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Intervistati e licenziati


Potenza, 19 operai sbattuti fuori per aver parlato ai giornali. Salvati dall'art. 18


Antonio Sciotto

 


«Con la presente vi diamo comunicazione del vostro licenziamento con effetto immediato, in conseguenza del vostro comportamento di grave nocumento per l'Azienda, costituito dalla diffusione di notizie dispregiative, a mezzo di stampa e televisione, dell'azienda e dei suoi dirigenti». Una lettera di benservito a 19 operai dell'industria di sanitari Iris Biomedica di Senise (Potenza), «colpevoli» di aver raccontato a giornali e tv il semplice fatto che non ricevevano lo stipendio da oltre un anno. La lettera è del 21 gennaio scorso, seguita a una triste Epifania nella quale i dipendenti della Iris avevano presidiato l'azienda, donato simbolicamente una calza piena di carbone all'amministratore delegato, tenuto per loro tante calze vuote e parlato con i giornalisti. Ieri, però, la Befana è arrivata, seppure in ritardo di qualche mese: grazie all'articolo 18, gli operai sono stati reintegrati nel loro posto di lavoro. Il licenziamento, ha deciso il giudice del lavoro del Tribunale di Lagonegro, non è sorretto da giusta causa, e dunque è nullo. E nel frattempo, l'azienda è anche fallita. «Non è stato certamente piacevole tutto quello che abbiamo passato - spiega Vincenzo Dragonetti, delegato della Cgil - Per 6 mesi di seguito non abbiamo preso lo stipendio, e poi pochi soldi sono arrivati a singhiozzo. Infine è arrivata la doccia fredda del licenziamento, e adesso che siamo stati reintegrati in realtà ci aspetta la cassa integrazione. Non ci piace essere a carico dello Stato, speriamo che qualche altro imprenditore rilevi l'azienda».

«Il territorio del Senise - spiega Giannino Romaniello, segretario generale Cgil Basilicata - ha perso molti posti di lavoro nel settore agricolo a causa della creazione della diga di Montecotugno, il secondo invaso più grande d'Europa, comunque necessario per la nostra regione e per la Puglia. La Iris aveva beneficiato dei fondi post-terremoto, negli anni `80, e da qualche anno è stato avviato un patto territoriale. Per il momento, però, è stato realizzato soltanto al 30%, e ha creato pochi posti di lavoro. I giovani continuano a emigrare, e reintegrare i dipendenti della Iris, molte donne e tutti sotto i 35 anni, per noi ha avuto un significato ancora più importante». Ancora grazie all'articolo 18.

 

Tratto da "Il Manifesto" 18 aprile 2002

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