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Le guerre "sconosciute"

di Riccardo Razionale e Flavia Manni

(III media A dell’Istituto Comprensivo Via G.Silla – Roma)


In questo articolo vi vogliamo far sapere che il nostro pianeta non è un mondo di pace come ci vogliono far credere i mass media, ma è un mondo pieno di guerre che, per la loro “relativa” importanza non vengono enunciate durante il telegiornale di tutti i giorni.

 

“Dopo la guerra fredda, molti si aspettavano che il mondo sarebbe entrato in un’era di pace e prosperità senza precedenti. Ma si può attraversare l’intera Africa, dal Mar Rosso alla costa atlantica sud-occidentale, senza mai fermarsi in un territorio pacifico.”       Jimmy Carter

 

 

 

Cecenia – Russia       

Con l'indipendenza della Cecenia nel 1991 la Russia perde il controllo su un'area piena di giacimenti petroliferi. Le truppe russe invadono la Cecenia nel 1994, ma la resistenza non viene piegata. Nel 1996 i russi si ritirano. Il premier russo Putin, reinvade la Cecenia nel 1999. Tuttora i ribelli ceceni resistono nella parte meridionale del Paese, dove si concentrano le operazioni belliche delle forze armate.

 

R.D.Congo

Nel 1997 l'Alleanza delle Forze Democratiche per la Liberazione conquista Kinshasa e rovescia la dittatura di Mobutu. Nel 1998 i ribelli Tutsi, i ruandesi, gli ugandesi e il Movimento di Liberazione del Congo iniziano una dura lotta contro le fazioni fedeli al presidente Kabila, spalleggiato dagli eserciti di Angola, Namibia e Zimbabwe. Una "Guerra Mondiale Africana", che vede combattersi sul territorio congolese gli eserciti di sei Paesi per il controllo dei giacimenti di diamanti e oro. Il Congo si ritrova diviso in una parte orientale controllata dai ribelli e una occidentale in mano alle truppe di Kabila. Nel 1999, il trattato di pace di Lusaka: i combattimenti non cessano nemmeno dopo l’arrivo dei caschi blu dell’ONU. Questo conflitto è tuttora aperto. Solo il 6 aprile 2003 gli scontri tra milizie militari hanno causato più di 1000 morti.

Ruanda               

La minoranza Tutsi ha sempre combattuto contro il regime Hutu. Nel 1994 i governanti Hutu pianificano il genocidio di un milione di Tutsi. La reazione fu violenta e i Tutsi conquistano Kigali e il governo del Paese.

 
Uganda

Dalla fine degli anni '80 la parte settentrionale del Paese è teatro di violenti conflitti armati tra forze governative e tre diversi gruppi di ribelli alleati fra loro: l'Esercito di Resistenza del Signore, il Fronte della Sponda Occidentale del Nilo e le Forze Democratiche Alleate. I tre i movimenti sono appoggiati dal governo del Sudan. Il conflitto è ancora in corso.


Nepal

Il Nepal è insanguinato dalla “guerra del popolo”, lanciata nel 1996 dal Partito Comunista Nepalese (Maoista) che combatte per sradicare il feudalesimo e la monarchia costituzionale. I maoisti prendono il potere con lo scopo di dare al Paese un governo comunista in grado di garantire i diritti dei ceti meno abbienti. Tra gli abusi attribuiti ad essi si annoverano il rapimento e le percosse ai danni di membri di partiti politici tradizionali. L’intera popolazione chiede la pace e la giustizia.

 

Paesi baschi

Nel 1512 le truppe castigliane conquistano con le armi il Regno di Navarra. Il Paese Basco si trova diviso fra lo Stato Francese e quello spagnolo. Per anni, l'emblema basco è stato rappresentato da Guernica: la città bombardata nel 1937 per ordine del generale fascista “franco”. Dalla fine della dittatura franchista ad oggi i tentativi di negoziare una pace sono sempre falliti e il conflitto è tuttora in corso.

 

Colombia


8 Giugno 2002. Dopo tre anni di negoziati, il 20 febbraio, il presidente colombiano Pastrana interrompe il processo di pace con le Farc, Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia, a causa della cattiva impostazione iniziale del dialogo tra le parti. Immediatamente lo scontro aperto tra Stato e Farc degenera nella violenza: il 21 febbraio l'aviazione colombiana bombarda l'area sotto controllo delle Farc con l'appoggio del Pentagono. La guerra è tuttora in corso: il popolo colombiano chiede l’aumento degli stipendi che secondo Amnesty International non è sufficiente per il fabbisogno giornaliero.

 

Aceh

E' dal 1976 che l'ex regno di Aceh lotta per l'indipendenza dall’occupazione indonesiana. Ma la fase più dura degli scontri inizia nel 1989. Le truppe speciali dell'esercito di Giacarta commettono atroci violenze contro la popolazione civile dei villaggi della zona. Le violenze diminuiscono d'intensità dopo l'uscita di scena nel 1998 del dittatore Suharto. Ma un accordo di pace è ancora lontano.

 

Abkhazia

Dal 1930 la Abkhazia è annessa alla Georgia e fin da allora è attraversata da un forte sentimento separatista. Nel 1989 il separatismo abkhazo si arma per ottenere l'indipendenza dalla Georgia. Tiblisi, capo di governo Georgiano, interviene sul movimento separatista quando le stesse autorità dell'Abkhazia nel 1992 votano a favore dell'indipendenza. L’esercito georgiano viene mandato a presidiare Sukhumi e inizia la guerra. Nel 1993 i guerriglieri abkhazi con l’aiuto l’esercito russo conquistano Sukhumi. Nel 1994 una forza di pace russa si stanzia al confine. Nel '94 l'Abkhazia si dota di una Costituzione indipendente e di un Presidente della repubblica. La situazione è calma, ma sempre tesissima.

 

Burundi

I Tutsi hanno sempre controllato le istituzioni. La guerra civile tra Hutu e Tutsi ha una escalation nel 1972. Un golpe dei militari Tutsi nel 1996 riaccende la guerra civile. Il conflitto è ancora acceso.

 

Sudan

Il Paese è diviso in una parte nord musulmana e una sud cristiano-animista. Quando nel 1983 il governo di Khartoum impone la "Sharia" le popolazioni del sud si  ribellano, organizzandosi nell'Esercito di Liberazione del Popolo, finanziato e armato dagli Usa. Nel 1998 gli Usa bombardano una fabbrica di armi chimiche accusando Khartoum di fornire armi al terrorismo internazionale.

Algeria

L’Algeria conosce le prime elezioni multipartitiche solo nel 1992. Ne segue un golpe militare che annulla il risultato elettorale e che inizia una violenta lotta contro il regime. Nel 1999, il presidente, Boutefilka, lancia il processo di pace, offrendo l'amnistia in cambio del disarmo dei gruppi islamici. Molti accettano lo scambio, ma non le fazioni integraliste, che continuano a seminare terrore. Il governo algerino ha fatto di tutto per impedire la pubblicazione in Francia del libro "La sporca guerra" che racconta come i massacri di civili non sono attribuibili al "terrorismo islamico", bensì alla "strategia della tensione" usata proprio dal regime di Algeri.


Birmania: il sogno della libertà

La Birmania ottiene l'indipendenza il 4 gennaio 1948.  Il generale Ne Win, il 2 marzo 1962 con un colpo di stato prende il potere, instaurando una dittatura militare. Il Consiglio per il Ripristino dell'Ordine e della Legge dello Stato (SLORC) da inizio a una durissima repressione, attuata per mezzo di torture, esecuzioni sommarie e arresti di massa contro gli attivisti politici. Due anni dopo indice libere elezioni per la formazione di un'Assemblea costituente. Frequenti anche gli scontri al confine tra gli eserciti di Birmania e Thailandia. Il 6 maggio scorso la 56enne Suu Kyi, dopo 20 mesi di arresti domiciliari viene rilasciata. I birmani hanno una grande fiducia in Suu Kyi, ma consapevoli che il processo di riconciliazione non sarà breve, temono che anche stavolta si tratti di una falsa apertura da parte di uno dei regimi più repressivi dell'Asia.

 

Liberia

Dal 1989 al 1995 questo Paese conosce una feroce guerra civile tra il governo di Samuel Doe e i ribelli fedeli al leader Charles Taylor. Dopo l'accordo di pace del '95, Taylor sale al potere istaurando un regime del terrore: non ha pietà con gli ex oppositori del Movimento Unito di Liberazione. Taylor, desideroso di conquistare le miniere di diamanti della Sierra Leone, appoggia i ribelli del RUF che là combattono dal 1991. Nel 2000 l'ULIMO è ritornato a combattere nel nord del Paese.

 

Somalia

Dopo l'uscita di scena del presidente Barre nel 1991, inizia una violentissima guerra di potere tra i vari clan del Paese. Nel '92 intergono gli Usa e contingenti di pace internazionali che non riescono però a riportare l'ordine nel Paese. Nel 1995 la truppe ONU se ne vanno, lasciando affondare la Somalia in una spirale di violenze fino ad oggi. Nonostante siano in corso trattative di pace, le violenze continuano.

 

Eritrea-Etiopia

Dopo una dura guerra l'Eritrea diventa indipendente dall'Etiopia nel 1993. L'Etiopa diventa un super-feudo americano mentre l'Eritrea decide di essere indipendente dagli USA. Nel 1998, le truppe dell’Etiopia, finanziate da Usa e Israele, invadono l'Eritrea, con il pretesto di rivendicazioni di confine. Lo scopo in realtà è l'invasione dell'Eritrea. L'impresa non riesce e il conflitto si trasforma in una "guerra di posizione". Quando le truppe etiopi si rendono conto dell'impossibilità di raggiungere l'obiettivo, il governo si mostra aperto al dialogo, chiesto più volte da Asmara.

 

India

L'India nord-orientale, abitata da diverse etnie che non si sono mai sentite "indiane", ha conosciuto guerriglie separatiste fin dalla nascita dello Stato. Dagli anni '70 l'esercito indiano da il via ad una vera e propria guerra contro la guerriglia Naga e le vittime sono moltissime. Sempre negli anni '70 sorgono i movimenti guerriglieri separatisti nello stato di Manipur, chiamati Esercito di Liberazione Popolare. Nel 1979 nasce il Fronte Unito di Liberazione dell'Assam per portare avanti la lotta armata contro lo Stato indiano al fine di fare dell'Assam uno Stato indipendente e socialista. La repressione militare indiana contro il separatismo nell'Assam si intensifica, fino a trasformarsi, in una guerra vera e propria.

 

Molucche

Nel 1999 scoppia, per motivi futili(un autobus guidato da un autista cristiano investì un ragazzo musulmano) una vera e propria guerra di religione tra musulmani e crisitiani. L'esercito indonesiano interviene per riportare la calma, ma finisce per prendere le parti della fazione musulmana.

 

Nigeria

La Nigeria è da sempre luogo di tensioni tra le etnie cristiane e musulmane. Guerre civili e colpi di stato sono la norma per questo paese, che dall'inizio degli anni '90 ha una grave crisi economica. Il potere viene preso dal governo musulmano di Obasanjo che applica la sharià in tutto il territorio, accendendo così l’odio da parte dei cristiani che ancora adesso non si è spento.

     

 

India - Pakistan : l'orlo del precipizio per il Kashmir

Dal 1948 India e Pakistan si contendono con le armi la regione dal Kashmir. La popolazione di questa zona, in gran maggioranza musulmana, è più favorevole all'annessione al Pakistan, anch'esso musulmano. Ma esiste anche un forte movimento armato indipendentista, che comunque rivolge le sue armi principalmente contro l'esercito d'occupazione indiano. Le truppe di Nuova Dehli si rendono colpevoli di massacri e violenze contro la popolazione civile. La guerra ha causato fino ad oggi oltre 70mila morti e centinaia di migliaia di rifugiati di entrambe le parti. La situazione è più tesa da quando, nel 1998, sia India che Pakistan conducono una serie di test con bombe nucleari, minacciando di usarle nel conflitto. I combattimenti sulla linea di confine continuano incessantemente.

 

Irlanda del Nord

La lotta per l'indipendenza dell'Irlanda del Nord, cattolica e repubblicana, dal governo monarchico e protestante di Londra ha radici secolari. L'attenzione su questo conflitto si accende a partire dal 1920 quando l'Esercito Repubblicano Irlandese (IRA) decide di iniziare la lotta nei territori dell'Ulster che, a differenza dell'Eire, sono rimasti nelle mani di sua maestà. La guerriglia è una realtà quotidiana. I cattolici indipendentisti e i protestanti unionisti (appoggiati dai soldati inglesi) si fronteggiano a colpi di granate, attentati e lanci di pietre. E’ praticamente guerra. Non mancano massacri di popolazione civile, come il cosiddetto "Bloody Sunday", quando durante una manifestazione a Derry, il 30 gennaio 1972, i paracadutisti inglesi aprono il fuoco su migliaia di persone, uccidendone 14. Tra attentati dell'IRA e repressione militare, dal 1976 si contano oltre circa 3.300 morti e 38.000 feriti. Nonostante Blair abbia indicato il "problema irlandese" come una priorità nel suo programma, gli scontri a Belfast (e non solo) si sono riaccesi.

 

Kurdistan

Quello kurdo è il popolo senza terra più numeroso del pianeta: 30 milioni di persone che vivono in un'area (da loro chiamata Kurdistan) che si estende in Turchia, Iraq, Iran, Armenia e Siria. La maggior parte dei kurdi (12 milioni) è comunque concentrata nel territorio della Turchia orientale. Qui combattono dal 1920 per il riconoscimento del loro diritto di autodeterminazione. La lotta si intensifica da quando, nel 1974, i kurdi turchi si sono organizzati nel Partito del Lavoratori del Kurdistan (PKK). Da allora l'esercito di Ankara, appoggiato dall'Occidente (Usa in particolare), intraprendendo un vero e proprio genocidio teso alla eliminazione culturale e fisica del popolo kurdo. I continui bombardamenti aerei dei villaggi kurdi provocano circa 35mila morti e 3 milioni di rifugiati. In Iraq i kurdi, organizzati nel Partito Democratico del Kurdistan (KDP) portano avanti dal 1961 la stessa lotta contro il regime di Saddam Hussein, che contro i villaggi kurdi dell'Iraq settentrionale, prima del 1990, ha usato le armi chimiche (di fabbricazione occidentale!!!), causando 100mila morti e 2 milioni e mezzo di profughi. In Iran, infine, i kurdi dell'Unione Patriottica del Kurdistan (PUK) sono combattuti dal regime di Teheran dal 1972, in una guerra che ha causato fino ad oggi 17mila morti. Non mancano purtroppo tensioni e scontri anche tra le diverse fazioni curde.

 

Sierra Leone

Dal 1991 questo Paese è sconvolto da una sanguinosa guerra civile. La posta in gioco è il controllo delle miniere di diamanti. Il principale gruppo ribelle è il Fronte Rivoluzionario Unito (Ruf), appoggiato dalla Liberia. A difendere la capitale è la popolazione civile dalle violenze del Ruf. Nel territorio si stanzia un massiccio contingente ONU, formato da soldati Nigeriani per la tregua del luglio 99. Tregua che il RUF ha rotto nel maggio del 2000.

 

Papuasia occidentale

La parte occidentale dell’isola della Nuova Guinea è annessa all'Indonesia nel 1969. La popolazione indigena organizza una resistenza armata: il Movimento Papuasia Libera. Dal 1977 le truppe dell'esercito di Giacarta, con il sostegno finanziario di una compagnia mineraria USA cominciano a massacrare i ribelli. Negli anni '80 il governo indonesiano inizia un programma di ripopolamento, con un'ottica di vera e propria pulizia etnica.

 

Senegal

Dal 1982 il Movimento delle Forze Democratiche nel Casamance (MFDC) combatte per l'indipendenza della regione a sud, dal governo di Dakar. Sia l’MFDC che l'esercito senegalese sono responsabili di violenze contro la popolazione. Questo conflitto va avanti nonostante i tentativi di pace intrapresi negli ultimi anni.

 

Chiapas

La regione meridionale del Messico è teatro dal 1994 di una rivolta dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, guidato dal Sub-comandante Marcos. Motivi dell'insurrezione, le drammatiche condizioni di vita della comunità Maya, messa a rischio di estinzione materiale. Dopo la guerra civile, partono i negoziati di pace ma il governo non ha mai voluto riconoscere ciò, e da allora iniziano a subire questa guerra finanziata dagli USA. La regione meridionale del Messico è teatro dal 1994 di una rivolta dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, guidato dal Sub-comandante Marcos.

 

Costa d’avorio

La Costa d'Avorio conquista l'indipendenza il 7 agosto 1960 e il 27 novembre dello stesso anno viene eletto presidente Huophouet. Egli regge in maniera efficace le sorti del suo paese. L'errore commesso è quello di non scegliere un successore. Nel 1990 tenta di aprire la scena politica al multipartitismo. Tale apertura è all'origine di frequenti lotte di potere. Il 24 dicembre 1999 un ammutinamento dei militari si trasforma in colpo di stato. Nel 2000 Gbagbo viene eletto presidente e, quando si pensa già alla pace, inizia una ribellione con lo scoppio di violenti combattimenti. La protesta degenera in un tentativo di golpe, i ribelli del "Movimento patriottico della Costa d'Avorio", attaccano caserme e armerie. In questo momento il Presidente Gbagbo sta conducendo una repressione della rivolta.

 

Lo Sri Lanka

Lo Sri Lanka è governato dal gruppo di maggioranza cingalese, che non ha mai riconosciuto i diritti della minoranza nella parte nord dell'isola, i Tamil.
Questi hanno subito violenze di ogni genere da parte delle autorità. Nel 1983 è nato il movimento per la Liberazione della Nazione Tamil, che ha iniziato la lotta armata per l'indipendenza. Il conflitto è tuttora in corso.

 

 

                              I nostri commenti

 

“Secondo me in tutte queste guerre si è combattuto o si combatte, nella maggioranza dei casi, per l’indipendenza di un popolo rispetto ad una intera nazione. In altri casi ciò accade per il possedimento di giacimenti petroliferi o per occupare un territorio anche dal punto di vista politico. Si può notare che, in tutte queste guerre, i “Potenti” del mondo sono intervenuti ”per portare la pace” solo in presenza di giacimenti di petrolio o di miniere di diamanti. Secondo me, comunque, nessuna guerra è giusta: puzzano tutte di marcio dal profondo e sono sempre indice di “grandi interessi” che si giocano sulla pelle della povera gente.”      (Razionale Riccardo)

 

 

“Tutti noi possiamo notare che queste piccole guerre sono un niente in confronto alla prima guerra mondiale, ma hanno tutte un senso, una ragione per essere combattute. Ci sono delle guerre, come quella recente in Iraq che ancora oggi porta disagi alla popolazione civile e che oltre a non avere un senso non vale la morte di tutti i soldati anglo-americani, di tutti i soldati iracheni e, soprattutto, di tutti quei civili (vittime due volte!) toccati dalla tragedia. La morte di questi uomini (molto spesso di ragazzi!) ci devono servire come esempi per il futuro, per non commettere gli stessi errori e le stesse atrocità. Voglio approfittare dell’opportunità che mi è stata data per far capire a tutti che qualsiasi guerra è sbagliata e che non vi possono essere giustificazioni. Che la storia ci serva come esempio e guida per il futuro.”   (Flavia Manni)

 

Ci siamo trovati in difficoltà a scrivere un qualsiasi commento, perché non ci sono parole per descrivere la guerra… Nessun colore… Nessuna voce… Niente da descrivere e di cui parlare se non il numero dei morti e dei feriti. Ci hanno molto colpito le guerre in Rwanda e in Burundi: sono “piccole” guerre combattute da “piccoli” popoli, ma con un grande valore che spesso, proprio a causa del disinteresse che le avvolge, nascondono segreti e interessi più “alti”. Abbiamo pensato che attraverso la cronaca di 25 guerre non saremmo mai riusciti, in così poche righe, a far capire a voi lettori cosa significhino e come siano vissute; così abbiamo scelto di inserire, per completare il nostro racconto, due o tre immagini che possano almeno servire a ricordare… Sono immagini rigorosamente in bianco e nero e da osservare in silenzio, perché come abbiamo già detto, la guerra non porta voci né colori… Porta solo morte, paura e distruzione.

Flavia e Ricc

“Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra”.    Margherita Hack

 

“La Pace è un processo senza fine, il frutto del lavoro di molte persone che hanno preso molte decisioni in molte parti del mondo. E’ un comportamento, un modo di vivere, un modo di risolvere i problemi e i conflitti. Essa non può essere forzata nella più piccola nazione o rafforzata nella più grande. Essa non può ignorare le nostre differenze o dominare i nostri interessi comuni. Essa ci richiede di lavorare e vivere insieme”.      Oscar Arias Sanchez

 

“O gli uomini impareranno ad amarsi o gli uomini moriranno. Tutti e tutti insieme. Il nostro mondo non ha che questa alternativa: amarsi o scomparire. Bisogna scegliere. Subito. E per sempre”.        Raoul Follereau

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