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 Ci può essere ancora un buon Natale


Alex Zanotelli

"Con il Natale  la vita vince nonostante tutto. Ogni bimbo che nasce e' il
segno che Dio non si e' ancora stancato dell'umanita'" (Tagore).
Viola, la  perla bianca  di Chiara nata nel cuore della ricca Brianza, ha
davanti a se' ottanta anni di vita (se tutto va bene) e una dote iniziale di
25.000 euro.
Njeri, la perla nera di Rachele nata nella baracca di Korogocho, ha davanti a se' quaranta anni di vita (se tutto fila liscio) e una dote inziale di
soli 250 euro.
Due mondi, due bimbe, divise da un invisibile muro di vetro.
La prima, Viola, fa parte del 20% dell'umanita' che "si pappa" l'83% delle risorse mondiali.
La seconda, Njeri, fa parte dell'oltre un miliardo di "esuberi umani" che
devono accontentarsi dell'1,4% delle risorse, costretti a vivere con meno di un dollaro al giorno: sono gli innocenti di cui si rinnova la strage oggi: e Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata perche' essi non ci sono piu'.
Milioni di bimbi muoiono di fame, malattie, aids: un bimbo muore di fame ogni due secondi, 11 milioni ne muoiono all'anno per malattie meno gravi di un raffreddore, centinaia di milioni non inizieranno neanche la prima elementare.

Due mondi, due Natali.
Il nostro e' il Natale dell'opulenza, delle luci, dei regali del consumismo
degli affari. E' un business senza fine, e' uno shopping anche di domenica.
Questo sfavillio di luci natalizie sembra un meraviglioso acquario in cui
guizzano costosissimi pesciolini esotici.
A scrutarlo centinaia di milioni di bimbi dal volto scuro che guardano
affascinati l'acquoso ed esotico luccichio.
Fino a quando la parete di vetro proteggera' il banchetto degli esotici
pesciolini? Per assicurarci che la parete di vetro sia davvero infrangibile
e ci protegga eternamente da  quei visi sognanti di bimbi affascinati noi
investiamo somme astronomiche in armi: Usa ed Europa nel 2003 programmano di spendere 750 miliardi di dollari.

Un altro Natale non solo e' possibile ma e' urgente e necessario!
Boicottiamo il Natale dei pesciolini esotici: il Natale dei consumi, dei
regali, degli affari, un Natale pagano che ha ben poco da spartire con quel
Bimbo che nasce in una mangiatoia alla periferia dell'impero, fuori
dell'acquario anche lui indistinguibile volto nero in mezzo agli altri volti
scuri.

Diciamo no al consumismo vieppiu' indotto e incentivato e diciamo si' alla festa natalizia della famiglia allargata a nonni, cugini, zii, nipoti ma
anche alla famiglia dell'immigrato che lavora per noi o che ci e' piu'
vicino.
Diciamo no al  decadente e ripetitivo tango di regali, e diciamo si' ad un
consumo critico, al regalo fatto in casa con amore e con le proprie mani, o a quello equo e solidale di lavoro fatto in dignita'.
Diciamo no alla stupida pervasivita' televisiva e diciamo si' alle relazioni umane in famiglia, ritornando a raccontarci gioie e dolori e a riprendere confidenza con l'immaginario, la fiaba, prendendo a cuore anche la bellezza del celebrare insieme il fascino del Natale.
Diciamo no alla violenza e alla guerra e diciamolo con fierezza, e diciamo si' alla pace  e alla nonviolenza con evidenza mettendo bandiere arcobaleno ai nostri balconi e camminando con uno straccetto bianco di pace.
Solo cosi' il Natale ritornera' ad essere la festa della vita che fara'
rifiorire la speranza di un altro mondo possibile.
Coraggio, dunque, ci puo' ancora essere un buon Natale.


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