato ai
problemi che riguardano
immigrazione e asilo politico: bisogna
essere intransigenti di
fronte all'immigrazione
clandestina" dichiara il ministro
dell'interno inlgese Blunkett. Lunedì 8
ottobre,negli States,
Tom Ridge, un veterano del Vietnam ed ex
governatore della
Pennsylvania, è nominato direttore
dell'Office of homeland
security, l'equivalente del nostro
ministero degli Interni,
anche se con compiti prevalentemente
antiterrorismo. La notizia,
sottovalutata da chi considera ovvia
l'esistenza di una o più
polizie centralizzate a livello
nazionale, negli Stati uniti,
invece, rappresenta una rottura profonda
nella cultura politica
del Paese. La nomina di Ridge si
inserisce in quel processo di
estensione delle competenze del governo
federale che i padri
fondatori del Paese aborrivano più di
ogni altra cosa e che
invece George W. Bush percorre a passi
spediti. 18 ottobre. In
Italia il consiglio dei ministri approva
una legislazione
antiterrorismo che sanzionerà
pesantemente chi è sospettato di
ospitare o aiutare i terroristi. A Roma
il Comitato provinciale
per l'ordine e la sicurezza ha deciso
che, in tempo di guerra,
tutti i campi di stranieri illegali
vanno sgomberati. Il 31
ottobre, a Washington, la Financial
Action Task Force on Money
Laundering (Fatf) organismo dell'Ocse,
approva 8 raccomandazioni
speciali conto il terrorismo da attuare
nei Paesi membri entro
il giugno del 2002. L'ottava
raccomandazione è completamente
dedicata alle organizzazioni non
governative. Vi si legge: "I
Paesi membri dovranno controllare
l'adeguatezza delle leggi e
delle regole sugli enti che possono
essere sfruttati per
finanziare il terrorismo. Le
organizzazioni non profit sono
particolarmente vulnerabili, e i Paesi
devono assicurarsi che
non ci si approfitti di loro". E
infine una raccomandazione che
suona come un ordine: le leggi su ong e
associazioni dovranno
essere riviste. Ma come? Nel mirino non
c'erano banche d'affari,
paradisi fiscali e agenzie di money
transfer? Sempre dagli Stati
Uniti un'altra notizia: i cittadini
italiani potrebbero avere
presto bisogno del visto per entrare
negli Stati Uniti. Il
Dipartimento di Stato sta pensando
infatti di togliere l'Italia
dalla lista dei 29 Stati i cui cittadini
non devono avere un
visto per entrare negli Usa. Parigi, 5
novembre. Sulla legge
antiterrorismo infuriano polemiche. Non
piace la proposta di
consentire ad agenti privati di
effettuare, senza alcun foglio
di autorizzazione della polizia,
controlli su bagagli e su
persone ritenute sospette. "La
nuova legge francese sulla
sicurezza antiterrorismo, rappresenta
una violazione delle
libertà e dei diritti individuali"
sostiene il Movimento contro
il razzismo e per l'amicizia tra i
popoli. Minacciati dalla
nuova riforma sarebbero:
"l'inviolabilità del domicilio, il
rispetto della privacy, la libertà di
movimento e di pensiero. E
le misure proposte dal governo sono
umilianti e non garantiscono
affatto la sicurezza dei cittadini
contro eventuali atti
terroristici". Londra, 12 novembre:
la Gran Bretagna chiede la
detenzione di sospetti terroristi senza
processo invocando lo
"stato di pubblica emergenza".
David Blunkett chiederà
l'appoggio del parlamento per sospendere
l'articolo cinque della
Convenzione europea sui diritti umani,
che garantisce il diritto
alla libertà e proibisce la detenzione
senza processo. A
proposito di diritti umani eccoci al 14
novembre. Negli Stati
Uniti, il presidente George Bush firma
un decreto militare che
gli consentirà di processare cittadini
stranieri sospetti di
terrorismo davanti a speciali
commissioni militari e non davanti
a tribunali civili come avviene oggi.
"Ho stabilito - si legge
nel documento firmato da Bush - che
esiste una emergenza
straordinaria per gli scopi della difesa
nazionale, che questa
emergenza rappresenta un interesse
urgente e primario del
governo, e che l'emanazione di questo
decreto è necessaria per
affrontare questa emergenza".
Traduzione: si procederà per Corti
marziali con la sospensione d'ogni
trasparenza e di ogni
diritto. Domenica 25 novembre. In Italia
il "Corriere della
sera" titola "Antiterrorismo,
il disegno di legge sarà
presentato alle Camere entro Natale.
Tutti i documenti
dell'Intteligence resteranno riservati
per 15 anni. Licenza di
reato per i servizi". Il disegno di
legge infatti prevede la
liceità di furti e intercettazioni
durante "operazioni segrete".
Vietato solo l'omicidio. Evviva. Se
anche all'Ovest ci
togliessimo il chador del nemico globale
e del male assoluto per
cominciare ad aprire gli occhi sulle
libertà civili, individuali
e collettive che troppe leggi speciali
stanno sospendendo?
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