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Licenziati per ingiusta causa di Manuela Cartosio Storie di lavoratori cacciati per i motivi più assurdi, e che si sono «salvati» grazie all'articolo 18. Per esempio un consigliere di Forza Italia, quadro di fabbrica, dal curriculum immacolato... Oggi quel consigliere sarebbe rovinato. Non partecipa ai cortei contro il governo, ma sull'articolo 18 con Berlusconi proprio non ci sta MILANO La Lombardia, oltre a un Silvio Berlusconi tesserato alla Cgil, vanta anche un esponente di Forza Italia «salvato» dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. E' Sergio Fedeli, 51 anni, ex sindaco di Sordio, consigliere comunale di Fi a San Zenone. Lavora da ventidue anni ai Supermercati Gs, è direttore della filiale di Vizzolo Predabissi, in provincia di Milano. Senza l'articolo 18 oggi il signor Fedeli sarebbe o disoccupato o costretto ad accettare un lavoro con qualifica e stipendio più bassi. Invece, continua a fare il direttore del supermarket Gs. Il giudice Antonio Ianniello l'ha reintegrato in via cautelare nel posto di lavoro con una sentenza che definisce il suo licenziamento non solo privo di «giusta causa» ma addirittura «crudele». Fedeli, infatti, è stato licenziato per aver sponsorizzato un'opera di bene senza l'autorizzazione «giusta»: l'aveva chiesta, e ottenuta, dal «responsabile merceologico di area», mentre avrebbe dovuto chiederla al «dirigente capo area». Un'inezia costata il licenziamento a un dipendente dal curriculum immacolato, in tanti anni non una nota di biasimo o un provvedimento disciplinare. In attesa della sentenza di merito, Fedeli resta un militante di Forza Italia, non partecipa a girotondi e a manifestazioni contro il governo. Ma sull'articolo 18 non segue Berlusconi: «E' giusto tutelare prima di tutto il lavoratore. Quell'articolo non va modificato. Non c'è risarcimento che possa ripagare la perdita del lavoro e della serenità». Essere licenziato a tre anni dalla pensione per una vicenda del genere è una cosa «assurda». Dal 23 ottobre, giorno del licenziamento, al 15 gennaio, giorno della reitegrazione, «è stato un periodo allucinante». Soldi in cambio del licenziamento? No, grazie. Due anni di stipendio sono una mancia che non risolve niente. Aldilà dell'aspetto economico, «chi mi avrebbe restituito la dignità di fronte alla gente?» Dignità è parola ricorrente nelle storie di articolo 18. L'ha usata più volte in queste settimane Sergio Cofferati. L'hanno rimproverato d'eccesso di retorica e, dopo l'uccisione di Marco Biagi, di fomentare l'odio, d'armare la mano assassina. Merita d'essere raccontata per esteso la storia di questo licenziamento (che fa il paio in bizzarria con quello raccontato dall'ultimo numero di Diario: cameriera di un grand hotel licenziata perché arrivava al lavoro con dieci minuti di... anticipo). Inizia lo scorso settembre quando un'associazione di volontariato chiede al direttore del Gs di Vizzolo di sponsorizzare con la consegna gratuita di merci un'iniziativa benefica a favore di un ospedale pediatrico in Moldavia. Fedeli ne parla con il responsabile merceologico di area, suo pari grado, e gli invia una e-mail con la lista delle merci. L'11 ottobre il responsabile, raggiunto al telefono, autorizza il prelievo delle merci dal magazzino di Vizzolo Predabissi. Il 13 ottobre la merce è caricata su un camion dell'Associazione Amici dei bambini. L'addetto alla sicurezza blocca il camion: manca la bolla d'accompagnamento (il giudice accerterà poi che il bollettario era scomparso da alcuni giorni) o lo scontrino. Fedeli, per non mancare alla parola data, paga il carico di tasca propria (3 milioni e 400 mila lire). Al bel gesto segue il licenziamento in tronco. Fedeli si rivolge alla Cisl di Milano e, assistito dagli avvocati Aldo Bottini e Paolo Provenzali, impugna il licenziamento. Il giudice gli dà ragione. Fedeli, a voler pignoleggiare, ha peccato d'ingenuità, non ha verificato se il via libera del responsabile mercelogico di area fosse stato concordato con il dirigente capo area. Il licenziamento è ingiustificato, pretestuoso, sproporzionato, crudele (e stupido, ci permettiamo di aggiungere). Il giudice, ordinando il reintegro, ha tenuto conto dello specchiato curriculum di Fedeli, del carattere benefico dell'iniziativa (che ha procurato un buon ritorno d'immagine alla Gs), del fatto che «tutto si è svolto alla luce del sole». Di licenziamenti l'avvocato Provenzali ne ha visti parecchi, «come questo nessuno». E' davvero abnorme che si licenzi un quadro perché si è rivolto alla «persona sbagliata». Il legale sapeva che Fedeli era un consigliere comunale, «il giudice ha tenuto conto anche del danno che il licenziamento avrebbe avuto sull'attività politica del ricorrente». Solo dopo il lieto fine ha scoperto che il partito era Forza Italia, «diciamo che ho apprezzato questa testimonianza data dalla parte avversa». Quella che il governo spaccia per «sperimentazione» è la prima tappa per smantellare l'articolo 18, che andrebbe esteso, non ristretto. «E' un pilastro fondamentale. Se crolla quello, è l'anarchia totale, ti potranno licenziare se ti vesti di un colore sbagliato». Esagerazioni? Niente affatto, se passa il rovesciamento dell'onere della prova, replica Provenzali. Sostenere, come fanno governo e Confindustria, che licenziando si crea occupazione è una contraddizione in termini e, comunque, sei mesi di prova bastano e avanzano per verificare se un dipendente «funziona o no» per un'azienda. Anche alla Cisl hanno scoperto a cose fatte che il neoiscritto Sergio Fedeli è un esponente di Forza Italia. Maria Grazia Fabrizio, segretaria della Cisl milanese, apprezza molto che Fedeli abbia dichiarato pubblicamente di non essere d'accordo con il suo partito sull'articolo 18. «Non era tenuto a farlo». La morale della storia è semplice: «Quando si è in difficoltà ci si rende conto, a prescindere dell'appartenenza politica, della necessità che ci sia il sindacato e che ci siano delle tutele». Bisogna essere «dentro alle cose, viverle di persona» per capire perché il sindacato sull'articolo 18 non transige. «Non lo facciamo per ideologia». tratto da "Il Manifesto", 23 marzo 2002_________________________________________________________________ |