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- Il
42 per cento degli americani
possiede un'arma
Alessandra Farkas
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NEW YORK - In un recente sondaggio il 42% degli americani
ammette di possedere un’arma. La percentuale raggiunge il
47% negli Stati del Sud e il 60% nelle zone rurali. Gli oltre
200 milioni tra pistole e fucili in circolazione in Usa
spiegherebbero come mai, in media, 87 americani vengono uccisi
ogni giorno da un’arma (8 volte più che in Europa).
L’America guida i Paesi industrializzati anche per il numero
di bambini uccisi dalle armi, che hanno sorpassato gli
incidenti stradali come «prima causa di morte non naturale».
Ma nonostante le statistiche, la maggioranza degli americani
(60%) è contraria ad abolire il secondo emendamento della
costituzione che sancisce il diritto ad armarsi come «unico
baluardo contro i governi tirannici».
Il mito romantico del giovane paese che si libera del giogo
inglese e conquista il Far West coi fucili a canna lunga dei
pionieri raggiunge l’apoteosi con Samuel Colt. Che alla
vigilia della Guerra Civile comincia a fabbricare armi su
scala industriale.
«Mettendole alla portata di tutti gli onesti cittadini -
spiega uno storico - desiderosi di esercitare un sacrosanto
diritto».
Un diritto così radicato che neppure la lunghissima scia di
stragi nelle scuole - culminate col massacro al liceo
Columbine, dove nel ’99 persero la vita 15 persone - è
riuscita ad intaccare. Nonostante la storica marcia delle
mamme a Washington e il patto anti-armi tra il senatore di
destra John McCain e quello liberal Jack Reed, la proposta di
legge per il porto d’armi langue al Congresso.
Le norme attualmente in vigore - il «Brady Bill», dal nome
del portavoce di Ronald Reagan rimasto paralizzato durante
l’attentato all’ex presidente - obbligano i commercianti
d’armi con licenza ad effettuare un controllo istantaneo sui
potenziali acquirenti, per evitare che le armi finiscano in
mano ai criminali.
La legge non tiene però conto del cosiddetto «mercato
secondario»: l’universo, non regolamentato dal governo
federale, dei privati da cui proviene il 40% delle armi Usa.
«In tutti gli Stati anche un bambino può acquistare una
pistola ad una fiera o al mercato delle pulci», rivela uno
studio della Harvard School of Public Health. Per cui due
terzi degli studenti delle medie è in grado di procurarsi
un’arma in meno di 24 ore (6.000 minorenni si sono suicidati
così negli ultimi 3 anni).
Mentre la potente lobby pro-armi Nra (3 milioni di iscritti,
un budget illimitato e un portavoce come Charlton Heston)
reclama il merito della sconfitta elettorale di Al Gore (con
Bill Clinton uno dei più fervidi avvocati della lobby
anti-armi), quasi nessun politico, anche democratico, ha
intenzione di toccare il secondo emendamento alle prossime
elezioni. E il presidente Bush, che da governatore firmò la
legge che permette ai texani di girare con un’arma nascosta
(come in Louisiana, New Mexico, Oklahoma e Arkansas) e vieta
alle città di querelare i produttori di armi, ha detto più
volte che intende mantenere lo status quo.
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- Tratto da "Il Corriere della sera" 23 aprile 2002
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