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Pistole e fucili a go go


L'Italia è il terzo esportatore mondiale, anche verso paesi in guerra
Chi compra I primi acquirenti sono gli Usa. Armi anche a paesi in conflitto o che violano i diritti umani, come la Sierra Leone e la Turchia


G. Sal.


BRESCIA
Dopo Stati uniti e Gran Bretagna (fonte Amnesty international), l'Italia è il terzo esportatore di armi leggere: un giro d'affari che nel 1998 ha fruttato oltre 300 milioni di euro. Chi compra le pistole e i fucili italiani? Se il primo acquirente sono gli Usa (commesse per oltre 60 milioni di euro nel primo semestre del 2000), le armi italiane finiscono anche nei paesi sconvolti dalle guerre: India, Pakistan, Eritrea, Etiopia, Ecuador, Perù, Uganda. L'Italia, per esempio, è stato il principale fornitore in Sierra Leone (quasi due milioni di euro tra il `93 e il `97); l'Algeria nel `96 ha importato 6.050 pistole italiane per un valore di 1,3 milioni di euro, nel `97 ne sono state acquistate 9000 (oltre due milioni di euro). Le industrie armiere nostrane vendono armi leggere anche a paesi in cui si violano i diritti civili (Arabia Saudita, Cina, Indonesia, Turchia). Ottimi affari si fanno anche in America Latina, dove agiscono gruppi paramilitari al di fuori di ogni controllo. Nel primo semestre del 2000 Israele ha acquistato armi leggere italiane per oltre un milione di euro. Sono dati che si riferiscono alla presenza accertata di armi leggere italiane nel mondo. Gli scambi internazionali iniziano sempre attraverso una vendita regolare, è però impossibile sapere quante armi leggere resteranno nelle mani dei legittimi acquirenti: un collaudato sistema di triangolazioni infatti permette di aggirare le leggi internazionali alimentando il traffico clandestino. Ma l'industria degli armamenti non vive di sole pistole. Secondo una relazione parlamentare, l'Italia - nono esportatore nel mondo - nel 2001 ha venduto armi di ogni tipo per 961 milioni di euro (1% in più rispetto al 2000). Primo acquirente la Svezia (15%), poi Arabia Saudita (13,8%) e Malesia (8,8%); la Siria ha acquistato per 13,6 milioni di euro, gli Emirati Arabi Uniti per 32,6 milioni di euro. E in Italia? Nel `99 sono state censite 44 mila armi da difesa (un porto d'armi ogni 1295 abitanti). Ma basta chiedere a un commissariato per sentirsi rispondere che sono molte di più. Una volta ottenuto il permesso d'acquisto, è possibile tenere in casa tre armi comuni a testa, sei sportive, otto antiche e un numero illimitato di armi da caccia; ma i collezionisti possono possedere un numero illimitato di qualunque tipo di arma, a patto che non ne abbiano due uguali. Ma per uscire di casa armati bisogna avere il porto d'armi: da difesa personale o per sport e caccia. «Anche se un fucile per abbattere gli elefanti - dicono in questura - può diventare un'arma da difesa assai efficace...».

 

Tratto da "Il Manifesto" 14 aprile 2002