Porto
d'armi più facile, sbagliato imitare gli Usa
Beppe
Severgnini
Ministro
Martino, sbaglia. Se in Italia molti avessero un'arma, morirebbe
più gente: non meno. Lei sostiene che le restrizioni valgono
solo per gli onesti, mentre i criminali girano armati. Quindi,
dobbiamo permettere agli onesti di difendersi. Il ragionamento
non fa una grinza: ne fa molte. Non ci sarebbe neppure bisogno
d'argomentare. Basta guardare cosa accade negli Stati Uniti, un
paese che lei ed io conosciamo bene, e dove molti lettori di
questa rubrica abitano, studiano e lavorano.
Chieda ai nostri connazionali, a questi Italians che annusano il
mondo, cosa accade negli USA. Accade che, negli ultimi tre anni,
6.000 minorenni si siano suicidati con un'arma da fuoco. Succede
che un ragazzino straniero venga ucciso perché sbaglia porta,
la sera, e non sa che "Freeze!" significa "Fermo
dove sei!". Succede che un disperato, ogni pochi mesi,
commetta una strage in una scuola, in un ospedale, in un
ufficio.
Spero che nessuna dica: sarebbe accaduto comunque. Perché non
è vero. L'adolescente forse sarebbe vivo, se non avesse trovato
la pistola - oggetto ipnotico, perfetto, cinematografico - nel
comodino di papà. Il padrone di casa avrebbe gridato, invece di
sparare nel buio: e quel ragazzino sarebbe tornato a casa.
Certo, il pazzo disperato avrebbe trovato altri modi per sfogare
la sua pazzia e la sua disperazione. Ma senza un'arma automatica
avrebbe ammazzato una persona, non dodici.
Lo slogan della NRA (National Rifle Association, la potente
lobby delle armi) recita: "Le armi non uccidono. E' l'uomo
che uccide." E' detta bene, ma resta una colossale
sciocchezza (capita spesso che le peggiori sciocchezze vengano
dette bene: non solo in America). Le armi, invece, uccidono
proprio perché ci sono. Uccidono perché stanno lì in un
momento di rabbia, di disperazione o di terrore. La discussione
che in Italia finisce a parolacce, in Francia a pugni e in
Inghilterra a testate, in America si chiude con l'apparizione di
una pistola. Qualche volta spara, qualche volta no.
Ci penso spesso, quando sono negli Stati Uniti. E' la cosa che
mi piace meno dell'America: la violenza latente, la sensazione
che possa accadere improvvisamente qualcosa d'irreparabile. La
nostra Italia imperfetta ha, invece, i suoi amortizzatori: se li
tenga stretti. Sulle nostre strade, per esempio, gli arroganti
aumentano. Ma quando litigano, salvo eccezioni, non tirano fuori
una rivoltella dal porta-oggetti. Al massimo, puntano il
cellulare. Fa meno male.
So cosa pensa, in questo momento, il tabaccaio che ha subìto
due rapine, o il padre di famiglia che ha scoperto i banditi in
salotto: lei scrive così perchè non s'è trovato in certe
situazioni. Può essere. Ma ho il sospetto che, in certe
situazioni, possedere un'arma avrebbe peggiorato le cose. Una
pistola - di nuovo, l'America insegna - dà sicurezza: ma è una
falsa sicurezza. Confesso che anch'io ho pensato, in passato, di
chiedere il porto d'armi. Ma ho resistito. Perchè ho vissuto
negli USA e sono convinto che un'arma non risolve un bel niente.
Illude gli individui (e talvolta sono illusioni mortali), e
sconvolge la società. Io non voglio vivere in un paese dove,
sbagliando porta, possono spararmi. Voglio sbagliare porta e
sentirmi dire: "Non qui. A fianco."
Gli americani intelligenti - quasi tutti - si rendono conto del
guaio in cui si sono cacciati. Trentamila morti sono
un'ecatombe: una piccola città americana scompare, ogni anno,
perchè il secondo emendamento della Costituzione consente di
portare armi. Ma la costituzione federale ("We the people
of the United States...") è del 1789; i primi dieci
emendamenti, quelli che fissano i diritti fondamentali del
cittadino (Bill of Rights), del 1791. Sarebbe tempo di cambiare,
ma negli USA circolano trecento milioni di armi da fuoco.
Difficile, se non impossibile, tornare indietro.
In Italia, invece, basta non andare avanti. Dagli Stati Uniti,
caro ministro Martino, possiamo importare tante belle cose, e
lei lo sa: il patriottismo, l'ottimismo, il senso del futuro, il
gusto per la scienza, la responsabilità individuale, auto
comode e lente, Bruce Springsteen, il cotone delle camicie e la
salsa barbeque. Non l'ossessione per le armi. Non commettiamo
questo errore, per carità.
dal Corriere della Sera del 25 aprile 2002
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