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«Posso confermarvi che l'Unione europea non ha
abolito la domenica», ha detto ieri tra gli sghignazzi generali il
portavoce della Commissione europea Andrew Fielding, commentando la
canea di reazioni che la notizia sulla «non festività» della
domenica ha provocato nelle ultime ore nel nostro paese. Una
precisazione a quanto pare necessaria, anche se non fa che confermare
il livello assai basso al quale il rating dell'Italia è ormai
arrivato nell'opinione pubblica internazionale. Appare davvero
inverosimile infatti che nel nostro paese si sia accesa una polemica -
non si sa bene contro chi, tra l'altro - su un argomento del genere.
Le argomentazioni lanciate da alcuni media sono semplicemente
deliranti, ispirate unicamente al bisogno di alimentare con allarmi
irrazionali razzismo, xenofobia e odio per una fantasmatica «sinistra».
Sentite Il Tempo, e il suo titolo di prima pagina su nove
colonne: «Domenica niente messa, si lavora per Prodi»; con
sottotitoli esplicativi tipo «L'ex premier che voleva la settimana
corta di 35 ore chiede all'Italia di non santificare più la festa
simbolo dei cristiani» e «Per il giorno di riposo saranno laicamente
rispettati anche i diritti dei fedeli ebrei e musulmani».
Tratto da "Il Manifesto" 20 dicembre 2002
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