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«Immigrati, non più di 150 mila all’anno»

Il demografo Blangiardo: giusta la riflessione del Quirinale, in Italia stiamo stretti

Alessandra Arachi

 

 
ROMA - «E’ vero: rischiamo di stare troppo stretti. Ed è verissimo: la capacità di accoglienza del nostro Paese non è illimitata». Gian Carlo Blangiardo, demografo dell’Università Statale di Milano-Bicocca, concorda con le dichiarazioni del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi sui flussi della nostra immigrazione. E lo fa guardando cifre, statistiche, proiezioni. Stiamo stretti professore? Che vuole dire?
« Siamo in tanti in poco spazio. Basta guardare le cifre per capire: in Italia ci sono 192 abitanti per chilometro quadrato. Contro, i 65 del Marocco, per dire uno dei Paesi da dove arrivano gran parte dei nostri immigrati. O anche i 49 del Senegal, i 65 dell’Egitto, i 120 dell’Albania. In questi paesi teoricamente hanno spazio, ma non sempre possono sfruttarlo. E poi non hanno di che vivere. Per questo arrivano da noi. C’è una grande sproporzione economica».
In cifre?
«Il reddito medio pro capite di un italiano è, ogni anno, di oltre 24.000 euro (cifra calcolata a parità di potere di acquisto). La media dei Paesi dell’Unione europea è anche un po' più alta, di 27.300 mila dollari. E questo contro i 3.277 euro dell’Albania, i 1.529 del Senegal, i 3.605 del Marocco o i 4.261 euro delle Filippine. E’ normale che da questi Paesi cerchino di arrivare qui da noi, attratti dal benessere, desiderosi di una vita diversa».
Ma qui d a noi c’è posto per loro?
«Nel breve periodo posto c’è n’è poco, adesso stiamo davvero stretti. Ma se ragioniamo sul medio periodo (ovvero da qui a una ventina d’anni) e sul lungo periodo (i prossimi cinquant’anni) il discorso cambia: da noi gli spazi si creeranno per via del crollo della nostra natalità. Possiamo pensare di dare una discreta accoglienza».
R agionando così che calcoli possiamo fare? Ovvero: quante persone possiamo accogliere fisicamente?
«In sintesi: da qui al 2050 in Italia possiamo dar posto a 7-8 milioni di immigrati».
Che vuole dire?
« In pratica possiamo programmare un flusso di circa 150 mila immigrati l’anno».
E come ci arriviamo a questa sintesi?
«Con le proiezioni delle cifre della nostra popolazione. In Italia oggi siamo circa 58 milioni. Saremo 55 milioni nel 2025 e scenderemo a 46 milioni nel 2050. Un trend simile ad altri Paesi europei, come la Germania, a esempio, dove adesso sono 82 milioni e diventeranno 70 milioni nel 2050. Tutto il contrario di quello che succederà nei Paesi di origine dei nostri immigrati».
Ovvero?
« In media lì hanno un tasso di natalità doppio, se non più che doppio, rispetto al nostro. Per capire: in Marocco oggi sono 29 milioni, saranno 48 milioni nel 2050. E nelle Filippine sono 77 milioni e diventeranno 129 milioni. Così in Senegal e in Albania, dove le popolazioni raddoppieranno letteralmente».
Se oggi in Italia siamo 58 milioni e diventeremo 46 milioni nel 2050, vuole dire che la popolazione diminuirà di circa 12 milioni. Perché lei dice che possiamo accogliere soltanto 7- 8 immigrati?
«Perché i calcoli d ei flussi migratori non si possono far e in maniera così aritmetica. Quando parlo di 7-8 milioni considero un ricambio fisiologico della nostra popolazione . E per fare i calcoli dobbiamo tener co nto dei loro tassi di natalità ».
Non ha appena detto che i loro tassi di natalità sono doppi, se non di più, rispetto ai nostri miseri 1,2 figli per donna? In questo caso 7-8 milioni potrebbero essere anche troppi, no? «Ho già detto che non si possono fare calcoli così aritmetici. Da qui a i prossimi c inquant’anni dobbiamo considerare che avremo a che fare con generazioni di immigrati che si integrano , si naturalizzano, prendono le nostre abitudini, i nostri ritmi ».
«E dunque?»
«Dunque, nel tempo, si adegueranno anche ai nostri tassi di natalità» .
 
 
 
Tratto da "Il Corriere della sera" 18 maggio 2002

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