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Solidarietà alla ANM e mobilitazione delle coscienze Per una giustizia che non sia a uso dei potenti di don Luigi Ciotti
Siamo in un clima di drammatici e
sanguinosi conflitti internazionali, dopo
il punto di non ritorno costituito
dall'11 settembre, mentre è in corso una
guerra in cui - si cerchi di
ricordarlo, per favore - è impegnato anche il
nostro Paese, con tutti i conseguenti
rischi: in termini di pericolo fisico
per i nostri militari coinvolti e di
responsabilità politica di chi ha
deciso la loro partecipazione nel
teatro bellico, ora peraltro destinato a
estendersi.
Di tutto dunque c'era bisogno, tranne
che di una vera e propria crisi
istituzionale sui problemi della
giustizia qual è quella che si è aperta in
questi giorni. Problemi annosi,
agitati strumentalmente, e non da oggi,
come una clava. Usati per dividere e
squassare, non per curare e migliorare.
Questo è l'intento evidente che ha
portato nei giorni scorsi alle
esternazioni aggressive dell'ex
sottosegretario Taormina, il cui testimone
viene ora ripreso direttamente dal
ministro Guardasigilli.
È una situazione di emergenza. Anzi
di eccellenza. Perché non sfugge a
nessuno che i provvedimenti già presi
e le proposte sul tappeto in materia
di giustizia e di processo sono
obiettivamente tesi a salvaguardare
posizioni e poteri eccellenti dagli
obblighi della legge. Legge che, a
differenza di quanto sta scritto
(forse ancora per poco) sulle pareti delle
aule di tribunale, è sempre meno
uguale per tutti.
Come nel romanzo di Orwell, ormai in
Italia, c'è forse qualcuno più uguale
degli altri. Qualcuno che si ritiene
al di sopra delle leggi e vuole
tornare ai tempi delle Procure della
Repubblica intese come "Porti delle
nebbie" in cui facilmente
insabbiare i procedimenti contro i potenti.
Libera, con tutte le associazioni che
in questi anni hanno costruito
cultura della legalità nelle scuole e
difesa della legalità sul territorio
dice NO a tutto questo, dice NO all'addomesticamento
dei giudici, alle
Procure del Principe. Lo abbiamo
sempre detto in passato, senza fare sconti
a nessuno, senza pregiudizi di parte.
Lo ribadiamo ora.
Non vogliamo rimanere spettatori
passivi in una situazione di gravità senza
precedenti, né limitarci ad esprimere
tutta la nostra solidarietà alla
Associazione nazionale magistrati, che
pure è doverosa e necessaria.
Facciamo appello a tutta la società
civile organizzata e ai cittadini tutti
per una mobilitazione delle coscienze
e per rendere visibile in tutti i
modi possibili che esiste un'altra
Italia, che vuole un'altra giustizia.
Una giustizia certo migliore e più
efficiente dell'attuale, ma che non sia
debole coi forti e prepotente con i
poveri.
Don Luigi Ciotti
Presidente di Libera
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